Il riscaldamento della superficie della Terra sta accelerando più del previsto  raggiungendo soglie di tolleranza critiche per l’agricoltura e la salute. A meno di riduzioni immediate delle emissioni di gas serra, il contenimento delle temperature sotto i 2°C sarà un obiettivo fuori da ogni portata. Occorre agire subito e il ruolo della politica a tutti i livelli internazionali, nazionali, locali è fondamentale.

Verona non è stata insensibile al grido d’allarme lanciato d il 9 agosto scorso dall’IPCC (Gruppo intergovernativo sui Cambiamenti Climatici). Immediatamente e indipendentemente in città si sono sviluppate due importanti iniziative per raccogliere gli avvertimenti degli scienziati e sollecitare  l’amministrazione comunale a prendere  decisioni conseguenti e immediate.

Tommaso Ferrari

Il consigliere Tommaso Ferrari del Movimento civico Traguardi, coinvolgendo  altri consiglieri dell’opposizione, ha chiesto e ottenuto un consiglio comunale straordinario sull’ambiente per discutere e decidere una mozione  del giugno scorso dove si chiede la riformulazione entro il 2021 del PAESC (Piano Ambientale Energia Sostenibile e Clima) e del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) adattandoli ai nuovi obiettivi di decarbonizzazione europei.  Il consiglio comunale straordinario si terrà nei primi venti giorni di settembre.

Il 30 agosto poi, la rete ambientalista veronese CaraVerona ha mandato una mail a tutti i consiglieri comunali, senza distinzione di colore politico, chiedendo con una discussione pubblica in Consiglio comunale di dichiarare  lo stato di Emergenza Climatica per la città di Verona. CaraVerona come aggregatore delle diverse sensibilità ambientaliste locali è stata promossa da Extinction Rebellion, Fridays For Future, Legambiente, WWF, NeBastaUno, cui hanno finora aderito altri 15 gruppi, per ricordare all’amministrazione di Verona che in ambito cittadino alcuni aspetti negativi dei cambiamenti climatici risultano addirittura amplificati ed è necessario un impegno serio e coraggioso nella lotta al cambiamento climatico. 

Nel loro comunicato stampa per spiegare l’iniziativa si legge:

«Dichiarare l’Emergenza Climatica e Ambientale  per un Comune significa riconoscere la gravità degli effetti ambientali e socio-economici determinati dal riscaldamento globale e reagire nell’immediato, pianificando con priorità le opere di adattamento. Quindi è un atto politico e di presa di responsabilità da parte di una istituzione […] con la sua approvazione il Sindaco/la Giunta comunale si impegnano a dare priorità di intervento alle azioni di adattamento ai/e mitigazione dei cambiamenti climatici con  misure concrete e adeguate alla gravità della crisi».

La bozza di mozione proposta alla discussione e approvazione del Consiglio Comunale contiene inoltre alcuni concreti interventi ritenuti prioritari e urgenti.

Informare subito i cittadini, dire loro in piena trasparenza la verità sui rischi e le vulnerabilità del territorio e sulle misure messe in campo per contrastare la crisi climatica coinvolgendoli  con ruolo decisionale reale nel processo di contrasto dell’emergenza climatica ed ecologica. 

Entro dicembre 2021 poi, con orizzonte temporale al 2030:

Palazzo Barbieri, sede del Consiglio comunale di Verona
  • elaborare un piano per realizzare una produzione elettrica rinnovabile locale che copra almeno il 50% del consumo energetico cittadino; 
  • riscrivere il piano della mobilità sostenibile PUMS per ridurre le emissioni di CO2 del settore di almeno 250.000 ton/anno (-55% di emissioni rispetto al 2018);
  • varare il Piano del Verde cittadino per raddoppiare, nella salvaguardia della biodiversità e della peculiarità locale, l’attuale superficie verde per abitante.

«Anche alle nostre latitudini si stanno toccando con mano gli effetti del cambiamento climatico» ci spiega Michele Dall’O, presidente di WWF Verona. «Infatti molte specie di flora e fauna animali stanno migrando da sud verso nord e dal basso verso l’alto per trovare condizioni più consone alla propria biologia ed ecologia. Ben noto è il fenomeno dello spostamento della flora verso l’alto che sul Monte Baldo risulta essere di 3 metri all’anno.[…] Siamo cioè di fronte a minacce concrete, molto gravi, alla biodiversità.  Per questo è necessario invertire la rotta e creare la consapevolezza, non solo nelle Istituzioni, ma anche nei cittadini, che siamo entrati in una fase emergenziale e che occorre agire subito».

Chiara Martinelli

«Per azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050 ci vuole un cambio di direzione rapido e reale.» aggiunge Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona, che poi ribadisce: «Ci si aspetta che anche l’ amministrazione locale, seguendo le direttive europee e nazionali alzi l’asticella delle scelte politiche ambientali, iniziando a dichiarare l’emergenza climatica. Verona é ancora indietro da molti punti di vista, trasporti, rifiuti, politiche energetiche, consumo di suolo. Il dibattito sulle politiche ambientali Deve diventare prioritario anche per la nostra città..»

Ora la parola passa veramente alla politica. Sembra sia arrivato il momento di dimostrare il suo livello di comprensione del fenomeno climatico e la sua capacità di intervento.

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