L’8 dicembre e la negazione del diritto al piacere per le donne
Lunedì sarà festa per ricordare l'Immacolata, una celebrazione che nasconde la negazione della donna nel autodeterminarsi nella società

Lunedì sarà festa per ricordare l'Immacolata, una celebrazione che nasconde la negazione della donna nel autodeterminarsi nella società

L’8 dicembre si avvicina e, come ogni anno, sarà una giornata di festa cristiana, una tra le numerose celebrazioni religiose presenti nel nostro calendario, come il Natale, la Pasqua, il Lunedì dell’Angelo, la festa dei Santi, Santo Stefano e le ricorrenze dei vari patroni locali, tutto questo all’interno di un Paese laico per Costituzione.
Alcune festività sono ormai radicate nella cultura del nostro Paese e, in molti casi, assumono un valore che va oltre la semplice dimensione religiosa: penso al Natale e alla Pasqua, giorni in cui famiglie e amici si ritrovano per pranzi e cene, per scambiarsi regali e condividere momenti di gioia. In una società frenetica e spesso distratta come quella attuale, questi momenti di convivialità diventano sempre più preziosi. Che lo si consideri giusto o sbagliato, sacro o profano, oggi Natale e Pasqua rappresentano soprattutto questo per molte persone.
Torniamo all’8 dicembre, giorno dedicato all’Immacolata Concezione, che celebra il fatto che Maria, la Madonna, madre di Gesù, è stata concepita senza il cosiddetto peccato originale, rendendola pura, incontaminata e immacolata, affinché potesse concepire, in modo altrettanto puro e immacolato, suo figlio Gesù.
In pratica nel 2025 si festeggia il fatto che ad una donna, anzi due, sia stato tolto il diritto al piacere, il diritto a godere, al diritto di procreare tramite un atto sessuale del tutto naturale e di per sé piacevole, e che, in quanto piacevole rappresenta un peccato. Festeggiamo quindi un diniego al diritto al piacere per le donne, in quanto appartenenti allo stesso sesso, – e solo per questo- di Maria.
Le donne dovrebbero prendere come esempio questo evento: un concepimento avvenuto senza peccato, quindi senza desiderio carnale. È un momento così speciale nel suo significato più profondo che merita di essere celebrato con una giornata di festa. In questo giorno non si va a scuola, i più fortunati non lavorano, e i più devoti si vestono elegantemente per partecipare alla messa, onorando e ricordando un concepimento senza peccato.
Con questa celebrazione si afferma che tutte le altre donne che hanno concepito attraverso il piacere, cioè tutte, lo abbiano fatto con il peccato, rendendole impure, mentre l’Immacolata è unica e merita di essere venerata con un giorno di festa.
Ognuno crede in ciò che vuole e nel modo in cui vuole ma non possiamo negare che la religione, quella cattolica per quanto concerne l’Italia, ha un impatto culturale, condiziona vite, persone e la società intera.
Celebrare una ricorrenza che esalta l’essere immacolata di una donna, negandole il piacere, ha influenzato generazioni di donne a sentirsi vergognose nel vivere il piacere sessuale con i propri mariti. Gli uomini, al contrario, erano considerati pienamente autorizzati a provare quel piacere senza alcun senso di colpa. Si è così creato l’errato presupposto che il piacere sessuale fosse esclusivamente maschile, mentre la dimensione femminile veniva definita dall’Immacolata Concezione, un ideale che escludeva qualsiasi esperienza di piacere, ritenuta incompatibile con tale purezza.
Ha privato molte donne di sentirsi libere nel conoscere il proprio corpo, perché anche certi atti impuri appartenevano e, per alcune molte persone anche oggi, appartengono solo agli uomini, come se le donne, le ragazze non sentano certe pulsioni e autorizza la società a vedere con occhio malizioso quelle donne che quelle pulsioni, non solo le sentivano (cioè, tutte) ma che ne davano libero sfogo.
Una venerazione di questo tipo ha contribuito alla creazione di una società maschilista, una società che festeggia la negazione del piacere di una donna si trasforma in una società che addita come “puttana” una donna che decide di vivere liberamente la propria sessualità e “figo” l’uomo che fa altrettanto.
Una società che ha fatto sì che le vittime del revenge porn siano soprattutto le donne e il motivo e lo stesso di cui sopra, sono le donne e solo le donne, a doversi vergognare della propria sessualità e di ciò che ne deriva, mentre l’uomo, in questo disegno maschilista e patriarcale, si sente forte e avvallato dalla società nel sentirsi inattaccabile davanti a questo tipo di minacce.
È questa festa, questo dogma, voluto da Pio IX nel 1854, ha la volontà, probabilmente indiretta, di decostruire e rilegare nel clandestino il piacere femminile e di conseguenza la determinazione, l’autodeterminazione e l’autonomia della donna nel sesso e all’interno di ogni altro aspetto delle società.
Lunedì sarà quindi necessario andare oltre l’inerzia e l’abitudine di farsi gli auguri in una festa comandata e, dato appunto il tempo libero da scuola e lavoro, potrebbe essere l’occasione per riflettere su cosa significa un certo di festa e l’impatto che questa ha avuto e sta ancora avendo sulla nostra società e sull’essere donna e uomo. Buona riflessione a tutti e tutte.
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