Extinction Rebellion (XR) è un movimento internazionale, basato su azioni radicali di disobbedienza civile, non violenta, per la giustizia climatica e sociale. Nato nel Regno Unito nel 2018, XR si è diffuso in tutto il mondo e si ispira a Roger Hallam, agricoltore biologico gallese, e Farhana Yamin, avvocata ambientalista Pakistana,  vissuta a Londra. Entrambi sono convinti che le mobilitazioni tradizionali degli ultimi 30 anni abbiano fallito l’obiettivo di fermare la crisi climatica. 

XR è attivo a Verona dal 2019. Si è fatto conoscere per azioni dimostrative non violente volte a creare consapevolezza  dell’emergenza climatica nei cittadini, stimolarli ad agire rispetto a un governo  reticente e insensibile, spingere l’amministrazione e i media locali a produrre un’ informazione scientificamente corretta sui rischi ecologici, economici e sociali dovuti al surriscaldamento globale.

Luca Quilici, 36 anni, entra in Extinction Rebellion veronese nel 2022 dopo il sostegno a  vari movimenti umanitari e ambientalisti, Amnesty International, Greenpeace. Si presenta dicendo: «Ho deciso di partecipare ad azioni di  disobbedienza civile nonviolenta perché inequivocabilmente giuste e efficaci. Non è stato facile, le conseguenze legali spaventano, ma quando mi siedo a terra  per richiamare l’attenzione pubblica la paura svanisce.»

Quilici, quando XR è nato il rischio climatico era un tema ancora riservato a poche persone esperte e sensibili.  Grande merito dei movimenti ambientalisti è stato di averlo imposto con forza  all’opinione pubblica mondiale. Ora tutti, compresi i petrolieri che hanno ospitato a Dubai la COP 28, sembrano convinti della minaccia climatica e dichiarano di impegnarsi a ridurre rapidamente le emissioni di gas serra. Avete vinto, missione compiuta?

Luca Quilici

«La Cop28 ha avuto l’unico grande merito di aver reso impossibile negare la crisi climatica, ottenendo il riconoscimento ufficiale da scienziati, politici, economisti. È stata anche la Cop dei lobbisti del petrolio, carbone e gas che superavano di numero i rappresentanti politici, è stata la Cop che ha silenziato il dissenso.

Si è perso però il termine phase out (eliminazione/fuoriuscita dalle fonti fossili), che sapevamo  fondamentale, per il blando transition away, transizione fuori dai fossili. La missione sarà compiuta quando avremo fermato l’aumento di temperatura del pianeta al minor valore possibile, con la riduzione delle emissioni di CO2 del 50% al 2030 e azzerate prima del 2050,  missione realizzata coinvolgendo le persone, rispettando popoli, minoranze e classi marginalizzate, animali ed ecosistemi.»

Molti giovani stanno soffrendo di eco-ansia causata da una narrazione drammatica delle crisi climatica. Cosa si può dire loro?

«Innanzi tutto direi che non è la narrazione ad essere drammatica, ma la realtà del riscaldamento globale, scientificamente provata, confermata con la richiesta di azione urgente da tutta la comunità scientifica. IPCC, ONU e anche OMS riconoscono la crisi climatica come “una minaccia al benessere dell’umanità”. Non dobbiamo pensare che un aumento della temperatura del pianeta oltre il grado e mezzo, target dell’accordo di Parigi del 2015, significhi che avremo perso tutto, questo però non deve ingannarci facendoci credere che abbiamo tempo da perdere, non deve essere motivo per rimandare le azioni altrimenti sarà sempre terribilmente peggio. A chi soffre di eco-ansia suggerisco di concentrarsi su ciò che si ama e di cui ancora possiamo godere, e invito nello stesso tempo ad attivarsi con azioni  collettive che diano un senso di efficacia e di giustizia, in grado di cambiare repentinamente le cose.»

Il Green Deal europeo ha come obiettivo traghettare l’UE verso un mondo a zero emissioni climalteranti al 2050. Qual è in breve il vostro  giudizio sul progetto e sull’azione della commissione?

«XR si affida alla scienza e alla democrazia diretta, in questo senso non mi sento di rispondere per il movimento, esprimo la mia opinione. L’Europa è stato il primo continente a porsi il Net Zero emissioni come obiettivo, per questo sono convinto che il Grean Deal sia un piano ambizioso e necessario, un atto di responsabilità. In quanto cittadini di una unione di Stati ricchi dovremmo però realizzare una transizione equa e giusta in tempi ancora più stretti del 2050 e stimolare gli altri Paesi, l’economia mondiale (non solo energetica) ad evolversi verso un nuovo paradigma.

