Il consigliere comunale Andrea Bacciga è salito spesso agli onori delle cronache scaligere grazie alle sue “provocazioni”. Ma è una strategia ben precisa. E lui non va sottovalutato.

Non vorremmo sopravvalutare troppo il soggetto in questione, sia chiaro, ma allo stesso tempo ci premerebbe togliere un’illusione, piuttosto diffusa, a tutti coloro che lo giudicano male per le sue bravate: il consigliere comunale Andrea Bacciga è tutto tranne che un sempliciotto. Anzi…

Eletto con Battiti nelle liste di Sboarina nel giugno del 2017, fino a questo momento il “Barzi”, come si fa comunemente soprannominare dagli amici, ha fatto parlare di sé molto più per alcuni gesti, dichiarazioni e atteggiamenti (e chi più ne ha più ne metta) un po’ estremi che per quello che ha effettivamente realizzato nel suo ruolo pubblico.

Eppure, a essere onesti, scorrendo l’elenco delle iniziative da lui portate avanti fino ad ora – elenco che si può tranquillamente trovare sulla sua pagina  che si trova all’interno di quella generale del Comune di Verona – si può evincere come l’avvocato penalista, nato a Verona nel 1981, si sia dato (e non poco) da fare. Certo, fra le iniziative di cui è primo firmatario (ci limiteremo a citare solo quelle) troviamo anche una mozione a favore del Ministro Fontana per l’abolizione della Legge Mancino (quella, per intenderci, che ha istituito il reato di apologia del fascismo e nazismo), una a favore dell’esposizione del crocefisso durante il periodo natalizio in tutte le scuole e uffici comunali e una che propone l’acquisto di un fumetto (da distribuire in biblioteche e scuole superiori) che racconta la storia di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, ucciso nel 1975 da elementi appartenenti ad Avanguardia Operaia.

Tutte iniziative legittime, anche se indubbiamente non sempre giudicabili di pubblico interesse, e che rispecchiano pienamente il suo modo di pensare. Però, sempre scorrendo l’elenco pubblico, si possono trovare, fra le altre, anche alcune proposte come quella che vorrebbe istituire, citiamo, parcheggi di sosta denominati “rosa” da riservare alle donne in gravidanza, il divieto di attendamento dei circhi con animali selvatici ed esotici e di utilizzo di animali selvatici ed esotici all’interno di fiere, sagre, mostre, esposizioni e manifestazioni (gli animalisti, sicuramente, ringraziano e forse non solo loro, ma anche chi non vede di buon occhio tutti coloro che svolgono, in giro per il mondo, l’attività circense), una mozione che preveda lodevolmente atti urgenti per il diluvio avvenuto a Verona del settembre 2018, una volta a istituire il progetto “Quartiere sicuro” e, infine, una mozione per ricordare la tragedia delle foibe coinvolgendo sempre l’associazionismo istriano, fiumano e dalmata o testimoni diretti. Per intenderci, molto più di alcuni suoi colleghi seduti sugli scranni di Palazzo Barbieri.

In poche parole non si può dire che, a suo modo, il buon Bacciga non si stia impegnando e d’altronde i ben informati dicono anche che spicchi di gran lunga per qualità di scrittura nella stesura di mozioni e documenti in generale, facendo certamente leva sulla sua buona esperienza di Avvocato. Risulta, insomma, il “genietto” della compagnia. Il che può rappresentare, di per sé, già una notizia interessante.

L’avvocato, però, come anticipato assurge agli onori delle cronache quasi sempre solo per i suoi atteggiamenti più discutibili. Uno su tutti il famoso saluto romano, con il braccio teso “solo” a 120° invece che a 135°, rivolto la scorsa estate contro le attiviste di “Non una di meno” che protestavano civilmente in Sala Consiliare contro la mozione, poi passata, che portava soldi comunali ad appoggiare iniziative private definite “pro vita” e, quindi, contro l’aborto. Quelle donne, ricorderete, erano vestite simbolicamente come le protagoniste di The Handmaid’s Tale, la serie tv che racconta di una società distopica, dove il ruolo e i diritti della donna sono relegati a quelli di procreatrice. E basta. Quello stesso vestito, utilizzato come forma di protesta, è stato usato dallo stesso Bacciga, nei giorni di Carnevale, per ironizzare contro le numerose e non ancora sopite polemiche che quel braccio teso inevitabilmente, a suo tempo, suscitò. E per il quale oggi rischia la radiazione dall’albo degli Avvocati.

