È terminato qualche giorno fa il Festival disobbediente di Ultima Generazione che a Roma, nelle scorse settimane, ha coinvolto diverse centinaia di persone. Dibattiti, incontri, team building e convegni con esperti e attivisti hanno portato come al solito al centro dell’attenzione il tema dell’emergenza climatica e del riscaldamento globale, ma non solo. Il movimento non violento da anni ormai, con le sue azioni di protesta spesso controverse, cerca di portare al centro del dibattito nazionale e internazionale il senso di urgenza che tutti noi dovremmo avere sui pericoli legati all’inquinamento e al deterioramento ambientale. Ne parliamo con Fede Merlin, giovane attivista padovana, appena tornata da Roma.

Merlin, ci presenta Ultima Generazione…

«Vorrei subito chiarire un equivoco. Il nostro non è un movimento ambientalista, ma un movimento rivoluzionario che vuole arrivare ad ottenere la vera democrazia.»

Cosa intende per vera democrazia ?

Fede Merlin

«La risposta è molto semplice. Le persone che credono nel voto oggi sono sempre meno. Basti guardare i dati di affluenza alle urne o più in generale di quanto i giovani italiani credono nella politica. Basti anche pensare all’azione del nostro Governo, sempre più affascinato dalle destre autoritarie e illiberali.

Ciò che i politici promettono quasi mai viene rispettato, come ad esempio le norme che tutelano la biodiversità e l’ambiente. La classe politica ci sta prendendo in giro. I governi che si sono trovati alle varie COP non hanno mai trovato una soluzione. Vogliono solo trovare un modo per produrre ancora di più, magari sotto un’etichetta green, che però, appunto, è solo un’etichetta. Non esiste, infatti, una vera produzione green. Vogliono intortarcela in qualsiasi modo pur di continuare a fare i soldi e alimentare la macchina del capitalismo.»

Quindi voi sposate le teorie della decrescita felice di Serge Latouche?

«La richiesta di Ultima Generazione non è la decrescita, ma la democrazia. Ai nostri governanti di ridurre le emissioni frega poco o nulla. Il problema è che le decisioni vengono prese da persone incompetenti nella migliore delle ipotesi, criminali nella peggiore. Se non si aiutano le persone facendo qualcosa di concreto di fronte a fenomeni ambientali gravissimi come alluvioni e siccità, se non aiuti le comunità a resistere all’emergenza climatica, se non aiuti una generazione a sperare in un futuro, su di te – politico che non stai facendo nulla – grava la responsabilità di molte vite.»

Cosa sta facendo, in particolare, Ultima Generazione a Padova?

«Personalmente sono arrivata di recente, da settembre 2023, e abitando a Padova le mie azioni le ho fatte nella mia città. Dove? Dentro alcuni musei, facendo blocchi stradali, interrompendo messe e convention. In una città molto attiva culturalmente come Padova non è difficile trovare occasioni per portare avanti la nostra azione di protesta. Come in tutte le altre città in cui operiamo anche a Padova la nostra richiesta è quella di creare un fondo di riparazione per le vittime della crisi climatica. Almeno 20 miliardi da destinare ai cittadini che hanno subito sulla propria pelle, direttamente o indirettamente, i danni della crisi climatica. Ogni nostra azione viene realizzata per chiedere al governo questi soldi. Ultima generazione fa parte di una rete internazionale – “A22” (da aprile 2022, quando venne creata, ndr). Nuovi gruppi simili al nostro stanno nascendo in tutto il mondo. Tutti usano l’arma della disobbedienza civile e il colore scelto è quello dell’arancione.»

Attivisti di Ultima Generazione e Extinction Rebellion

Quali riscontri avete avuto?

«Come sempre vengono fatte tante promesse. Abbiamo incontrato Andrea Zanoni del PD, molto attivo e politico vero, che personalmente stimo moltissimo. Lui si è detto d’accordo con noi per istituire il fondo riparazione. Poi però fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… è ad esempio difficile che i politici scelgano di togliersi i soldi dalle proprie tasche per darli ai cittadini e le difficoltà burocratiche fanno il resto. Di pratico, alla fine, c’è poco. Una cosa che le nostre consorelle stanno facendo in altre nazioni è quello di chiedere un’azione concreta ai partiti che al momento si trovano all’opposizione. Forse in quel modo c’è qualche speranza in più, perché pur di andare contro il Governo si può pensare di ottenere qualcosa in più.»

