Prosegue lunedì 6 febbraio l’undicesima edizione della rassegna cinematografica Mondovisioni di Internazionale, selezione di documentari che raccontano le complessità geopolitiche e sociali del presente. Sarà proiettato l’intenso documentario The Children in the Pictures di Achim Dev e Simon Nasht (Australia, 2021, 85 minuti) in inglese, lingua originale, con sottotitoli in italiano. A seguire il dibattito organizzato da Heraldo con le psicoteraupeute Ilenia Bozzola e Irene Tommasi. Organizzata dal settimanale “Internazionale” in collaborazione con CineAgenzia ed Heraldo, la rassegna è iniziata lunedì 16 gennaio 2023 e proseguirà con cadenza settimanale ogni lunedì alle 21.00 fino al 20 febbraio alla Fucina Culturale Machiavelli (Teatro Ex Centro Mazziniano) di via Madonna del Terraglio 10 a Verona.

Una task force contro la pedofilia

La Task Force Argos della polizia australiana è specializzata nelle operazioni sotto copertura per salvare i bambini dagli abusi sessuali online. Questo il tema sempre, purtroppo, di grande attualità che sarà affrontato dal punto di viste delle forze dell’ordine con un tatto e una delicatezza che renderanno la visione meno atroce di quanto, il tema, possa inevitabilmente portare a credere.

Si tratta, infatti, di uno dei crimini più terribili e in più rapida crescita al mondo, e le strategie dei responsabili stanno diventando sempre più sofisticate. Guidata dal determinato ispettore Jon Rouse, la squadra Argos fa luce sull’oscura realtà degli abusi sessuali su minori, infiltrandosi in reti criminali globali e dando la caccia ai peggiori molestatori, alla ricerca di indizi vitali che possano aiutarli a salvare le giovani vittime. L’avvento degli smartphone e dei social media ha dato, purtroppo, ai bambini e ragazzi gli strumenti per creare e condividere loro stessi contenuti con chiunque nel mondo: un’altra via per i criminali per accedere a potenziali vittime.

“Circa otto anni fa, stavo intervistando un detenuto che mi parlò dell’esistenza di enormi reti criminali online dedicate all’abuso sessuale di minori – dichiara il regista Dav – ben presto mi resi conto che non si trattava solo del prodotto di una fertile immaginazione: esisteva una comunità in fermento che celebrava e scambiava grandi quantità di materiale pedopornografico in rete.” Una comunità che, scena dopo scena, rivela la sua diramazione e ferocia ma che non viene mai ‘spiattellata’ perché questa opera è una certosina raccolta e descrizione di testimonianze di chi, infiltrato nella rete stessa per accreditarsi e scovare il cattivo, lavora dietro le quinte per fermare gli abusi.

Una sicurezza che non c’è

Guardarlo ci mette davanti a una cruda realtà: quanto sono sicuri i nostri bambini e bambine sia tra le mura della propria casa sia fuori? Una domanda atroce che scava nel profondo delle persone e nelle psicologie di chi, dall’altra parte, è carnefice o vittima. Le vittime, però, non sono anch’esse mai descritte (anche perché non è possibile in quanto minori) ma di esse si coglie, in alcuni dettagli, la fragilità e l’innocenza. Mani che si intrecciano sopra la testa in un gioco estivo o piedini indifesi per poi arrivare in qualche passaggio a svelare le voci o a farle anche solo intuire scatenando una empatia difficile da governare.

Questo documentario ci dilania da un lato e ci informa dall’altro proponendo numerosi piani di interpretazione che indagheremo insieme alle due ospiti del dibattito. Le due psicologhe e psicoterapeute ci racconteranno, a fine visione, alcune loro storie di cura e alcune riflessioni su pene, censure, sensi di colpa e, speriamo, anche qualche consiglio su come difendersi e difendere le vittime, dove possibile.

Protagoniste assolute del lavoro sono le modalità con cui i poliziotti cercano di risolvere i casi, e non con tutti ci riescono e proprio qui cogliamo l’umanità di questi uomini e donne della task force che sono, in alcuni casi, anche padri e madri coinvolti emotivamente nel lavoro che portano avanti alacremente. Protagoniste in secondo piano, ma non meno importanti, le tecnologie usate per riprendere, diffondere l’abuso e per scovarlo. Nemiche e amiche in una lotta tra amore e odio per strumenti e media che ormai hanno invaso, nel male e nel bene, le nostre vite.

Una visione profondamente coinvolgente ci permetterà poi di dialogare anche con il pubblico in sala e con le ospiti del dibattito per comprendere meglio ciò che avremo visto. L’appuntamento successivo sarà con This Stolen Country of Mine di Marc Wiese (Germania/Ecuador, 2022, 93’) in programma per lunedì 13 febbraio, documentario che mette in luce lo sfruttamento delle risorse naturali ecudoriane da parte della Cina con cui lo stato sudamericano è fortemente indebitato.

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