La Settima Circoscrizione abbraccia il territorio orientale di Verona con i quartieri di Porto San Pancrazio e di San Michele con 15 consiglieri. Un polmone verde per la città scaligera con Bosco Buri, il Parco dell’Adige, il Giarol Grande e l’area del Lazzaretto. Zone che, se riqualificate, possono avere un grande potenziale per sviluppare all’interno della circoscrizione attività naturalistiche, culturali e sportive. Ci sono però anche zone critiche a Porto San Pancrazio e a San Michele a partire dai lavori sull’Alta Velocità che attanagliano la viabilità in più punti della circoscrizione e che proseguiranno anche nel 2023.

Abbiamo dunque intervistato Carlo Pozzerle, presidente del parlamentino locale, con il quale abbiamo affrontato i problemi del traffico, della raccolta differenziata e i progetti futuri culturali, sportivi e ambientali per San Michele e Porto San Pancrazio.

Pozzerle, l’alta velocità sta bloccando buona parte della viabilità del vostro territorio. Gli abitanti di San Michele e di Porto San Pancrazio sono quelli che subiscono più di tutti le conseguenze di questi lavori. Come intendete gestire il traffico di questa parte della città?

«Il Comune è il principale referente che detiene i rapporti diretti con le imprese che eseguono i lavori. Vengono poi fatti degli incontri mensili con la nostra Circoscrizione per cercare di capire quali sono i lavori che vengono fatti e le tempistiche sulla viabilità.

Tre sono i punti cruciali in questo momento nella nostra circoscrizione: i sottopassi di Porto San Pancrazio e di via Bernini Buri e via del Capitel.

Il sottopasso di Porto San Pancrazio dovrebbe riaprire a gennaio 2023 in modo tale da poter chiudere poi il sottopasso in via Bernini Buri e attivare la deviazione per via Serenelli, dove in questo momento stanno facendo dei lavori che dovranno terminare entro la fine dell’anno. Se si chiudono tutte le zone insieme non c’è una via di fuga, motivo per cui l’amministrazione ha cercato di organizzare i lavori in modo tale che almeno una strada possa essere accessibile. Cerchiamo di dare delle comunicazioni puntuali tramite le assemblee pubbliche che sono state fatte e ne faremo ancora altre due entro la fine dell’anno. Il trasporto pubblico di AMT è stato riorganizzato col Comune e in questo momento bus, corriere e mezzi pesanti delle aziende agricole possono comunque circolare a sud della ferrovia ma non possono andare in tangenziale. È stato poi fatto un sopraluogo per essere sicuri che durante i lavori i mezzi di soccorso potessero comunque intervenire con tempestività».

Carlo Pozzerle, presidente della settima circoscrizione.
Carlo Pozzerle, presidente della Settima Circoscrizione.

A San Michele è necessario essere in possesso di una tesserina per gettare nei cassonetti le immondizie. Spesso però i sacchetti rimangono fuori dagli appositi raccoglitori e si crea di conseguenza un accumulo di rifiuti e uno sgradevole odore. Come intendete risolvere questo problema?

«È già stato fatto un incontro con Amia e la Sesta Circoscrizione, visto che anche la zona di Borgo Venezia ha adottato il sistema della tesserina come noi due anni fa. Nella nostra Circoscrizione abbiamo in effetti una decina di punti critici. I problemi non li crea però solo chi non ha la tessera, ma anche chi ce l’ha e non addotta un adeguato comportamento civile. Programmeremo con Amia delle attività di sensibilizzazione, cosa che sta valutando di fare anche l’amministrazione comunale. Amia, in realtà, fornisce già regolarmente agli abitanti dei dépliant con le indicazioni su come smaltire correttamente i rifiuti, ma purtroppo le regole non vengono seguite da tutti. Noi non possiamo fare molto, se non promuovere delle campagne di sensibilizzazione e segnalare ad Amia e all’amministrazione le aree più problematiche.»

Nel vostro programma elettorale con Rete avete affermato che la sicurezza in una città è possibile soprattutto con comunità attive e presenti nel territorio, motivo per cui le Circoscrizioni devono recuperare il loro ruolo di aggregazione sociale. Quali sono le zone più critiche nel vostro quartiere e come intendete tutelarle?

«Le zone più critiche della nostra circoscrizione sono Piazza del Popolo, San Michele Vecchia, gli ex magazzini ferroviari di Porto San Pancrazio e e il Tiberghien, un’area incontrollata, piena di macerie, dove vanno a dormire le persone senza fissa dimora. Va quindi migliorato il controllo delle aree verdi, delle piazze, dei parchi e delle aree di frequentazione sociale per favorirne la fruibilità e il godimento. Vorremmo una maggiore presenza sul territorio degli agenti di polizia locale con la collaborazione di altre forze di sicurezza. L’ideale sarebbe istituire un vigile di quartiere che collabori con la circoscrizione per dare risposte alle richieste dei cittadini. Va programmata poi l’istituzione di un punto di relazioni con gli abitanti della Circoscrizione e le realtà territoriali di informazione che raccolga le richieste e le segnalazioni su problemi dei quartieri, fornendo le relative risposte.»

Quali sono invece le vostre idee e i vostri progetti in merito alla valorizzazione delle zone verdi della circoscrizione come Bosco Buri, il Lazzaretto e il Giarol Grande?

