La SuperLega è terminata con l’assegnazione dello scudetto a Sir Susa Vim Perugia e la delusione della mancata qualificazione di Rana Verona alle coppe europee per la prossima stagione, battuta in finale per il quinto posto dalla Cucine Lube Civitanova. Ora l’attività dei club lascia spazio a quella delle Nazionali in una estate olimpica che si annuncia impegnativa e molto lunga (manca ancora la qualificazione ufficiale sia della maschile che della femminile). Prima, però, di occuparci delle selezioni azzurre, facciamo un bilancio di questa annata, partendo ovviamente dalla squadra scaligera.

Rana Verona, poteva ma non è stato

La stagione dei gialloblù allenati da Radostin Stoytchev è terminata con un dignitoso sesto posto finale. Alla più quotata Gas Sales Bluenergy Piacenza, ad esempio, è andata pure peggio (uscita alle semifinali 5°- 8° posto). D’altra parte ad una Mint Vero Volley Monza è andata molto meglio, battuta solo in finale scudetto, così come ad Allianz Milano, terza classificata.

Gli infortuni hanno perseguitato Rana Verona fin dall’inizio del campionato, impedendo un piazzamento di regular season favorevole in chiave playoff (ricordiamo che Verona è stata battuta ai quarti dai futuri vincitori del titolo). Prima il recupero della spalla di Neumory Keita, poi gli acciacchi di Rok Mozic, hanno privato la squadra di elementi che nessun’altra formazione saprebbe sostituire senza risentirne in termini di prestazioni, di fiducia, di qualità anche negli allenamenti. Lo stesso Stoytchev, al termine dell’ultima gara stagionale, ha evidenziato questo aspetto come una delle determinanti dei risultati gialloblù.

Insomma, non tutto è filato liscio in riva all’Adige e in SuperLega nessuno può regalare niente a nessuno. Il campionato, che a ragione si dice essere il più bello e difficile del mondo, ha dimostrato ancora una volta che per vincere serve la stagione perfetta. Itas Trentino, per esempio, ha dovuto fare i conti con l’infortunio di Riccardo Sbertoli, Piacenza con una chimica mai trovata, Civitanova con la fine del ciclo di Gianlorenzo Blengini, Valsa Group Modena è stata deludente fin dal principio. E in fondo erano tutte formazioni maggiormente o parimenti accreditate rispetto a Verona.

Eppure, proprio in considerazione delle difficoltà avute da diverse big del campionato, poteva essere l’occasione buona per puntare in alto. In questo senso il bilancio finale non può considerarsi negativo, ma… da amaro in bocca. Voto 6

Le promosse

Tra le formazioni che hanno ben figurato non si può non partire dalla vincente Perugia, voto 9. Era la favorita principale della vigilia, così come da diversi anni a questa parte, ed era uscita più che delusa dalla stagione precedente. Sotto la guida tecnica di Angelo Lorenzetti (ne parleremo dopo) ha saputo gestire le pressioni di un ambiente fumantino e ha raccolto i frutti di ingenti e pluriennali investimenti. Il rischio di un nuovo fallimento era percepibile, specie in finale, al cospetto della più classica delle Cinderella. Invece, tutto è andato per il verso giusto complici, tra gli altri, un Simone Giannelli per il quale sono ormai terminati gli aggettivi e un Vilfredo Leon, il cui talento debordante è stato canalizzato nel modo giusto a servizio della squadra.

Tra le promosse a pieni voti citiamo anche Pallavolo Padova, voto 8 per una ennesima salvezza conquistata affrontando la SuperLega con un budget limitato e senza mai rinnegare la propria identità, oltre ovviamente alle altre due formazioni a podio, le lombarde Milano e Monza. Ad entrambe voto 9 per la capacità di giocare al meglio nel momento importante di stagione e per aver conseguito il massimo risultato sportivo in relazione alle risorse investite.

I promossi

Detto di Giannelli, anche per Alessandro Michieletto, voto 8,5, stanno finendo le parole di apprezzamento. Nelle ultime stagioni ha giocato una cifra sconsiderata di set e con una qualità media altissima. Non avrà vinto lo scudetto, ma si è rifatto con una Champions League da protagonista assoluto. Speriamo gli rimangano energie per l’estate olimpica.
Promossi a pieni voti (8 ad entrambi) anche altri due italiani, Gianluca Galassi, centrale di Monza e Gianluca Laurenzano, giovanissimo libero di Trento. Se per il primo è stata un’annata di definitiva consacrazione, per il secondo appare più l’avvio di una carriera di profilo internazionale. Tra gli stranieri citiamo il miglior blocker della regular season Augustin Loser, uno dei segreti della brillante stagione di Milano, autore di ben 0,79 muri a set. Voto 8 anche per lui.

Le rimandate e bocciate

Piacenza si aggiudica il voto peggiore, 3. Si è affidata ai singoli fin da principio, non ha mai proposto un gioco interessante, ha messo in campo solo tensioni e facce brutte. Anche il coach Andrea Anastasi è stato protagonista in negativo di questa stagione, mai in grado di costruire qualcosa in uno spogliatoio molto complesso. Dopo la delusione precedente avuta a Perugia con un gruppo altrettanto scomodo, per lui e soprattutto per tutta la dirigenza emiliana è il momento delle riflessioni.