La provocazione di Andrea Bacciga

Insomma, la provocazione è il suo mestiere e l’esponente di Battiti non perde quasi mai l’occasione per alimentarla. Come quando, qualche settimana fa, commentando goliardicamente la delibera che confermava la condanna del Pastificio Rana per le “vessazioni omofobe” ricevute da un loro dipendente, ha postato sulla sua attivissima pagina Facebook una foto con cui, con una confezione di tortellini ripieni di “salsiccia e patata” in mano, si chiedeva se mangiando quel prodotto sarebbe poi stato tacciato di “omofobia” o meno. Suscitando l’ilarità di tanti suoi fan, ma anche lo sconsolato commento sullo stesso social di qualche nostalgico: “Non ci sono più i Fascisti di una volta”. Eppure l’atteggiamento un po’ estremista ogni tanto viene fuori. Vivaddio, direbbe probabilmente il nostalgico di cui sopra. Come quando a ottobre se ne andò dalla Commissione Cultura – dove il regista e attore Alessandro Anderloni, invitato dall’Assessore Francesca Briani, stava disquisendo da circa trenta minuti su arte, teatro, musica e via dicendo – perché considerato inaccettabile che un esponente considerato politicizzato (ovviamente a sinistra) come Anderloni (cosa tutta da dimostrare, peraltro) fosse venuto a “pontificare” di cultura in Comune.

E veniamo, dunque, al nocciolo della questione: perché lo fa? Per “simpatica” goliardia, potrebbe ingenuamente dire qualcuno. Perché nel suo animo sostanzialmente ci è e non può fare a meno di tirare fuori la sua essenza, sostiene qualcun altro. Può darsi che la verità stia nel mezzo di queste cose messe insieme o forse in qualcos’altro. Di certo – non scopriamo noi l’acqua calda – lo fa per far parlare di sé (e anche noi, consapevolmente, stiamo “abboccando” all’amo con questo banale articolo) e per lanciare costantemente un messaggio politico ai “suoi”.

D’altronde non è un mistero che politicamente Andrea Bacciga sia nato in seno a Forza Nuova. Quando, due anni fa, si discusse all’interno del partito sulla scelta di appoggiare o meno Federico Sboarina alle elezioni comunali, l’ala storica, quella dura e pura capitanata da Castellini per intenderci, decise di proseguire come da tradizione da sola, mentre quella risultata poi scissionista preferì salire su quello che allora appariva più che presumibilmente il carro del vincitore “in pectore”.


Bacciga, il secondo da destra, fra Alberto Lomastro e Franz Gambale (il Papà del Gnoco eletto il 10 febbraio in Piazza San Zeno) in compagnia del Sindaco Federico Sboarina

Andò, come tutti sanno, proprio così e fu allora che nacque l’associazione culturale Fortezza Europa, che fa capo proprio all’avvocato penalista, anche se formalmente il suo nome non compare negli organi statutari. Fortezza Europa si spartisce, con Casapound, le iniziative culturali dell’estrema destra scaligera e ottiene, a ogni proposta, il patrocinio e l’appoggio incondizionato del Comune, che evidentemente ha molto a cuore le loro iniziative o, dicono come sempre le malelingue, ha qualche “debito” nei confronti di Bacciga. Il quale, pian piano, sta sottraendo volontari e consenso proprio agli ormai ex amici di Forza Nuova, che ovviamente non lo vedono di buon occhio. Per usare un eufemismo.

A ogni provocazione del consigliere comunale il popolo del Web scaligero si esalta o si inalbera, condivide commentando (chi positivamente, la maggioranza negativamente) rimbalzando la sua immagine e il suo “credo” ovunque, fra Verona e Provincia. E più provoca, più si crea la sua fama e più lui, il Barzi, gongola. Con quel suo sorriso sornione che ogni tanto, è bene che qualcuno glielo dica, assomiglia molto a un ghigno luciferino. Insomma, stiamo parlando di un piccolo emulo del sistema salviniano, definito “la Bestia”, gestito dal social media manager Luca Morisi.  Funziona? Forse sì, chissà. Sicuramente a livello locale si ha meno risonanza di quella nazionale, ma di fatto stiamo parlando di una metodologia piuttosto efficace. E che può avere una doppia valenza.

Roberto Bussinello

Oltre a quella politica, c’è anche quella più meramente “markettara”: qualcuno potrebbe insinuare, infatti, che Bacciga a volte pare proprio volersi proporre come l’unico e vero erede di Roberto Bussinello (con cui, fra l’altro, condivide lo studio professionale), il noto avvocato che per anni ha presumibilmente intercettato le esigenze di tutela legale di tutta quella parte di popolazione che si riconosce in chi dichiara pubblicamente di avere un busto di Benito Mussolini in studio o, appunto, saluta “romanamente” i propri contestatori. Barzi si professa grande tifoso dell’Hellas e chi se non proprio gli esponenti del mondo ultras, per ovvie ragioni legate alla propria attività di tifosi (soggetti spesso a Daspo o a mille altre problematiche con la giustizia), possono avere bisogno di un avvocato in cui riconoscersi e a cui chiedere il patrocinio legale? La Curva Sud è un grande bacino di utenza (e di voti) e proporsi – in maniera più o meno evidente – come l’Avvocato dei Butei può strategicamente rappresentare una mossa a dir poco geniale. Insomma, la politica come trampolino di lancio per le proprie attività professionali. O viceversa, scegliete voi.

Non sarebbe, d’altronde, né la prima né l’ultima volta nella storia italiana e veronese.