«Vorremmo cercare di valorizzare la zona del Lazzaretto con l’associazione che gestisce l’intera area, cercando di organizzare delle iniziative in primavera, così come ci piacerebbe sviluppare delle attività di tipo naturalistico al Giarol Grande. In questi progetti vorremmo coinvolgere le numerose associazioni del territorio già esistenti, in modo tale da aiutarle a promuovere le loro attività. Ci piacerebbe poi collegare le aree naturalistiche del Lazzaretto e di Bosco Buri con un ponte ciclopedonale sull’Adige. Il nostro primo desiderio è però quello di sistemare le strutture vecchie della zona pubblica di Bosco Buri. Vorremmo investire non solo in panchine e giochi, ma organizzare anche manifestazioni e attività sportive, culturali e naturalistiche in modo tale che ci sia la presenza della gente sul territorio. In questo modo toglieremo la zona dal degrado, dove ora ci sono persone che si ritrovano in diversi punti dell’area accendono fuochi, organizzando barbecue, mettendo musica, senza mostrare un buon senso civico. Una prima azione di tutela nella zona è stato il prelevamento delle testuggini palustre americane che erano state abbandonate nel Bosco Buri dalle persone che le possedevano e che stavano minacciando l’ecosistema dell’area verde. Ora le tartarughe si trovano al centro di raccolta temporaneo, allestito nel vivaio comunale di via delle Diga a Chievo.»

Parco Bosco Buri
Parco Bosco Buri.

C’è qualche idea o progetto in atto in campo culturale per il prossimo futuro, magari valorizzando alcune strutture come il Teatro Nuovo di San Michele?

«Se riceveremo abbastanza risorse l’idea è quella di potenziare le attività culturali. In questo momento sono state ripristinate tutte le iniziative che venivano svolte prima della Pandemia. Con il Teatro Nuovo di San Michele esiste da sempre una collaborazione e promuoviamo alcune serate con la banda Arrigo Boito e con altre realtà locali. Il nostro obiettivo non è tanto quello di creare nuove attività, quanto più quello di appoggiare le associazioni già esistenti, facendo in modo che siano attive e partecipate.»

E per quel che riguarda invece gli impianti sportivi?

«Per quel che riguarda gli impianti sportivi speriamo che il Comune riesca quanto prima ad assegnare a qualche ente il Centro Sportivo De Stefani, in modo tale da poterlo riaprire. Una struttura che sarà sicuramente oggetto di riqualifica. È chiuso da luglio, in quanto chi lo gestiva non ha più rinnovato l’accordo con il Comune. Vorremmo riaprire il Centro Sportivo il prima possibile, valutando se ripristinare i campetti di calcetto o se cercare di introdurre anche qualche altra attività sportiva. Sarà necessario anche eseguire la manutenzione esterna dell’edificio e magari riaprire il bar.

Il centro De Stefani era un luogo di socializzazione per la circoscrizione oltre a essere un polo sportivo e noi vorremmo ripristinarlo il prima possibile.

Se il Comune non sarà in grado di sopperire alle spese, vorremo almeno darlo in mano a qualcuno che abbia voglia di investire nel centro, presentando dei buoni progetti che favoriscano la socializzazione.»

L’aggregazione giovanile invece come viene favorita e orientata a Porto San Pancrazio e a San Michele?

«Purtroppo, nella nostra circoscrizione non abbiamo degli spazi dedicati ai giovani, come può essere il Centro Tommasoli in Sesta. Ci sono però delle sale disponibili che vengono date in uso alle associazioni per fare attività culturali e sociali, come iniziative dedicate alle famiglie, ai bambini in difficoltà. Attività che si sono consolidate nel tempo nella nostra circoscrizione. L’idea piuttosto è quella di creare delle iniziative che prevedano la relazione tra anziani e giovani insieme.»

Quali sono invece i progetti che sono stati pensati per l’aggregazione tra anziani?

«Ci sono due centri di comunità e due associazioni che organizzano iniziative nelle relative strutture: uno a Porto San Pancrazio con l’Auser e uno a San Michele con la Fevoss. In questi due poli vengono svolte attività di ginnastica e si fanno dei corsi su come usare lo smartphone. L’idea però, come dicevo prima, è che questi centri diventino un punto di aggregazione anche per i giovani, organizzando delle attività che includano loro e le persone più anziane, in modo tale da favorire l’instaurazione di legami transgenerazionali.»

Da questa intervista emerge che in molti casi la Circoscrizione non può intervenire. Come cambierà il vostro ruolo con la nuova amministrazione insediata a Palazzo Barbieri?

«Bisogna innanzitutto definire i compiti delle circoscrizioni, magari anche con poche deleghe precise, ma chiare. Le Circoscrizioni hanno bisogno di avere delle competenze certe e di avere le risorse economiche per promuovere iniziative e progetti nel proprio territorio di competenza. Se otto Circoscrizioni sono troppe da gestire, si può anche valutare di ridurre il numero, ma non lasciarle con pochi mezzi e personale sottoutilizzato. Le Circoscrizioni non sono dei piccoli Comuni, ma hanno delle strutture e bisogna trovare il modo di aprirle e di utilizzarle. Nel nostro caso vorremmo infatti riaprire l’ufficio anagrafe e tenere più aperte per biblioteche.»

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