Il turismo è un settore che a Verona viene spesso citato ma che ha poca capacità di trasmettere esigenze, criticità e aspirazioni da parte degli imprenditori e degli interlocutori pubblici che ne hanno la responsabilità, sia a livello politico che manageriale. Ne parliamo con Giulio Cavara, presidente di Federalberghi di Verona e provincia, in rappresentanza del mondo dell’ospitalità alberghiera.

Cavara, qual è secondo lei il bilancio del primo semestre (occupazione, ricavo medio camere, influenza degli aumenti dei costi sulla marginalità) della stagione areniana, ormai al giro di boa, e delle prospettive dell’ultimo quadrimestre?

«Il bilancio del primo semestre è tutto sommato positivo considerando il difficile contesto della ripartenza. A consuntivo non abbiamo raggiunto i livelli del 2019 ma ci siamo avvicinati, sia dal punto di vista di presenze che di fatturato. Le prospettive per l’ultimo quadrimestre sono quelle di sfiorare i valori pre-covid. Ci sono tanti elementi di preoccupazione, non ultimo una pandemia che potrebbe creare problemi. la speranza è che non ci siano criticità in tal senso.»

Quali sono stati i feed back dei turisti che tornano a Verona, italiani, stranieri, per il Vinitaly?

«Vinitaly è la fiera in assoluto più prestigiosa e importante che proietta Verona a livello internazionale. Quest’anno, dopo due anni di stop, gli espositori sia italiani che stranieri sono ritornati ed hanno sostanzialmente confermato le positività di questa importante manifestazione. »

E per quanto riguarda l’Opera?

«La stagione lirica rappresenta l’evento culturale in assoluto più importante per la nostra città. La ricaduta economica di cui beneficia il territorio con le sue attività è stimato attorno ai 500 milioni di euro. Dopo anni estremamente tribolati, la buona gestione degli ultimi anni ha messo in relativa sicurezza la gestione di questa complessa realtà. L’auspicio è che questa azione di buona gestione unitamente alla qualità delle opere realizzate possa continuare con il pieno supporto dell’intera città, compresa la politica.»

E, infine, per la città nel suo complesso?

«La città seppur oggettivamente bella, da sola, senza eventi o manifestazioni non mantiene buoni livelli di frequentazione. Rimangono fondamentali la Fiera con le sue manifestazioni, Fondazione Arena con il cartellone di opere e l’extra lirica, mostre di artisti importanti e un rilancio vero del congressuale mettendo a reddito un contenitore unico e a mio avviso prestigioso che è la Gran Guardia fino ad ora sottoutilizzato.

Il mantra del 2022 è la difficoltà di reperire personale: sul lago si sono attivati con un servizio di interfaccia tra domanda e offerta, predisposto dall’associazione. A Verona e in provincia avete provato a proporre un rimedio analogo?

«È senz’altro un tema scottante che deve essere attenzionato anche dal sindacato. Stiamo facendo dei ragionamenti per capire come poter dare un contributo; rimane comunque una criticità che non troverà soluzione a breve. Ci sono molte cause che hanno determinato questo problema; ogni comparto della società civile e del mondo economico credo debba ragionarci e magari proporre degli interventi a sostegno.»

Quale è la situazione del suo albergo?

«Anch’io come tutti ho faticato non poco nel mantenere lo staff dal punto di vista numerico e qualitativo. Ho avuto problemi a livello reception ma anche con facchini, baristi ecc. Ho molti colleghi in grande difficoltà tutt’oggi, in piena stagione.»

Giubilato il quinquennio sboariniano, con l’avvicendamento di responsabilità tra Francesca Briani e Francesca Toffali, qual è il bilancio dal suo punto di vista di interlocutore privilegiato?

«Il problema di fondo, al di là delle persone, è la competenza. È talvolta difficile dialogare con chi non ha esperienza del nostro settore. Il mio sogno sarebbe avere un interlocutore che parla la nostra lingua, ma non ho ricordi in tal senso. Devo onestamente dire che sia con la Briani sia con la Toffali c’è sempre stato un buon rapporto senza particolari criticità. »

Ha già incontrato Marta Ugolini, nuova assessora alla Cultura e al Turismo? Quali sono le prime cinque richieste che ha per lei e la Giunta Tommasi?

«Non ancora, spero di farlo presto. L’ho conosciuta in passato, persona competente e molto disponibile. A lei chiederei una gestione del gettito della tassa di soggiorno, un sostegno alla neonata Fondazione del Turismo, una pianificazione per mostre a Verona di alto profilo, un utilizzo razionale della Gran Guardia come centro congressuale e una valutazione della ricettività  veronese e sulle opportunità per razionalizzarla al meglio. »

La Camera di Commercio ha partorito la sua soluzione alla promozione del territorio fondando la Destination Verona&Garda Foundation mettendo a sistema quello che la Regione Veneto aveva affossato strangolando le risorse destinate ai Consorzi di Promozione Turistica e puntando sulle DMO, con risultati penosi. Dammi impressioni riguardo all’idea, alla governance e alle aspettative degli operatori che rappresenti.

«Vedo positivamente la nascita della Fondazione del Turismo la cui regia fa capo alla Camera di commercio. Fino ad ora, sorvolando sulle responsabilità, i risultati sono stati assolutamente negativi. Gestire un aspetto delicato e strategico quale la promozione del territorio, unendo la realtà veronese con quella del lago, coinvolgendo i comuni, penso sia la base di partenza per sviluppare progetti ambiziosi. Fondamentale sarà avvalersi di competenze e soprattutto avere denari da investire. Anche il nostro comune di Verona dovrà fare la sua parte.»

