Da poco c’è stata la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà che si ricorda ogni anno il 17 ottobre.

Ne abbiamo parlato su Heraldo, analizzando la situazione in Italia, attraverso i dati del 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale di Caritas Italiana.

Anche Unicef, Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia se n’è occupato, focalizzandosi sull’impatto della povertà e della guerra sui minori dell’Est Europa e Asia centrale.

Ha infatti pubblicato uno studio dal titolo “L’impatto della guerra in Ucraina e della successiva recessione economica sulla povertà infantile in Europa Orientale e Asia Centrale”, facendo emergere dati preoccupanti.

I bambini stanno pagando il prezzo più alto

Nei paesi dell’Europa Orientale e dell’Asia Centrale, nei quali gli approvvigionamenti alimentari e di carburante ma anche il commercio e il turismo, arrivano o passano dalla Federazione Russa o dall’Ucraina, le persone a rischio di finire in povertà sono 10 milioni in più rispetto alle previsioni pre-guerra.

Foto di Ahmed Akacha, pexels.com

Tra loro 4 milioni sono bambini, rappresentando il 25% della popolazione di quell’area.

I tre quarti dell’aumento totale del numero di bambini che vivono in povertà a causa della guerra in Ucraina e della crisi del costo della vita nella regione, si è verificato nella Federazione Russa, con ulteriori 2,8 milioni di bambini che ora vivono in famiglie al di sotto della soglia di povertà.

L’Ucraina ospita mezzo milione di bambini in più che vivono in povertà, la seconda quota più grande, seguita dalla Romania, con ulteriori 110.000 bambini.

Oltre gli ovvi orrori della guerra come l’uccisione e il ferimento di bambini e gli sfollamenti di massa, le conseguenze economiche della guerra in Ucraina stanno avendo un impatto devastante sui bambini in Europa Orientale e Asia Centrale.

Afshan Khan, Direttore Regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale

Calcolatrice alla mano

Secondo lo studio quanto più povera è una famiglia tanto più ampia è la proporzione del reddito impegnato per le necessità come cibo e carburante.

Foto di Ahmed Akacha, pexels.com

Quando il costo dei beni di base aumenta i soldi disponibili per rispondere ai bisogni come cure mediche e istruzione diminuiscono.

La conseguente crisi del costo della vita significa che i bambini più poveri hanno ancor meno probabilità di accedere a servizi essenziali e sono più esposti a rischio di violenza, abuso e sfruttamento.

Il forte aumento delle difficoltà economiche potrebbe portare alla morte di altri 4.500 bambini prima del loro primo compleanno e le perdite nell’apprendimento potrebbero equivalere a 117.000 bambini in più che abbandonano la scuola solo quest’anno.

Anche qui troviamo i “pavimenti appiccicosi”

Nel già ricordato Rapporto di Caritas Italia sulla povertà nel nostro Paese, era emerso quanto la povertà si sia cristallizzata in una situazione ereditaria, arrivando a contare 5 generazioni prima di poter riscattarsi.

Anche l’Unicef conferma questa tendenza per le aree di Europa Orientale e Asia Centrale.

Per molti, la povertà durante l’infanzia dura tutta la vita. Un bambino su tre nato e cresciuto in povertà sarà un adulto che vive in povertà, portando a un ciclo intergenerazionale di difficoltà e deprivazione.

Mitigare l’impatto

Lo studio dell’Unicef fornisce indicazioni per contribuire a ridurre il numero di bambini in povertà ed evitare che un numero sempre più grande di famiglie si trovi in condizioni di deprivazione e difficoltà economiche.

Foto di Katie Godowski, pexels.com

L’Unicef recentemente ha collaborato con la Commissione Europea e diversi paesi dell’Unione Europea al progetto pilota Child Guarantee, un’iniziativa per mitigare l’impatto della povertà sui bambini e fornire loro opportunità per prosperare da adulti.

Con un numero sempre maggiore di bambini e famiglie spinti verso la povertà, è necessaria una risposta forte in tutta la regione.

Certo è che, se non ci fosse la guerra, non ci sarebbero questi drammi da dover affrontare. Ma purtroppo, ciò che è ovvio per i bambini, non lo è per gli adulti.

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