Ripensare la politica. Non un arroccato cenacolo di uomini in giacca e cravatta ma un gruppo eterogeneo di volontà dinamiche al servizio dei cittadini che si muovono con agilità tra social e quartieri. Questa è la sfida quotidiana di Beatrice Verzè e del movimento civico Traguardi. Classe 1996, studentessa di Giurisprudenza all’Università di Trento, impegnata da diversi anni nell’associazionismo, Verzé vanta esperienze all’estero, tra Parigi e il Portogallo. Dinamica e propositiva, energica ma cortese: una voce decisa fatta di consapevolezza e mai di arroganza. Parla del suo impegno politico non solo come opportunità per coltivare una passione, ma come slancio naturale in risposta a una vocazione. 

«Ero al liceo quando, per la prima volta, ho deciso di mettermi alla prova: sono stata eletta rappresentante d’Istituto è lì ho capito che nella vita potevo fare qualcosa per gli altri. Ascoltare, esserci e migliorare il luogo in cui vivo. Ho capito di avere la voglia e le capacità per mettermi in gioco in questo mondo intricato, prima nella dimensione scolastica e poi direttamente in quella cittadina con Traguardi». Un sentiero che percorre a piccoli passi seguendo la stella polare dell’informazione e la consapevolezza di dover offrire idee concrete e poche promesse. Da tre anni è impegnata nella V circoscrizione del Comune di Verona. 

Donna, giovane e appartenente a un movimento civico appena nato: gli elementi per essere sottovalutata ci sono tutti. Al contrario, la caparbia Beatrice Verzè, non si lascia scoraggiare e ogni giorno intavola la sua ricetta per farsi prendere sul serio dimostrando che il suo non è solo slancio giovanile ma impegno concreto e di spessore: «Fin da subito mi sono scontrata con l’età anagrafica. È un problema per gli altri, non per me. È incredibile come per alcune persone, imbrigliate in preconcetti privi di fondamento, sia così difficile consegnare fiducia a una ragazza. È stato faticoso, lo ammetto, una tripla sfida che mi vede al fronte ogni giorno. Voglio scardinare quell’idea di politica cristallizzata e anacronistica: non un diktat dall’alto verso il basso, bensì un raccoglitore di istanze diverse, di persone che serpeggiano nelle strade, di ragazzi che frequentano le università e le biblioteche. Ho capito che posso sfruttare quello che per tanti è un difetto, l’età, e volgerlo a mio favore parlando a filo diretto con i giovani: abbiamo il nostro slang, la velocità dei social. Lascio agli altri i comunicati stampa, io procedo per post stories. Così raggiungo quella parte che non si sente rappresentata e che spesso viene trascurata. È un mezzo prezioso ma anche una responsabilità: voglio che i ragazzi sappiano che la politica non è quel marcio universo parallelo che vive in sottosopra; è un ombrello concreto, dinamico e inclusivo. Puoi ripararti anche se hai vent’anni, anzi, forse proprio perché hai vent’anni devi fare politica».

Beatrice Verzé, in prima fila, con la “squadra” di Traguardi

Capire le dinamiche che regolano la comunità, colmare le fratture e intervenire tempestivamente. Solo così si può togliere polvere a una città che non è fatta solo di centro e vie alla moda ma, soprattutto, di quartieri. Quei luoghi ad alta densità popolosa, leggermente defilati rispetto agli aperitivi capricciosi in piazza Erbe, che non puoi chiamare periferia senza suscitare una nota di biasimo tanto è portatrice di una accezione dispregiativa e sinonimo di trascuratezza. In barba a tutti coloro che arricciano il naso, è proprio nella periferia che si svolge la maggior parte della quotidianità dei veronesi. E Beatrice Verzè lo sa bene: «L’obiettivo che anima Traguardi è instillare la consapevolezza che la città sia un luogo articolato, una casa a più stanze comunicanti. Ognuna con la propria dignità e con i suoi problemi che cercano una soluzione. Cultura, ambiente e attenzione per il sociale sono i punti su cui abbiamo scommesso e su cui stiamo lavorando con numerose iniziative. Per ridare slancio ai quartieri bisogna fare un passo indietro riformulando l’assetto della periferia. È necessario bilanciare le dinamiche con quelle del centro: stessi servizi e medesime occasioni professionali, didattiche e di vita sociale perché la maggior parte dei veronesi risiede proprio nei quartieri. Che siano visibili e respirabili, non imbrigliati in una cementificazione aggressiva e non attanagliati da un traffico insostenibile. Luce nei parchi evitando la conversione in luoghi di disagio, potenziare le attività dei consultori e dei centri culturali, monitorare la piaga del gioco d’azzardo: queste sono solo alcuni dei numerosi punti lungo i quali è stato tracciato il percorso in vista delle elezioni amministrative del 2022». Un intervento propositivo e non deterrente: evitare che sorgano problemi, non doverli risolvere. Ciò significa lavorare direttamente sul senso civico della comunità, sulla cultura e sulla consapevolezza. 

Beatrice Verzè è la voce di una scelta alternativa, un volano verso l’allontanamento da quel reliquiario di idee che zavorrano le opportunità di ripresa. Dopo la circoscrizione punta dritta al consiglio comunale con il faro di voler battere un record: essere la più giovane di sempre a Palazzo Barbieri. Come tutti i pesci rossi, messa in una boccia più ampia può solo crescere.