Storicamente la Giornata della Memoria si celebra il 27 gennaio, giorno in cui 77 anni fa vennero aperti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, grazie alle forze dell’Armata Rossa sovietica che avevano ormai piegato le resistenze naziste sul fronte orientale.

Questo, dal punto di vista storico, il quadro generale. Ma ci sono microstorie locali che, in questo contesto, meritano di essere raccontate e riportate alla memoria. Così sta per accadere al D.a.t. La Colombara, ovvero il Campo di Concentramento di Montorio, a Verona.

L’Italia e il nazismo

L’Italia ha sempre cercato di non essere associata nell’immaginario all’alleato nazista e di mantenere un basso profilo sulla questione. D’altronde, storicamente il motore dei provvedimenti contro gli ebrei durante la Repubblica di Salò è stato Giovanni Preziosi che, grazie al credito acquistato presso i tedeschi, venne nominato da Mussolini “Ispettore generale per la demografia e la razza” anche se, in verità, già nell’assemblea di Verona del novembre 1943 per la nascente RSI, al punto 7 del Manifesto di Verona, si dichiarava che “gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità straniera”. Un principio che trovò seguito nell’Ordine di polizia n° 5 emanato dall’allora Ministro degli Interni, Guido Buffarini Guidi, che stabiliva che tutti gli ebrei dovessero essere mandati nei campi di concentramento e che i loro beni venissero sequestrati.  

Certo, si può essere o meno d’accordo con lo storico Silvio Bertoldi quando affermava che, a differenza di Preziosi, sia l’RSI in generale sia lo stesso Buffarini Guidi non fossero convintamente antisemiti (si diceva anzi che il Ministro prendesse denari per fornire certificati di “arianizzazione” agli ebrei), ma soprattutto che la scelta di rastrellare gli ebrei italiani e tenerli in campi di concentramento provinciali in Italia fosse una mossa per prendere tempo e sottrarli alle deportazioni tedesche. In fin dei conti, nonostante il citato punto 7 del manifesto, si trattava di italiani. Purtroppo, accadde tutt’altro: “I tedeschi, che non tengono conto della sovranità di Salò, si trovano di fronte all’incredibile vantaggio di veder già ammassati e concentrati gli ebrei. Basta […] caricare le vittime sui vagoni ferroviari e spedirle oltre il Brennero, nei campi di sterminio” (S. Bertoldi, Salò, p. 403).

Il Campo di Concentramento di Montorio, la targa commemorativa. Foto da Montorioveronese.it

La Colombara

Ecco dunque. A questo punto, nella grande storia, si inserisce la vicenda, raccontata da Gabriele Alloro in I bombardamenti degli alleati e la fuga dei tedeschi, del casolare identificato come “Colombara-infrastruttura D.A.T. n. 416” nella campagna tra le frazioni di San Michele Extra e di Montorio che, nel 1944, fu trasformato in campo di concentramento per ebrei. Ad aprile di quell’anno, una sessantina di persone (ebrei rastrellati a Roma) venne portata in questa struttura; alcuni dei prigionieri sembrano addirittura contenti per la prospettiva (illusoria) di poter essere trasferiti in Germania per lavorare. Una sorta di limbo, che sembrava garantire loro una certa quiete; questo almeno fino a metà maggio quando, sotto il comando del tenente Eisenkolb, vennero trasferiti prima al campo di Fossoli (Modena) e da lì ad Auschwitz, di fatto solo tre mesi dopo la deportazione di Primo Levi. In più, anche se svuotato, il campo venne mantenuto e acquisì un’altra infame funzione, ovvero quello di luogo di detenzione per i parenti dei renitenti alla leva.

Il video fatto in occasione della 22^ Giornata Europea della Cultura Ebraica, domenica 10 ottobre 2021, in cui sono state organizzate due visite guidate al Campo di concentramento di Montorio.

Oggi, per l’azione dell’Associazione Figli della Shoah, della Comunità Ebraica di Verona e dell’Associazione di promozione sociale montorioveronese.it, è partito – anche grazie alla notifica del “Provvedimento dichiarativo di interesse culturale” da parte della Commissione Regionale per il Patrimonio culturale del Veneto (Prot. 5143 del 28/07/2020) – un percorso di recupero e valorizzazione dell’edificio, così da renderlo quanto prima visitabile alle scuole del territorio e alla cittadinanza.

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