Turchia: il sogno resta vivo

Le recentissime elezioni nel Paese del "Sultano Erdogan" hanno registrato una decisa e importante inversione di tendenza. Un segnale che da Ankara a Istanbul passando per il Kurdistan qualcosa sta cambiando.

La pericolosa trasformazione della Democrazia

La consapevolezza da parte di molti cittadini dell’irrilevante importanza del proprio voto sui processi deliberativi e sulle scelte politiche, ha aumentato l’apatia partecipativa della popolazione, represso il dibattito politico e consolidata la prevalenza del voto di scambio rispetto a quello d’opinione.

Elezioni in Argentina, dove da perdere non c’è più nulla

Torniamo nuovamente sulle elezioni presidenziali in Argentina dove lo scorso weekend si è tenuto il ballottaggio tra Sergio Massa, candidato peronista e attuale ministro dell’Economia, e Javier Milei, auto-definitosi anarco-capitalista, un noto economista con un’idea precisa e poco ortodossa della cura necessaria a riportare “La Argentina” alla serenità e prosperità economica.

La Polonia frena il populismo

Tre quarti degli aventi diritto si sono presentati ai seggi, la percentuale più alta mai registrata in Polonia e perfino migliore di quella seguita alla caduta del comunismo. Per la prima volta nella storia, a votare sono state più le donne degli uomini. Come i giovani: il 69% con meno di 29 anni ha partecipato.

L’unico vincitore

Erdogan è stato rieletto ancora una volta presidente della Turchia. Al di là delle considerazioni sugli eventuali brogli elettorali, quali sono ora le prospettive per il suo popolo e per la comunità internazionale?