Nel prezioso scrigno rappresentato dal Parco Secolare di Villa Scopoli ad Avesa, addolcito da meravigliosi cipressi e da una peschiera del 1700, la compagnia teatrale veronese TrixTragos torna questa sera con “Quartet. Bella figlia dell’amore”, uno spettacolo che esattamente dieci anni fa rappresentò un grande successo. Debuttato nell’ambito della rassegna “Teatro nei Cortili”, nel più ampio cartellone dell’Estate Teatrale Veronese, diventa per questa edizione 2020 qualcosa di completamente nuovo e – come promette la regista e attrice Nunzia Messina – «non mancheranno riferimenti alla situazione che stiamo vivendo».

La regista, sempre attenta a ciò che accade e sensibile a tutto ciò che significa inclusione – ricordiamo, ad esempio, che nello spettacolo portato in scena lo scorso anno ha visto protagonista anche il linguaggio dei segni per i non udenti –, riprendendo gli atteggiamenti necessari per il distanziamento sociale mette in scena personaggi assolutamente attuali: «Il Covid. La grande paura per il bene più prezioso che abbiamo, la vita, ha scompigliato le carte quest’anno. Abbiamo dovuto mutare il modo di vivere e siamo stati scaraventati, nostro malgrado, in una realtà la cui consapevolezza ci era sconosciuta. Stiamo facendo tesoro di questa esperienza? Stiamo dando il giusto valore alle cose che facciamo? Anche per i teatranti tutto è cambiato e non si è tornati alla normalità. Ma è un inizio. La rinascita e la volontà di ricominciare c’è e, prepotentemente, si fa sentire anche sul palco», sottolinea Messina. La quale, poi, specifica: «La scelta della TrixTragos di rimettere in scena “Quartet,” lo splendido testo dell’autore britannico Ronald Harwood, è stata presa prima del lockdown. Una felice ripresa,  dal momento che si è ricomposto lo stesso gruppo affiatato di attori della prima edizione.»

La vicenda, che si svolge in una casa di riposo per vecchie glorie dell’Opera lirica, ha preso un sapore differente rispetto al primo debutto: la sottile ironia dei personaggi, la sensibilità delle loro scaramucce che hanno fatto rinascere nell’animo delle persone anziane l’entusiasmo e la gioia di reinventarsi, è resa ancora più grottesca da mascherine, igienizzanti e distanziamento. Così la compagnia, brava a rendere attuali anche testi e storie del passato, ben riesce nel lavoro di attualizzazione dell’emergenza sanitaria. La stessa attenzione e ricerca che la compagnia ha portato rendendo attuale “DeSideribus. Miti d’amore finiti tra le stelle”, opera straordinaria di Gaetano Miglioranzi e Pietro Messina che ha saputo raccontare con ironia, partendo da testi classici e mitologici, il nostro Duemila. Forti come un pugno nello stomaco appaiono opere come “Nemico del popolo” di Ibsen o ancora “Tre settimane dopo il paradiso”, di Israel Horowitz, testo scritto dopo l’attentato alle torri gemelle.

Tornando a “Quartet”, Mia Pozzi è splendida nelle vesti della diva Giulia Caffarelli. Alberto Bernardi dà al suo Giambattista Rubini un colore malinconico, mascherato da una veemenza incontrollata, poi ancora Rodolfo De Luca, interpretato con sensibilità da Tommaso Pellin che alterna la sua natura di gentiluomo controllato a esplosioni di umana naturalezza. A concludere il quartetto di artisti è la mite e svampita Cecilia Fontana di Nunzia Messina, che ha curato anche la regia della pièce. Nella meravigliosa location del parco, dunque, aleggeranno le immortali musiche di Verdi, Puccini, Shostakovich, inserite nella storia dall’abile mano di Pietro Messina, modulate da Neil Ceschi, in versione di tecnico ma attore in numerosi spettacoli della compagnia. Non mancheranno, poi, alcune sorprese: Luigi Turri e Claudia Zangrandi interpreteranno efficacemente personaggi minori che appariranno sulla scena e faranno da tramite tra il pubblico e i Tap4Season (Fabrice Dainelli e Tristana Vitzizzai), che ci delizieranno nell’intervallo con un numero di danza… sull’erba. Appuntamento questa sera alle 21:00.