Impossibile, parlando della musica a Verona, prescindere dall’importanza che riveste l’anfiteatro romano con la sua natura versatile, adattabile sia alla lirica che ai concerti rock. Ne hanno viste tante quelle pietre bianche, in secoli di onorato servizio alla comunità: da leoni e gladiatori al pattinaggio sul ghiaccio, dai Pink Floyd al Festivalbar, dai Deep Purple fino al duo Benji e Fede, a quanto pare idoli dei teenager.

Una nota merita senz’altro il Festival Lirico, che rappresenta da solo un quinto dei biglietti d’opera in tutta Italia e nel 2019 ha visto un incremento di pubblico in doppia cifra, in controtendenza rispetto al settore. Non potendo contare su abbonamenti, come invece accade ai teatri cittadini, la Fondazione Arena deve ogni anno sfidare se stessa, alzando sempre il valore artistico e la varietà delle proposte, in modo da garantire il pienone ogni sera. La necessità di ricreare ogni volta una magia impone un’attenta selezione delle voci migliori del belcanto, direttori esperti o comunque intriganti e allestimenti di grande impatto visivo, alternando la tradizione all’innovazione.

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Katia Ricciarelli

Quest’estate la curiosità più grande è forse per il debutto nell’opera lirica del regista Gabriele Muccino, con una Cavalleria Rusticana forte dell’attesissimo ritorno sulle scene della soprano Katia Ricciarelli, che tornerà a calcare il palco “di casa” dopo tanti anni. Vedremo anche esordire sul podio areniano il giovane direttore Diego Matheuz, interessante prodotto di El Sistema, un modello di educazione musicale pubblica nato in Venezuela 40 anni fa, che ha permesso a tanti bambini di tutti i ceti sociali di crearsi un futuro nella musica.

Ascolteremo voci note, vecchi amici dell’Arena e nuove proposte internazionali; ci saranno direttori d’orchestra storici, come Daniel Oren, confermato Direttore Musicale del Festival anche per il 2020, e alcune sorprese, come Plácido Domingo nell’inconsueto ruolo sul podio per una serata unica di Aida. Completano il cartellone alcuni gioielli particolari, incastonati qua e là, con il ritorno a grande richiesta del ballerino Roberto Bolle, che sarà presente in doppia data con i suoi “Friends”, e una serata con Ezio Bosso a dirigere la monumentale IX Sinfonia di Beethoven. Il Sovrintendente Cecilia Gasdia si dichiara orgogliosa di «aver concentrato ancor più la preziosità del panorama internazionale, offrendo al pubblico una parata unica di eccellenze, che in pochi giorni consente di ascoltare in un solo luogo e in ruoli diversi stelle di prima grandezza».

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Marracash

Esiste poi un’altra faccia dell’Arena, meno impegnata ma non meno apprezzata, curata dalla Arena Extra di Gianmarco Mazzi: la programmazione pop e rock e le serate di spettacoli comici, con nomi popolari a livello nazionale. Questo calendario va di fatto ad ampliare quello estivo, da un lato con un’estensione della durata da maggio a ottobre e dall’altro innestandosi nei tempi lasciati liberi dal Festival Lirico; saranno presenti nomi storici e illustri del panorama musicale italiano, così come alcuni artisti di fama internazionale. Per i più giovani, imperdibili le date di Marracash, indiscussa icona hip hop, e lo show con annesso addio alle scene dei citati Benji e Fede. Un programma sicuramente studiato per raggiungere le più variegate tipologie di audience e trasversale per generi e molto, forse troppo, commerciale; ne esce un’immagine di Verona facilmente vendibile e di sicuro successo, certo, ma anche lontana dalle sue effettive possibilità. Vedere artisti come Paul McCartney, Ben Harper, Liam Gallagher o John Legend preferire altre piccole realtà, come il Lucca Summer Festival, ad esempio, lascia l’amaro in bocca al pensiero di cosa si potrebbe fare da noi, in un contesto unico e meraviglioso come l’Arena. Sarebbe bellissimo poter alzare la famosa asticella anche per la stagione “Extra”, programmando eventi di più alto livello, in una gestione che trasformi l’Arena da stupenda macchina per soldi a messaggio multimediale di una Verona aperta, moderna e veramente orientata a coltivare quella Bellezza che l’ha resa famosa in tutto il mondo.

