Giovedì mattina, 24 febbraio, mi sono svegliata alle 5.52. È stato un tintinnio di messaggi Whatsapp. «Mamma, ho tanta paura. Voglio venire da voi immediatamente. È cominciata la guerra».

Mi sono messa a controllare i giornali online. “Putin ha annunciato l’inizio di un’operazione militare” è stato il primo titolo che ho letto.

I motivi di Putin

Il 21 febbraio Putin ha annunciato il riconoscimento dell’independenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

Dopo di che ha ordinato l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo, secondo il Cremlino, di “assicurare la pace”.

 A dicembre la Russia ha cominciato un dialogo con gli Usa sulla sicurezza in Europa e sull’allargamento della Nato. Però gli Stati Uniti hanno rifiutato la proposta della Russia di non accettare più i nuovi membri (soprattutto l’Ucraina) nell’Alleanza.

Già il 17 febbraio, la Russia ha chiarito che non basta più solo la diplomazia: all’ambasciatore americano a Mosca è stata consegnata una risposta scritta in cui si affermava che, in assenza della disponibilità di concordare nuove regole sulla sicurezza, la Russia sarebbe stata costretta ad agire con “azioni di natura tecnico -militare”.

Il presidente russo Vladimir Putin, foto www.kremlin.ru.

Nessuno si aspettava che le “misure tecnico-militari” venissero attuate così rapidamente.

Giovedì 24 febbraio 2022 alle ore 5.30 (ora di Mosca), i media statali russi hanno trasmesso un “appello di emergenza ai cittadini” del presidente Vladimir Putin.

Putin ha così delineato in dettaglio la sua visione della situazione vicino ai confini della Russia e delle minacce che, dal suo punto di vista, l’Occidente e la Nato hanno creato per la Russia utilizzando il territorio dell’Ucraina. Secondo Putin, sul territorio dell’Ucraina si è creato uno stato ostile “anti-Russia”.

Putin non chiama guerra ciò che sta accadendo: «la Russia non può sentirsi al sicuro, svilupparsi, esistere con una minaccia costante proveniente dal territorio dell’Ucraina. Le repubbliche popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto. A questo proposito, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale».

Per Putin lo scopo è “demilitarizzare l’Ucraina”

Il Presidente russo nega l’intenzione di occupare il territorio dell’Ucraina: «non imponiamo nulla a nessuno con la forza».

Il presidente non ha indicato le tempistiche e le modalità di questa “operazione militare”. Il suo portavoce Dmitry Peskov non ha potuto rispondere alla domanda dei giornalisti sui dettagli, sottolineando soltanto: «Il presidente ha affermato che tutte le decisioni sono state prese e gli obiettivi sarebbero stati raggiunti».

In Russia c’è chi teme la guerra

Una parte della popolazione ascolta la propaganda dei media del Cremlino, i quali riportano che l’Ucraina e l’Occidente minacciano la Russia. E c’è chi crede che l’Ucraina veramente voglia ripristinare i suoi missili nucleari come ai tempi dell’Urss.

Un sondaggio dell’opinione pubblica condotto dall’agenzia indipendente “Levada” mostra che il 51% ha paura di questa guerra e il 47% non ne è spaventata.

Con l’inizio del conflitto armato c’è grande agitazione sui mercati finanziari. La borsa di Mosca perde il 45%: il calo peggiore della sua storia. In flessione anche il rublo che ha toccato il minimo dal 2016.

I negozi di elettrodomestici sono stati presi d’assalto: tanti vogliono “investire” i soldi evitando così la svalutazione del rublo.

Test di lancio al campo di addestramento ucraino “Yagorlyk” vicino alla regione di Kherson, foto di Yury Ignat, centro stampa delle forze di difesa delle forze aeree dell’Ucraina.

«Sembra che Putin non consideri il nostro futuro»

Anche per i moscoviti comuni è stata una giornata difficile. Ho parlato con alcuni di loro per capirne l’opinione sulla situazione, su quanto sta succedendo oggi dopo l’avvio dell’operazione militare.

Anastasia, amministratrice di una scuola di lingue straniere, mi ha detto: «Non conosco la geopolitica. Ma penso che in ogni caso tutti i problemi potrebbero essere risolti con i negoziati e non con metodi militari. Adesso ci saranno le sanzioni. Penso con orrore a cosa accadrà dopo. Ora dicono che i russi non potranno viaggiare in Europa. Fa paura svegliarsi domani».

«Oggi le persone sono nel panico, le banche hanno fissato un limite rigido ai prelievi di contanti – continua Anastasia -. Ci sono le code ovunque, i soldi negli sportelli automatici sono finiti. Siamo in una brutta situazione. Arriveranno le difficoltà economiche anche nella vita quotidiana. Gli ucraini ci trattano con odio. Siamo contrari a ciò che sta accadendo, non ci voleva proprio».

Igor, ragioniere: «Sono contrario a questa guerra, sono contro le azioni di Putin. Per noi si tratta di pessime sanzioni, ulteriori aumenti dei prezzi, chiusura delle frontiere e odio da parte di altri Paesi. Sembra che Putin non prenda in considerazione il nostro futuro».

24 febbraio, giorno di dolore e vergogna

Il quotidiano Novaya Gazeta, guidato dal Dmitry Muratov, il vincitore del premio Nobel per la pace 2021, ha annunciato un’azione di solidarietà per l’Ucraina: il giornale invita i russi al movimento contro la guerra. L’edizione del giornale di oggi sarà pubblicata in due lingue: il russo e l’ucraino: «Non riconosceremo mai l’Ucraina come un nemico. Oggi proviamo dolore e vergogna».

Manifestanti russi contro l’invasione dell’Ucraina, foto di Michail Ognev.

Un gruppo di corrispondenti dei media russi che scrivono di politica estera ha condannato l’operazione militare di Putin e ha pubblicato una lettera aperta contro la guerra. Molti noti artisti e star della Tv hanno condannato l’azione di Putin.

«Non scendete in piazza, avrete conseguenze negative»

 In alcune città russe i cittadini hanno cercato di scendere in piazza. L’apparato repressivo di Putin tiene d’occhio le proteste: oggi (24 febbraio, ndr) sono state arrestate persone a Mosca, San-Pietroburgo, Novosibirsk e nelle altre città più importanti.

La Procura della capitale ha lanciato un avviso ufficiale ai cittadini: «avvertiamo delle conseguenze negative della partecipazione a eventi di massa non concordati!». Secondo Adnkronos, ieri nelle 54 città in cui parte della popolazione ha scelto di manifestare, più di 1700 persone sono state arrestate.

Mentre scrivo, provo forte amarezza e rabbia. Mi fa male all’infinito vedere le esplosioni nelle città ucraine e sapere che tutto ciò viene fatto dall’esercito russo inviato da Putin.

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