Siete spesso criticati, anche da chi simpatizza per il vostro movimento e la causa che portate avanti, per le modalità, che a volte penalizzano il singolo cittadino (blocchi stradali) o le opere d’arte (anche se tutto quello che utilizzate è vernice “lavabile”). Secondo voi rimane la modalità più corretta? Non si rischia di parlare più dell’azione che del messaggio?

«Ovviamente tutto quello che noi facciamo è molto ponderato. Anzi, penso che il nostro sia il movimento strategicamente più ponderato nel panorama delle associazioni attiviste in Italia e non solo. Abbiamo un piano a breve, a medio e anche a lungo termine. La nostra è disobbedienza civile che ha avuto risultati e non lo dico io, ma la storia. Molti studi dimostrano che le persone non sono allontanate dalla causa dalle nostre azioni, ma anzi… che fare questo tipo di azioni porta all’attenzione pubblica il tema della crisi ambientale. Chissenefrega, allora, se parlano di noi bene o ne parlano male, l’importante è che la tematica arrivi ai canali di informazione e al grande pubblico.

Un blocco stradale di Ultima Generazione

Se in realtà se ne parlasse a sufficienza non ci sarebbe certo bisogno di noi, ma purtroppo non è così. Chiediamoci allora perché una ragazza di 17 anni come me o un padre di famiglia – come alcuni nostri attivisti – sono arrivati a incollarsi alla strada per bloccare il traffico e protestare invece che andare a scuola o al lavoro. Chiediamoci perché alcuni giovani hanno deciso di imbrattare un’opera d’arte al fine di far parlare del clima e del nostro futuro. Non siamo incoscienti. Siamo persone normalissime, né eroi né vittime. Abbiamo semplicemente capito la gravità della situazione e siamo arrivati al punto di fare azioni di disturbo, e non certo di violenza, pur di portare all’attenzione di tutti il problema. Subiamo tanto odio e repressione, ma siamo consapevoli di essere sulla giusta strada.»

Siete spesso stati malmenati (anche qui a Verona, lo scorso autunno, ndr). Ma sembra che alla fine ci sia sempre una certa “indulgenza” per chi commette violenza nei vostri confronti…

«Nel momento in cui una persona comune, che non ha magari gli strumenti culturali per capire la situazione, si imbatte in chi gli blocca la strada è difficile che ne possa capire le motivazioni. Veniamo chiamati vandali, terroristi, “gretini”. Io penso che il blocco stradale o l’imbrattamento siano azioni totalmente insensate in una situazione normale. Visto dal nostro punto di vista, però, è quantomeno accettabile, se il risultato è ottenere più attenzione su determinati problemi. Non è così, però, per chi è frustrato da un sistema che opprime e impone di lavorare tante ore al giorno, produrre e produrre e poi andare al centro commerciale nel weekend a spendere i propri soldi per alimentare un certo capitalismo che sta danneggiando irrimediabilmente il nostro Pianeta. Davanti a queste persone, quando ci incontrano, si concretizza la possibilità di sfogare tutta la rabbia accumulata. Noi siamo persone che hanno scelto di non accettare questo sistema. Altri no. Molte persone seguono l’opinione pubblica. Quando viene individuato un nemico dal governo, dalla stampa… è più facile puntare il dito contro chi, come noi, lotta per il clima, i migranti, i diritti delle comunità LGBTQ+, etc. … Seguono una strada che qualcun altro ha indicato loro. Per me è frustrazione sistemica.»

Come scegliete gli obiettivi delle vostre proteste?

«Si va per i grandi eventi, le maratone, le messe. Cerchiamo l’evento che ha più visibilità possibile, perché può portare più voce alla nostra azione.»

Un’azione di protesta all’interno di un museo

I movimenti come Ultima Generazione e Extintion Rebellion sono particolarmente attenzionati dall’attuale governo Meloni che applica tolleranza zero nei vostri confronti. Come giudicate questo tipo di atteggiamento?