Bocciata anche Civitanova, voto 5. In questa stagione ha trovato solo alla fine il guizzo per confermarsi nelle coppe europee, ma che non è mai stata concretamente in lizza per giocarsi lo scudetto. La fine del ciclo Blengini è arrivata con qualche mese di ritardo, ma almeno l’annata è stata salvata in extremis.
Rimandata in A2 Farmitalia Catania, voto 5, a cui peraltro era difficile chiedere di più. Nove punti in 22 gare di regular season sono un magro bottino, ma quantomeno onorevole, forse più dei 14 di una Gioiella Prisma Taranto, voto 4,5, accreditata alla vigilia di un campionato di più alto profilo.

I rimandati e i bocciati

Yuri Romanò è stato coinvolto negativamente dalla stagione disgraziata di Piacenza. Voto 5 per non aver saputo essere leader positivo, ma anche per un’efficienza offensiva più bassa della media del proprio ruolo. Il 43% per l’opposto della nazionale è un dato davvero troppo basso. Saprà riprendersi in nazionale, ambiente che ha sempre gradito in maniera particolare.
Dietro alla lavagna anche Ivan Zaytsev, voto 4,5. Le primavere contano e la parabola discendente non si può arrestare. Solo che, rispetto ad altri (vedasi Matei Kaziyski), nel caso dello zar la curva pare volgere verso il basso con pendenza molto accentuata.

Tra i rimandati occorre inserire il nostro Rok Mozic. La sensazione, se non fosse per una chiara limitazione dettata dagli infortuni, è che il ragazzo possa essere maturato presto e non abbia poi tutto quel margine di crescita di cui era stato accreditato al primo anno a Verona. Giudizio troppo spietato? Probabile ed è per questo che rimandarlo all’anno prossimo ha più il significato di una sospensione della valutazione. Verona riparte anche da lui, perciò lo rivedremo senz’altro.

Credits: VeronaVolley/Campagnola

Menzione d’onore

Un capitolo a parte merita Angelo Lorenzetti. Il tecnico ha realizzato un nuovo capolavoro della sua già magnifica carriera. Ha accettato la sfida di Perugia ben sapendo a quali rischi sarebbe andato incontro, mentre gli addetti ai lavori vaticinavano le difficoltà che il suo metodo avrebbe incontrato con un patron come Gino Sirci e al di fuori di un ambiente favorevole come quello di Trento. Lui è andato dritto per la sua strada e ha avuto ragione.

Nella sua figura si uniscono professionalità, competenza, esperienza, empatia, capacità di proporre rigore e flessibilità ai propri campioni. Le interviste post vittoria in campionato sono a dimostrare la qualità umana e sportiva di Lorenzetti, oggi più che mai modello di riferimento nel panorama nazionale. Oltre all’aver ricordato la componente fortuna e aver rammentato che il successo dell’oggi dipenda anche dal lavoro e dalla sofferenza dei propri predecessori, Lorenzetti va oltre.

Un passaggio, più degli altri, va citato: “Quest’anno ho parlato molto io, il prossimo anno devono imparare a parlare loro”, riferendosi ai propri giocatori. Questa battuta, detta a caldo sul campo, si presta a svariate valutazioni e opinioni. Credo però che lasci intendere che Lorenzetti quest’anno abbia affrontato la complessità dell’ambiente Perugia adattandosi al fine dei risultati, forse anche snaturandosi in un ruolo più vicino al leader maximo rispetto a quanto ambisca. Per l’anno prossimo, viceversa, pretenderà un cambiamento, più incline al suo credo. Ci riuscirà? la nuova sfida appare quasi più difficile di quella già vinta, ma il fatto che ce l’abbia portata a conoscenza, come si dice, vale il prezzo del biglietto.
Per ascoltare su YouTube l’intervista di Angelo Lorenzetti: link

La pallavolo italiana si conferma vincente

Per chiudere un bilancio stagionale occorre citare le magnifiche affermazioni in campo internazionale delle nostre squadre. In campo femminile Imoco Volley Conegliano, dopo lo scudetto, si è affermata sul tetto d’Europa dopo una finale tutta italiana contro Vero Volley Milano, mentre Itas Trentino ha surclassato i polacchi dello Jastrzebski Wegiel tornando a vincere la Champions League dopo circa una decade.

Le ragazze del Conegliano Volley festeggiano la vittoria in Europa. Foto tratta dal profilo Facebook della società di pallavolo

Questi risultati sono la conferma di un’Italia ombelico del movimento pallavolistico internazionale. I migliori campionati, i migliori tecnici, una capillarità di società sportive presenti sul territorio senza eguali nel mondo, oltre a tanti altri elementi rendono l’Italia vero centro del volley mondiale.

Tutto bene? impossibile lamentarsi in un periodo storico così florido e di soddisfazioni, eppure qualche ombra, qualche nuvola all’orizzonte c’è, se si va a scavare ai livelli più bassi. Le incognite sono in primis legate a due riforme che stanno ponendo grossi dubbi a molte società sportive alla base del movimento.

Vuoi per la normativa sui contratti sportivi, già entrata in vigore nella stagione in corso, vuoi per quella del vincolo sportivo, che sta cominciando proprio adesso a produrre effetti, sono in pochi quelli che riescono ad avere certezze. La sensazione è che siamo di fronte ad una potenziale svolta in cui le società sportive avranno il compito di ideare e perseguire un nuovo modello per il loro agire. Nel parleremo nelle prossime settimane.

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