La palpitante primavera 2019 del vino è alle porte.

Tradotto: inizia il turbinio fieristico di Prowein e Vinitaly che, vuoi per praticità (solo per gli importatori, ovviamente), vuoi per competizione tra i due eventi e motivi a noi inconoscibili come la Pasqua, non distano mai più di due settimane/venti giorni l’una dall’altra. Il che significa, per i produttori che partecipano a entrambe, tumultuosi giorni di spedizioni, logistiche, public relation, allestimenti e via dicendo, che si intrecciano e sovrappongono gli uni con gli altri, una fiera sull’altra.

Si interrompe quindi, per i due macroeventi del vino per il mercato internazionale, il susseguirsi delle Anteprime delle nostre denominazioni regionali, che partono a gennaio con le austere Langhe, passando poi dalla Toscana, dalla Valpolicella, tornano in Toscana e, prima di scendere in Campania e Sicilia, approdano sulle rive del nostro Lago di Garda, dove si svolge l’Anteprima Chiaretto.

Si è conclusa infatti lunedì la due giorni del nostro vino rosa, ospitato anche quest’anno nella splendida cornice della Dogana di Lazise, che si affaccia sulle acque del lago e che riunisce le due denominazioni Bardolino Chiaretto e la bresciana Valtènesi.

Un po’ come i suoi vini, luminosi e freschi, quest’Anteprima porta con sé una ventata di primavera e, sarà per la stagione o per la fortuna, uno scorcio di sole la illumina sempre.

In degustazione l’annata 2018, che vedeva ai banchi d’assaggio 63 produttori, di cui 41 del Chiaretto Bardolino e 22 della Valtènesi Chiaretto.

Come dicevo, parlando della recente menzione della rivista “Wine Enthusiast” per il nostro rosé (in un articolo che segnalava il Lago di Garda come meta italiana da non perdere), è dal 2014 che lo stile del Chiaretto, di comune accordo tra la maggior parte dei produttori, ricerca una cromaticità più tenue, un rosa più anticato, illuminato da riflessi dorati o argentei a seconda del vitigno (corvina o groppello) e dello stile del produttore, ma in entrambi i casi di un’eleganza e finezza che stacca molto con l’intensità cromatica dei rosati del sud, anche nella beva più fresca e immediata, per via di macerazioni brevissime e basse temperature. Caratteristica che accomuna le due denominazioni, che nella maggior parte dei casi differiscono per un naso più fruttato nel Valtènesi e per una lieve spezia più percepibile nel Bardolino Chiaretto. Interessanti i risvolti evolutivi che sorprendono piacevolmente tra l’annata 2017 e la 2018, là dove è possibile confrontarle.

Una menzione speciale, e un po’ del cuore, per lo stile di Villa Calicantus, decisamente particolare, che si distacca dagli altri produttori e in qualche modo da questo tipo di ricerca cromatica, ma che regala complesse sorprese al naso e in bocca, che osano e conquistano.

Dopo l’apertura domenicale al pubblico, il lunedì, dedicato agli operatori, ha messo in campo due Masterclass di degustazioni: una verticale di Valtènesi Costaripa Molmenti annate 2015, 2013, 2012, 2011, condotta da Mattia Vezzola che ha evidenziato, a fronte di una buona consapevolezza in vigna e in cantina, le possibilità di affinamento della tipologia, e l’interessante sfida “Chiaretto Vs Rosé”, ovvero una degustazione alla cieca di Chiaretto e rosé francesi condotta da Angelo Peretti direttore del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino.

Franco Cristoforetti e Alessandro Luzzago, presidenti rispettivamente dei Consorzio Chiaretto e Consorzio Valtenesi

È proprio dalla Francia, peraltro, che quest’anno si è voluto far partire il tour di eventi all’estero del nostro Chiaretto, che oltre al Wine Paris ha fatto tappa in cinque città degli Stati Uniti. Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio, ha infatti sottolineato come l’idea di aprire il tour in Francia, patria dei rosé e primo produttore al mondo, è legata al fatto che i francesi sono anche i primi importatori in assoluto della tipologia in rosa, che rappresenta circa il 30% dei consumi interni, (contro l’appena 6% di quelli italiani). È inoltre il secondo mercato di esportazione del Chiaretto dopo quello tedesco, mentre gli Usa sono il mercato in più forte crescita.

E dove chiudere, quindi, la serie di appuntamenti internazionali se non nel primo mercato del nostro rosé? Sarà proprio al tumultuoso Prowein, di cui sopra, l’ultima tappa, dove il Bardolino Chiaretto assieme alle altre cinque realtà del Patto di promozione unitaria del “vino rosa”, ovvero Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte, Salice salentino, Cirò, sarà protagonista di due Masterclass guidate dall’editor di Vinum Christian Eder, dedicate ad hoc al mercato tedesco.