Veniamo ora alle aziende che hanno importanza per il turismo a Verona; cominciamo dalla Fondazione Arena: un giudizio sull’operato della Soprintendente Gasdia, durante i due anni di pandemia? Quest’anno, fra l’altro, non ha più De Cesaris a soffiarle sul collo. E cosa pensa dovrebbe fare il nuovo sindaco in prospettiva del contratto in scadenza a gennaio. Quali sono, infine, i suoi commenti sullo stato della Brà con le sceneggiature areniane?

«Fondazione Arena era sull’orlo del fallimento. La Gasdia insieme a De Cesaris e al presidente Sboarina hanno oggettivamente fatto un ottimo lavoro, considerando l’ultimo triennio assai complicato. Coraggioso e degno di plauso, l’aver organizzato una stagione lirica, ancorché con presenze limitate, l’anno terribile del 2020, un segnale importante che ha dato morale e visibilità a tutta la filiera. Quest’anno la stagione sta andando bene, con ottimi riscontri sia a livello di presenze che dal punto di vista qualitativo. I feedback dei clienti sono assolutamente positivi. La speranza è che vengano premiati i risultati, confermando la squadra in toto, ovviamente con il nuovo presidente Tommasi che la guiderà senz’altro con autorevolezza. Le sceneggiature in Brà, per quanto mi riguarda danno una ulteriore connotazione lirica alla nostra piazza e sono peraltro apprezzate dai turisti. È un argomento che divide e ognuno la vede a modo suo. Personalmente non le considero invasive e negative.»

Arena Extra: cosa ne pensa delle polemiche delle scorse settimane sulla scarsa disponibilità dell’Anfiteatro per le prove degli artisti e dei movimenti delle scenografie? E sulla qualità dei concerti e degli artisti che vanno in scena?

«Mazzi è un professionista stimato che ha i contatti giusti, questo è indubbio. Credo sia una figura importante su valga la pena di puntare per il futuro. È chiaro che noi speriamo sempre che l’Arena, per gli artisti, rappresenti l’unica tappa italiana incrementando appunto un turismo che vive la nostra realtà.»

Ente Fiere di Verona: nuovo management, nuove figure, strategie per il futuro con Vicenza conquistata da Rimini, e Milano che ha fatto un patto d’acciaio con Parma. Che ne pensa?

«La Fiera ha concluso una trasformazione in SpA assolutamente necessaria. Il key man è rimasto Maurizio Danese e sono convinto farà bene anche nel difficile contesto in cui operano le fiere italiane. Probabilmente bisognerà stringere alleanze e sinergie, passaggi delicati che vanno valutati con molta attenzione.»

Aeroporto: i dati sono sotto gli occhi di tutti: tutti gli scali attorno a noi sono cresciuti copiosamente mentre la pista di Verona arranca e continua a offrire più voli outgoing che incoming con evidenti patimenti per il territorio e gli operatori. Un giudizio a riguardo?

«L’aeroporto, prima dell’ingresso di Save, era tecnicamente fallito. Senza quest’ultima, della quale credo avrebbero fatto volentieri a meno, forse non avremmo nemmeno uno scalo locale. Hai ragione nel dire che ci sono realtà oggettivamente cresciute però prima di esprimerci aspetterei il completamento delle importanti opere di ristrutturazione in corso unitamente alle nuove tratte che hanno annunciato in procinto di partire. Concordo nel dire che senza un incoming di spessore, la nostra città ne esce fortemente penalizzata.»

L’emendamento Pellicani è diventato legge e sarà facoltà del sindaco del comune di Venezia intervenire sulle autorizzazioni all’apertura delle locazioni turistiche. È convinto che le locazioni turistiche siano la vera causa dello spopolamento dei centri storici? Secondo lei i sindaci dovrebbero avere l’ultima parola sulle autorizzazioni? E in caso con che modalità?

«L’emendamento Pellicani, fatto molto bene peraltro ma migliorabile e, ha come sua finalità il poter governare, da parte delle amministrazioni, il mondo delle locazioni turistiche oggi di fatto operanti in un mercato libero. Se il territorio ne ha bisogno (e quello lo si evince ragionando sui numeri) si apre il rubinetto, diversamente lo si chiude e personalmente lo trovo giusto. Lo spopolamento dei centri storici si è acuito parallelamente all’aumento esponenziale degli affitti brevi; non sono certo l’unica causa ma di certo hanno influito molto. Spero che anche la nostra amministrazione faccia parte delle realtà che sposano questo principio.»

Non è convinto che se il rischio locativo (i rimedi nel caso in cui il conduttore non paghi i canoni) fosse superato le locazioni a uso turistico sarebbero ridimensionate?

«Il rischio locativo è uno dei motivi che induce un proprietario ad optare sull’affitto breve rispetto a quello tradizionale. A mio avviso questa criticità ormai annosa andrebbe affrontata seriamente.»

Martedì 26 luglio, ieri, era in programma un’assemblea straordinaria di Confcommercio Verona con la modifica dello statuto in modo da eliminare ogni ostacolo al rinnovo delle cariche elettive. Quale è la sua opinione a riguardo?

«Il cambio di Statuto è dovuto all’adeguamento di alcuni passaggi dell’attuale al nuovo statuto di Confcommercio Nazionale e al recepimento di alcune nuove disposizioni legislative. Non vedo ostacoli alle cariche elettive, solo una miglior definizione di alcuni passaggi.»

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