Il Movimento Civico Traguardi ha presentato ieri in conferenza stampa una mozione urgente da discutere e approvare in Consiglio Comunale  per chiedere la riformulazione entro il 2021 del PAESC (Piano Ambientale Energia Sostenibile e Clima) e del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) adattandoli, coerentemente con le indicazioni del Green Deal Europeo, ai nuovi obiettivi di decarbonizzazione europei: meno 55% emissioni CO2 nella città al 2030 e zero emissioni al 2050.

La quantità delle emissioni di CO2 è un indice di sostenibilità che misura la resilienza del nostro benessere, quanto di questo ne possiamo  trasmettere alle future generazioni, insieme al livello di competitività e attrattività della nostra economia, inversamente proporzionale alla futura qualità della vita.

Mancano solo otto anni al 2030 e la città non ha ancora maturato una posizione chiara e convincente sul suo futuro sostenibile, pertanto il lavoro da fare è  imponente e complesso e il tempo per attuare gli adattamenti è scarso.

Per questi motivi, il consigliere comunale Tommaso Ferrari ha lanciato contemporaneamente il confronto con altre forze politiche in Consiglio Comunale  e una chiamata a tutte le forze sociali, politiche ed economiche per costruire da subito, insieme, corresponsabilmente, la Verona del domani. 

«Rimandare le decisioni o porsi obiettivi insufficienti danneggia non soltanto la natura, ma anche il diritto delle nuove generazioni a vivere e ad avere un futuro» si legge nell’incipit della mozione, aggiungendo: «La lotta al cambiamento climatico e la transizione ecologica non riguardano soltanto il miglioramento della qualità della vita, ma costituiscono anche un’ottima occasione di rilancio economico della città».

Tommaso Ferrari, Consigliere comunale di Traguardi

«Nelle politiche ambientali del Comune regna il disordine» ha insistito Ferrari. «A quasi tre anni dalla delibera di inizio progettazione, il PAESC (che l’Amministrazione ha accettato nel 2018 di formulare aderendo al Patto europeo dei Sindaci, n.d.r) non è ancora stato discusso e approvato dal Consiglio Comunale e deve già essere aggiornato, poiché si basa su un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 al 40% che è ormai superato. Lo stesso vale per il PUMS, che, fra l’altro, è incoerente con gli obiettivi di diminuzione di CO2 previsti dal PAESC: indica una riduzione di 49mila tonnellate l’anno, di tre volte inferiore rispetto alle 155mila tonnellate annue indicate dal PAESC».

Quest’ultima osservazione risulta particolarmente rilevante perché rende esplicita la mancanza di unitarietà energetica e ambientale dei due piani elaborati dall’amministrazione e condanna definitivamente all’oblio l’attuale piano della mobilità, con o senza filobus.  Raggiungere nel traffico urbano la riduzione delle emissioni di CO2 di 155mila tonnellate significa smascherare il diffuso greenwhashing sull’argomento e dare invece concretezza a tutti i principali slogan normalmente usati come: mobilità dolce, città a 15 minuti, città sicura e aria pulita, riappropriazione degli spazi urbani,  e non è poco.

PAESC e PUMS sono strumenti di pianificazione strategica, intervengono su tutti i principali aspetti della vita dei cittadini, nella loro formulazione  e implementazione si confrontano le visioni a medio e lungo termine della città.  La loro approvazione  è quindi un atto politico importante, forse fra i più importanti che un’amministrazione cittadina può realizzare, richiede approfondimento, coerenza, condivisione.

Nella conferenza stampa,  il Movimento civico Traguardi ha ribadito: «È urgente che il Comune affronti la questione, predisponga un piano degli interventi con finalità, cronoprogramma, costi e modalità di governance chiari, coinvolgendo gli operatori del settore. Altrimenti sarà impossibile pensare di accedere ai finanziamenti in arrivo dall’Europa attraverso il PNRR, (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)» e anche attrarre finanza privata. «L’economia e la finanza stanno sempre più considerando la sostenibilità un driver di sviluppo dei territori come sottolineato anche dalla recente ricerca promossa da Confindustria Verona e Ance Verona, realizzata da Cresme».

Manca ancora un anno alle prossime elezioni amministrative ma questa mozione  sembra avviare da subito il cantiere di lavoro per i prossimi mesi e anni.  La campagna elettorale è incominciata e il confronto sarà sicuramente  interessante, finalmente concreto sulla Verona che vogliamo. Ed Heraldo è pronto a ospitare sulle sue pagine il confronto politico e tecnico su queste tematiche, che – è ormai evidente – riteniamo particolarmente importanti per il futuro della nostra città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA