I cittadini devono fare sempre più i conti con una crescente presenza delle automobili nella loro vita. Rimanere incolonnati agli incroci in code interminabili è diventata la normalità, così come cercare con ansia aree di sosta quando si rientra a casa, mentre i garage privati sono introvabili. La maggior parte delle aree pubbliche è occupata da autoveicoli, i parcheggi sono saturi, le strade sono contornate da veicoli in sosta permanente, le autostrade sono intasate. L’occhio si è ormai abituato a un panorama autocentrico e il pensiero si è talmente rassegnato a una presenza tanto ingombrante quanto necessaria da non percepire gli enormi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni.

La situazione automobilistica

Quanti sono i veicoli circolanti in Italia? Quanti erano solo dieci anni fa? Tutto questo è inevitabile? Quale futuro ci attende? L’ACI (Automobile Club d’Italia), basandosi sui dati del Pubblico Registro Automobilistico (PRA), produce e diffonde, con le serie storiche, dettagliate statistiche relative al parco veicolare italiano al 31 dicembre di ogni anno.

Recentemente sono stati resi disponibili i dati consuntivi relativi al 2024. Al 31 dicembre dello scorso anno, 58,93 milioni di italiani possedevano e circolavano con 41,34 milioni di autoveicoli: è stata raggiunta la soglia di 700 auto ogni 1000 abitanti. Sembrano esclusi dal possedere un’auto solo i minorenni. Dieci anni fa, nel 2015, quando la popolazione italiana era di 60,79 milioni, circolavano 37,35 milioni di automobili, con una densità automobilistica di 610 auto ogni 1000 abitanti.

Nello scorso decennio, quindi, mentre la popolazione diminuiva del 3%, il parco auto è aumentato del 14%, raggiungendo livelli prossimi alla saturazione. Appare del tutto logico che le vendite in generale di automobili abbiano smesso di crescere e stiano, seppur di poco, diminuendo: la minore vendita dello 0,5% avvenuta nel 2024 rispetto al 2023 è stata confermata con un ulteriore meno 0,6% nei primi quattro mesi del 2025.

L’Italia, con circa 700 auto ogni 1.000 abitanti, si trova, insieme a Polonia e Lussemburgo, ai vertici delle nazioni europee con la più alta densità automobilistica, superando la media europea di 570 veicoli. In Germania circolano 575 auto ogni 1.000 abitanti, in Francia 567, nel Regno Unito 542 e in Spagna 525, circa il 25% in meno rispetto all’Italia.

Una scelta politica

L’espansione del mercato automobilistico fino ai livelli più elevati di densità, con il conseguente aumento dello stress nella vita cittadina, è stata deliberatamente favorita dalla scelta politica di rinunciare al potenziamento del trasporto pubblico. La lunga storia del filobus veronese ne rappresenta un esempio significativo.

Un indizio in questo senso, quasi una prova, lo fornisce ancora il portale statistico dell’ACI quando presenta i dati relativi agli autobus, i mezzi di trasporto collettivo alternativi all’uso dell’auto privata.

Al 31 dicembre 2024 circolavano in Italia 101.303 autobus (1,7 mezzi per 1000 abitanti), l’1,2% in più rispetto al 2015, quando erano 1,6 i mezzi per 1000 abitanti. Nello scorso decennio, quindi, l’offerta di questo importante mezzo di trasporto collettivo è rimasta sostanzialmente stabile, rinunciando strategicamente a proporsi come alternativa alla mobilità privata.

Cosa fare?

Questi semplici dati sconsigliano scelte che favoriscano un ulteriore aumento delle auto in circolazione. L’obiettivo ambizioso potrebbe essere offrire alla popolazione una mobilità efficiente, piacevole, non stressante e meno costosa, riducendo drasticamente l’uso dell’auto privata. Invece di investire in nuovi parcheggi, strade e trafori (traforino veronese!), sarebbe necessario ridurre almeno del 30% il parco veicoli per raggiungere la media europea, incrementando contemporaneamente e in modo deciso il trasporto collettivo.

Dai dati ACI emerge inoltre che l’età media del parco auto italiano è di 13 anni, ma che il 15,9% delle auto in circolazione ha un’età superiore ai 25 anni, essendo stato immatricolato prima del 2001 (anno in cui è entrato in vigore il regolamento Euro 3). Si tratta di 7,8 milioni di veicoli inefficienti (e potenzialmente pericolosi) che potrebbero essere fermati.

Per ora ci si deve accontentare di una nuova rottamazione delle auto inquinanti lanciata in questi giorni dal governo: 597 milioni già destinati dal PNRR all’installazione di 20.500 colonnine elettriche su strade e autostrade ora destinati alla sostituzione di 39.000 veicoli a combustione interna (0,1% del parco auto) con mezzi elettrici nuovi.

Nessuna riduzione dell’intasamento automobilistico, quindi: solo un pur lodevole lieve incremento della motorizzazione elettrica, mentre il trasporto pubblico continua a rimanere fermo.

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