“De-escalation”, “Sicurezza in Europa”, “L’Occidente agisce con unanimità”, “Putin pagherà caro”, “Il  Poker di Putin”… ” Putin attaccherà l’Ucraina?”

Questi sono solo alcuni dei titoli apparsi nei media in Italia e in Europa negli ultimi giorni. 

Le questioni dell’aggressione russa all’Ucraina sono discusse sia da esperti sia da persone comuni  interessate alla politica. Come cittadina italo-russa e giornalista molti mi chiedono: “Cosa vuole Vladimir Putin? Inizierà una guerra contro l’Ucraina? Putin vuole ripristinare l’ex Urss e annettervi l’Ucraina e altri paesi?”

Osservando  gli eventi della politica russa da più di 25 anni, posso trarre alcune considerazioni e, in primis, che il presidente russo non vuole una guerra perché, semplicemente, non gli conviene per una serie di ragioni. I suoi obiettivi, a giudicare il corso degli eventi, sono alquanto diversi.

Putin bussa a tutte le porte

L’obiettivo di Putin è creare tensione nel mondo occidentale, “tenere in allerta i nostri partner occidentali” come da lui affermato chiaramente il 18 novembre 2021, rivolgendosi ai rappresentanti della diplomazia russa.

Come sappiamo Putin vuole impedire l’espansione della Nato verso l’Ucraina e i confini della Russia. Nella riunione annuale al Ministero degli Esteri, Putin si è espresso riguardo l’espansione della Nato nell’Europa orientale e in questo contesto ha parlato anche delle “esercitazioni” che l’esercito russo ha condotto in questi mesi vicino al confine con l’Ucraina.

“Tuttavia, i nostri recenti avvertimenti si fanno ancora sentire e producono un certo effetto: lì è comunque sorta una certa tensione… È necessario che questo stato (di tensione, nda)  sia mantenuto fintanto sarà possibile”.

Vladimir Putin

Così i militari e i diplomatici si sono messi a eseguire l’ordine del presidente: hanno continuato le manovre militari ai confini dell’Ucraina, aumentando la presenza delle truppe e  dei carri armati. Il ministro Sergej Viktorovič Lavrov e la portavoce degli Esteri Maria Zakharova, famosi per le loro dichiarazioni dispregiative nei confronti degli Stati Uniti, della Nato e dell’Occidente, stanno creando “l’atmosfera della tensione” come vuole il loro Presidente.

Questa tensione è andata avanti negli ultimi mesi e sta crescendo sempre di più, per attirare l’attenzione sulla Russia creando la necessità di dialogare con lei, facendo diventare necessari gli incontri dei leader occidentali con Vladimir Putin.

Decidere l’agenda politica

Sono tanti i leader occidentali che hanno avuto colloqui telefonici con il presidente, tra dicembre e gennaio, compreso il premier italiano Mario Draghi

Emmanuel Macron ne ha avuti  almeno cinque, dopo di che si è recato al Cremlino nonostante la pandemia. Il vertice per una de-escalation è durato più di 5 ore. Macron e Putin hanno cenato assieme in un clima che ricordava i tempi e i rapporti antecedenti all’annessione della Crimea da parte della Russia.

Il dettagliato menu gourmet servito durante l’incontro è stato accompagnato da una carta vini particolarmente interessante: bottiglie dalla famigerata proprietà Divnomorskoe che Navalny, l’oppositore e nemico numero uno di Putin, ha descritto nel suo film-inchiesta “Il Palazzo di Putin”.

Ucraina - Localizzazione
La posizione dell’Ucraina, in verde

L’incontro Putin-Macron al Cremlino ha catalizzato l’interesse dei media, ponendo l’attenzione sul gigantesco tavolo che li teneva a grande distanza l’uno dall’altro.

Oggi, martedì 15 febbraio. al Cremlino è fissato un altro incontro con un “partner occidentale”, ossia il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Per Putin poter confrontarsi con i leader occidentali è imprescindibile, soprattutto dopo questi anni di isolamento dovuti al forte peggioramento dei rapporti tra l’Occidente e la Russia. 

Un modo per ricucire i bei tempi in cui la Russia era un membro del G8 e le visite in Europa erano frequenti, e l’amicizia politica era coltivata, come con Silvio Berlusconi. E ripristinare i legami economici con l’Occidente, distrutti a causa dell’annessione della Crimea.

Ma per Scholz, reduce dall’incontro di ieri con il leader ucraino Volodymyr Zelensky, “la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina non sono negoziabili. Ci aspettiamo che la Russia prenda dei provvedimenti per risolvere questa situazione”.

Una scelta pragmatica: conservare il potere e recuperare l’economia russa

L’economia della Russia dipende molto dall’export verso l’Europa di gas e, di conseguenza, dipende dal rapporto d’equilibrio con l’Occidente.

Il comportamento aggressivo della Russia e la possibile invasione dell’Ucraina ha messo a rischio un grande progetto che riguarda un gasdotto, il Nord Stream 2, che sta diventando un’arma a doppio taglio per Mosca. Il presidente americano Joe Biden, infatti, lo sta minacciando su questo fronte: 

«Se la Russia invaderà l’Ucraina, ci sarà lo stop al gasdotto.»

Joe Biden

L’Europa sta affrontando una grave crisi energetica e la Russia, in questo contesto ricca di gas e petrolio, potrebbe offrire una valida soluzione. Putin spera di approfittare delle difficoltà energetiche per provare a ripristinare la precedente cooperazione economica con l’Occidente, crollata dopo la campagna e le sanzioni in Crimea nel 2014.

Sebbene l’Occidente parli di sanzioni e “super sanzioni”, esiste l’interesse per le forniture delle risorse energetiche dalla Russia, perché questo è il modo più semplice per risolvere la crisi energetica. E l’Europa non ha ancora trovato le alternative per risolvere uno dei suoi grandi problemi.

Con l’uscita dalla pandemia, l’economia europea deve “recuperare” la crescita perduta. Se in Occidente prevarrà un approccio pragmatico, il progetto del gas non verrà chiuso e potrebbe essere ripristinato il dialogo energetico con la Russia.

Putin non vuole la guerra, ma…

Proprio per il suo pragmatismo è poco probabile che il presidente inizi una guerra: i costi potrebbero rivelarsi molto maggiori dei possibili benefici. E, naturalmente, è chiaro che in caso di aggressione russa, le infrastrutture della Nato diventeranno senza dubbio ancora più vicine e più forti.

Però la situazione attorno all’Ucraina sta cambiando ogni giorno, anzi, ogni ora. Il vero “destinatario” di tutta questa “campagna anti-ucraina” sono gli Stati Uniti. E gli Usa si sono messi decisamente in gioco, usando tutti i metodi della guerra ibrida.

La Nato sta aumentando la presenza delle proprie truppe in Polonia e in altri paesi dell’Est Europa, e in questa atmosfera le cose possono facilmente finire fuori controllo: c’è troppa concentrazione sulle armi, sulle truppe e sugli equipaggiamenti.

E le parole di un classico scrittore russo, Anton Cechov, sembrano essere profetiche:

“Se nel primo atto di una pièce c’è un fucile appeso al muro, nel secondo o terzo verrà utilizzato”.

Anton Cechov

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