«Basti pensare che è stata varata appositamente una legge contro le eco-proteste. Si tratta di una cosa gravissima, concepibile solo in regimi dittatoriali. Si punisce chi protesta. Tendiamo sempre di più alla repressione e alla mancanza di libertà di espressione. Attenzione: la nostra protesta può risultare illegale, certo, ma non sarà mai anticostituzionale. L’importante, per noi, è non usare la violenza. Ci prendiamo tutte le conseguenze del caso, ma fare una legge apposita contro le persone come quelle di Ultima Generazione la dice lunga su come il Governo abbia inteso di avere una sorta di “pantopotere”, un potere su tutto e tutti. La Meloni viene vista come il nuovo leader europeo perché chiude i confini e non sviluppa vere politiche di accoglienza per persone che scappano da terre continuamente alluvionate o peggio troppo secche per essere coltivate. Stanno togliendo sempre più diritti ai migranti, alle donne, alle comunità LGBTQ+. Quando un giorno non ci sarà più acqua e cibo e ci renderemo conto di che cosa abbiamo causato con i nostri comportamenti irresponsabili sarà troppo tardi.»

A Roma alcuni giornalisti, nei giorni scorsi, che avrebbero voluto solo raccontare quello che stava accadendo sono stati portati in questura e impossibilitati a svolgere il proprio mestiere. Che ne pensa?

«Ormai è diventato quasi pericoloso scrivere di Ultima generazione. Arrivano le forze dell’ordine con fare intimidatorio e ti impediscono di lavorare. Questo è un attacco alla libertà di informazione. Anche a Padova, tempo fa, era successa una cosa simile con un collaboratore del Mattino di Padova, che è stato portato in questura come censura preventiva. Questo dovrebbe fare il giro delle televisioni, non certo i vandali che imbrattano un muro con vernice lavabile.»

Siamo a pochi giorni dalle prossime elezioni europee. Cosa vi aspettate da questa tornata?

«È un voto fondamentale, ma siamo consapevoli che ancora una volta sarà necessario scegliere il meno peggio. Non andando a votare o scegliendo qualcuno di totalmente incompetente si può solo peggiorare la situazione. Scegliere chi garantisce solo la sicurezza e la disciplina a discapito di altre tematiche potrebbe essere un problema. Non ci sono, in questo momento, partiti particolarmente green e quei pochi che ci sono non avranno mai, purtroppo, la maggioranza. Oggi, si sa, vince il partito più populista perché sceglie di avere maggior consenso puntando sulla fascia più anziana della popolazione, quella più conservatrice e meno coraggiosa.

I giovani, al contempo, non vanno più a votare e gli anziani hanno scelto la destra, spesso populista e poco ambientalista. Vedendo gli ultimi dati diciamo che non si prospetta niente di buono. In Italia lo vediamo quotidianamente: abbiamo un ministro dell’Agricoltura che dice, testuali parole, che “per fortuna la siccità ha colpito il sud e non il nord”, mentre il vicepremier dimostra ogni giorno totale incompetenza su ciò che sta avvenendo a livello climatico e non solo nel nostro Paese. Siamo nelle mani di gente così. Dovrebbero essere molto più informati e competenti di noi, ma in realtà non lo sono affatto. Purtroppo, votare queste persone significa condannare tutti noi, perché devono operare decisioni politiche importanti che gravano sulle nostre vite. Il futuro sostenibile, con questi politici, viene solo promesso, ma in realtà è sempre più com…promesso

Per finire… molti giovani soffrono di eco-ansia causata da una narrazione drammatica delle crisi climatica. Cosa possiamo dire a loro?  

«L’unica cosa che mi viene da consigliare, detto da persona che l’ha vissuta è di cercare di trasformare questa eco-ansia in eco-rabbia ed eco-coraggio. Se gli altri non fanno una cosa per te allora falla tu stessa. Non importa chi sei, quanti anni hai, cosa fai nella vita, in cosa credi. Bisogna solo cercare di trasformare questo sentimento di impotenza in qualcosa di attivo e concreto. Il mio è un invito all’azione. Anziché stare a casa e piangere, come io stessa ho fatto fino a qualche anno fa, uscite e trovate il coraggio di fare in prima persona ciò che ritenete più giusto. Può essere un’azione come quelle messe in atto da Ultima Generazione ma va bene anche qualcos’altro, purché sia qualcosa di efficace.»

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