I dubbi sull’effettiva volontà di realizzare le politiche espresse dall’Europa nascono quando vediamo la Basilicata, giunta di Vito Bardi (Forza Italia), nel prorogarela concessione a Total fino al 2028, prevedere la possibilità di estrarre petrolio fino al 2068, ben 18 anni oltre i limiti fissati dall’Unione Europea per l’azzeramento globale delle emissioni; il Governo Italiano nel 2022 investire circa 95 miliardi di euro in sussidi alle fonti fossili  (Legambiente); il nostro ministro Pichetto Fratin dichiarare l’uscita dell’Italia dal carbone,  ma sostituito col gas naturale, dimenticando che anch’esso, nella combustione, produce CO2, mentre persino la IEA (International Energy AgencY) chiede una riduzione delle emissioni di metano del 75% entro il 2030 e l’ENI, società pubblica italiana acquistare in tutto il mondo concessioni per nuove estrazioni di idrocarburi  compreso quella dello Stato di Israele nei territori strappati col genocidio alla Palestina».

Cosa vi aspettate dalle prossime elezioni europee del 8/9 giugno? Partecipate alla campagna elettorale? Qual è la vostra indicazione di voto?

«Non partecipiamo alla campagna elettorale perché non siamo un partito politico ma un movimento di persone che chiedono alla politica di agire immediatamente, di farlo coinvolgendo i cittadini attraverso le Assemblee dei Cittadin@, tutte le azioni da intraprendere sono già scientificamente chiare, manca solo la volontà politica di fare.

Riguardo alle indicazioni di voto personalmente suggerisco di guardare i programmi dei partiti ricordandosi che abbiamo solo 6 anni di tempo per dimezzare le emissioni di CO2 e che la “transizione energetica” si tradurrà  in vite salvate e in immense perdite economiche evitate.»

A livello locale il movimento ha sollecitato l’attuale amministrazione veronese a  dichiarare l’emergenza climatica,  dire la verità ai cittadini sul rischio climatico. Quali riscontri avete avuto?

«Per la transizione è indispensabile una corretta conoscenza della realtà. Nonostante l’impegno preso dall’Amministrazione l’informazione rimane molto carente sia in quantità, proposta con eventi sporadici e non ciclici, senza una pianificazione adeguata all’emergenza, che in qualità, spesso lasciata alle buone pratiche del territorio e non alla relazione con gli scenari globali o nazionali, prive delle tempistiche indispensabili all’urgenza, senza riferimento alle relative responsabilità. Oltretutto non è istituzionale, spesso rimandata ad associazioni o limitata al  patrocinio di eventi.

Nell’agosto 2023, grazie anche all’assessore Tommaso Ferrari, abbiamo ottenuto due incontri con tutti gli assessori componenti la Giunta comunale, ma il sindaco Damiano Tommasi e la vicesindaca Barbara Bissoli non si sono presentati. Ci siamo confrontati e abbiamo chiesto che il Comune utilizzasse i suoi principali canali di informazione per comunicare i messaggi principali dei report IPCC. Siamo a maggio 2024 e niente è stato fatto».

I movimenti come Ultima Generazione e Extintion Rebellion  sono particolarmente attenzionati dall’attuale governo Meloni che vuole  zero  tolleranza per coloro che, seppur per nobili motivi, imbrattano (senza danneggiarli) i monumenti. Lei personalmente è stato colpito da un provvedimento repressivo a Roma, vuole raccontare  brevemente la sua esperienza?

«Il 23 ottobre 2023 ho preso parte a un’azione di disobbedienza civile nonviolenta a Roma. Insieme ad un centinaio di persone abbiamo occupato l’ingresso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,  vestiti da Pinocchio per denunciare le politiche climatiche del nostro governo, intrise di bugie e di negazionismo.

La protesta era pacifica e non violenta. La risposta della polizia è stata quella di portarci in Commissariato nonostante avessimo tutti fornito già i nostri documenti e generalità. Alcuni di noi sono stati tenuti in stato di fermo per oltre otto ore, senza avvisare il PM come richiederebbe la procedura, e sequestrando striscioni e bandiere. Io sono stato una delle cinque persone che, oltre alle denunce per manifestazione non preavvisata (art 18 TULPS) e per inottemperanza all’ordine dell’autorità (art. 650 cp), ha ricevuto, in modo del tutto arbitrario, un foglio di via che mi intimava di lasciare la Città entro 24 ore e di non potervi rientrare prima di 18 mesi in quanto “soggetto pericoloso”. Recentemente il GIP del Tribunale di Roma ha deciso di archiviare le denunce, riconoscendo che non sono stati commessi i reati a noi imputati, permane il foglio di via.

La criminalizzazione è esattamente questo: cercare di piegare e inasprire le leggi col fine di reprimere qualsiasi voce di dissenso pacifico, ma anche diffondere menzogne nell’opinione pubblica chiamandoci vandali, usando parole come deturpamento invece di imbrattamento e molto altro. Dire la verità è la prima richiesta di XR e anche per questo andremo avanti con amore e rabbia.»

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