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Deep Purple in Arena

Indipendentemente dalla realizzazione dal nostro sogno di un’evoluzione culturale cittadina, l’Arena ha mostrato di recente anche il suo lato peggiore, un aspetto che sfugge alla maggior parte di noi: la difficoltà di offrirsi in modo inclusivo anche alle persone con disabilità motoria. Sofia Righetti, che tanto lustro ha dato a Verona per le vittorie nello sci paralimipico in passato, ha deciso di portare all’attenzione di tutti questo limite, iniziando lo scorso 20 febbraio una coraggiosa causa per condotta discriminatoria verso le persone con disabilità contro le tre realtà coinvolte nell’organizzazione di concerti: Arena Extra, Fondazione Arena e Vivo Concerti. Quanto è successo a lei durante il concerto degli Evanescence della scorsa stagione, capita purtroppo a tutte le persone in carrozzina, che pagano un regolare biglietto per concerti extralirica, in cui non riescono a vedere nulla, a causa delle postazioni completamente inadeguate adibite dagli organizzatori. Già è molto triste realizzare che l’Arena di Verona (con circa 15.000 posti disponibili) permetta l’accesso soltanto a 35 persone in carrozzina; a questo si aggiunga che la posizione dello spazio riservato è in platea e, se gli spettatori in poltrona decidono di alzarsi, per chi evidentemente non può fare altrettanto resta solo da guardare il concerto su uno schermo, quando messo a disposizione. Il concerto degli Evanescence, che Sofia attendeva da molto tempo, ci racconta esser stata l’ultima goccia dopo «anni di rospi ingoiati a sopportare una gestione approssimata e discriminatoria da parte del management. Amo la mia città, amo Verona e amo l’Arena e per questo voglio che la situazione venga risolta una volta per tutte.»

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Sofia Righetti

Dopo gli anni dello sci, dopo i successi sui palchi con le sue band, dopo i tanti riconoscimenti come modella e attivista dei diritti, umani e animali, dopo il meraviglioso speech al TEDx di qualche anno fa, Sofia Righetti si scontra ora con una prima reazione ufficiale, ricevuta solo attraverso i giornali. Lamenta, infatti, che i responsabili, dopo aver ignorato le sue diffide, hanno sminuito la richiesta, rispondendo che a un concerto rock è impossibile tener ferme le persone. Fino ad arrivare alle dichiarazioni di Mazzi, rilasciate al quotidiano “L’Arena”, che promette che verranno affiancati assistenti personali ai disabili. A Sofia la cosa non va ovviamente giù, lei che si batte da anni per equità e parità. Arriva a chiedersi sarcastica se questi nuovi assistenti, di cui gran parte delle persone in carrozzina non ha bisogno, saranno lì per alzarsela sulle spalle.

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Sofia Righetti al TEDx Verona 2015

A limitare le possibilità di un intervento in questo senso è, oggettivamente, la combinazione letale tra stringenti normative di sicurezza, che impongono di collocare le persone a limitata autonomia motoria accanto alle uscite percorribili su ruote, e uno spazio fortemente limitato dalla sua vetusta età, con barriere architettoniche che appaiono insormontabili. Se sembra complicato (ma non impossibile) poter agire su una diversa collocazione dei disabili, basterebbe forse ricordare, in sede di acquisto di biglietti di platea, che in quel settore non è ammesso alzarsi in piedi, nel rispetto dei diritti di tutti a godersi lo spettacolo. Se si riesce a controllare che non si fumi o che non si facciano video, sarà sicuramente possibile imporre questo piccolo sacrificio a chi peraltro si sceglie una comoda poltrona dal principio. Come ricorda Sofia, nel 2008, al concerto dei Kiss, le persone in platea stavano sedute. Basta fare la giusta comunicazione al fine di sensibilizzare gli spettatori. In Arena ci sono tantissimi altri posti in cui chi vuole saltare e ballare può farlo.

Questa donna coraggiosa, come ama ripetere lei stessa “con la spina dorsale di titanio”, non è sola in una lotta che appare contro i giganti: durante la scorsa udienza ha ricevuto il fattivo sostegno dell’Associazione Luca Coscioni, alleati nella lotta contro ogni condotta discriminatoria, e in questi giorni qualcuno ha lanciato una campagna social con l’hashtag #iostoconsofiarighetti per creare qualcosa di simile a una class action della società civile. Subito raccolta dalla scrittrice e blogger Valentina Tomirotti che proprio nei prossimi giorni sosterrà presso il Tribunale di Mantova un’analoga azione legale.

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Kiss in concerto

Sofia lo perderà, purtroppo, il concerto di addio dei suoi adorati Kiss, vista la situazione. Le auguriamo, però, di riuscire, con questa importante causa contro la discriminazione, ad arrivare davvero a una soluzione di compromesso che garantisca a tutti di fruire al massimo della magia di un concerto in Arena. Almeno finché non arriverà – altra speranza che vogliamo nutrire – il Parco della Multimedialità e della Musica a spostare eventi di questo tipo in spazi più accoglienti, moderni e senza barriere. Come dice lei stessa è il momento di «alzare tutti la voce, senza farci abbindolare dalla soluzione comoda del paternalismo assistenzialista; io  combatto per tutti, i miei diritti sono i tuoi diritti. Sempre.»