La pubblicazione della ventesima edizione del report “Comuni Rinnovabili”  predisposto da Legambiente insieme al Gestore dei Sistemi Energetici (GSE) offre l’opportunità di valutare  l’espansione delle energie rinnovabili negli ultimi vent’anni nel nostro Paese, di fare un confronto con le altre nazioni europee ed esporre gli ostacoli che renderebbero difficilmente raggiungibili gli obiettivi dell’Italia al 2030.

I numeri della crescita

Il 2004  può essere considerato l’anno di introduzione delle energie rinnovabili nel nostro Paese. In quell’anno si sono avute le prime installazioni  di impianti fotovoltaici e da allora è stato adottato l’aggettivo “rinnovabile” per la classificazione energetica includendo giustamente anche gli impianti idroelettrici e geotermici da tempo operativi. 

Legambiente. Potenza operativa impianti rinnovabili  dal 2004 (MW)

Nel 2004 la produzione elettrica totale degli italiani era di circa 279.700 MWh e veniva realizzata per l’81% dalla produzione termoelettrica (prevalentemente gas) e dall’idroelettrico con  il 16%, mentre le emergenti fonti rinnovabili,  cioè le centrali geotermiche, eoliche e fotovoltaiche, insieme svolgevano un  ruolo decisamente marginale: soltanto per il 3%.

Vent’anni fa gli impianti  elettrici operativi totali erano 2.452, per lo più idroelettrici (2.021), mentre 120 erano gli eolici e solo 13 i solari fotovoltaici. Si può affermare che allora iniziava la Transizione energetica, un “lenta ma importante crescita e diffusione” delle energie rinnovabili in sostituzione delle fossili.

A distanza di vent’anni, nel 2024, la produzione elettrica totale è stata di 263.500 MWh, il parco rinnovabile italiano ha superato 1.893.195 installazioni, di cui 1.878.888 è rappresentato da sistemi fotovoltaici, mentre l’eolico ha installato 6.130 impianti .

Uno sviluppo del solare e dell’eolico che, come emerge dal grafico, dopo anni di stagnazione, ha visto negli ultimi tre anni una lenta ripresa delle installazioni fino a raggiungere  il 41.2% della totale produzione elettrica italiana.

Confronto con l’Europa

Per misurare le prestazioni italiane in relazione agli altri paesi europei, il rapporto di Legambiente adotta come unità di misura la potenza istallata chilowatt per abitante (kw/ab): la classica media del pollo ma molto efficace per una sintetica rappresentazione.

In Italia, al 31 dicembre 2024, la potenza fotovoltaica installata  risultava essere di 37.86 GW (GigaWatt)  pari a 0.63 Kw/ab per abitante, quella eolica era di 13.02 GW pari a 0.22 Kw/ab per abitante.

Report Legambiente

Il confronto è facilitato dai due grafici precedenti dai quali si vede che il nostro Paese è 14esimo del fotovoltaico e 18esimo nell’eolico.  Come esempio, si può estrarre la posizione della Germania dove il fotovoltaico installato è pari a 1.10  Kw/ab , quasi il doppio dell’Italia, e l’eolico  0.87  Kw/ab. quattro volte tanto.

Report Legambiente

Confronto con gli obiettivi della transizione

Scrive Legambiente: “L’Italia per trasformare la crisi climatica e sociale in una vera e propria occasione deve correre. A parlar chiaro sono i numeri e gli obiettivi che il nostro Paese si è dato sia attraverso il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), sia attraverso il Decreto Aree Idonee del 21 giugno 2024. Sono 80.001 i MW di nuova potenza rinnovabile che il nostro Paese dovrà aggiungere entro il 2030, considerando le installazioni realizzate a partire dal 2021“.

Significa che nei prossimi 5 anni e mezzo dovranno essere realizzati 60.704 MW (pari ad aggiungere 1.00 kw/ab), cioè più di quanto installato negli scorsi venti anni.

Con la stessa approssimazione si può assumere che Verona (257.000 abitanti) per rispettare gli obiettivi nazionali dovrà istallare entro il 2030 circa 250 MW di potenza elettrica rinnovabile. Se si trattasse solo di impianti fotovoltaici significa che la nostra amministrazione dovrà dedicare, o indicare come disponibili, circa 250 ettari di buona superficie comunale. Questo argomento pare, però, assente nel Piano di Assetto del Territorio (PAT) attualmente in discussione.

L’Italia deve correre: gli ostacoli

Non sarà un programma  facile da attuare. Molti sono gli ostacoli che devono essere affrontati e superati. Fra quelli considerati da Legambiente due sembrano essere decisivi.

La definizione delle aree idonee alle installazioni rinnovabili. Un caotico conflitto di competenze fra amministrazioni centrali e locali sta bloccando da tempo l’avvio di nuovi progetti. Il Tar del Lazio ha imposto al Ministero MASE (Ministero ambiente e sicurezza energetica) di riscrivere il Decreto Ministeriale del giugno 2024 per ridefinire i criteri che le Regioni dovranno seguire per stilare le  norme regionali in materia.

Non meno importante,  sottolinea Legambiente, urge lavorare anche sull’accettabilità sociale degli impianti, avviando nuove campagne di informazione e coinvolgimento dei territori sui vantaggi di queste tecnologie.

©RIPRODUZIONE RISERVATA