L’isola di Mozia, incantevole colonia fenicia situata nelle acque dello Stagnone di Marsala, torna a far parlare di sé. Dopo l’eco internazionale suscitata dal celebre “Giovinetto” di Mozia, la statua attribuita alla scuola di Fidia, rinvenuta nel 1979 e già protagonista di prestigiose esposizioni internazionali, tra cui quella di Londra in occasione delle Olimpiadi del 2012, gli archeologi hanno annunciato il ritrovamento di un nuovo, affascinante reperto: la cosiddetta “Giovinetta” di Mozia. La scoperta è avvenuta durante la più recente campagna di scavi sull’isola, antico avamposto fenicio e straordinario scrigno di stratificazioni culturali.

Il “Giovinetto”

A guidare le ricerche è Paola Sconzo, docente dell’Università di Palermo e direttrice della missione archeologica a Mozia, che ha illustrato i dettagli del rinvenimento. La statua, alta 72 centimetri, raffigura una figura femminile vestita alla greca, colta in un passo elegante e incedente, testimonianza di una qualità artistica che sorprende per raffinatezza ed equilibrio. Secondo gli studiosi, il nuovo reperto non solo conferma la fitta rete di traffici che univa Mozia alle grandi civiltà del Mediterraneo, ma rivela anche la circolazione di idee e linguaggi artistici tra Fenici, Greci e popolazioni locali.

Se il “Giovinetto” incarnava la grazia e la forza della giovinezza maschile, la “Giovinetta” introduce la dimensione femminile, completando un quadro culturale che restituisce l’immagine di una comunità aperta agli influssi esterni. Realizzata in marmo di pregio, la scultura mostra un panneggio minuzioso, dai giochi di pieghe morbide e profonde, e tratti delicati che tradiscono la mano di un artista vicino agli ambienti della grande scultura classica. Alcuni studiosi ipotizzano che le due statue possano far parte di un medesimo progetto, forse commissionato a maestri della cerchia di Fidia nel V secolo a.C., in un periodo di massima vitalità culturale per la Sicilia occidentale.

La notizia è stata accolta con entusiasmo dalle istituzioni culturali. “Si tratta di un evento di portata internazionale – ha dichiarato un portavoce della Soprintendenza siciliana – che conferma il ruolo centrale di Mozia come crocevia del Mediterraneo antico e custode di tesori unici”. Nei prossimi mesi la statua sarà sottoposta a un delicato intervento di restauro presso i laboratori della Regione Siciliana, finalizzato a ricostruirne la storia, le tecniche di lavorazione e il contesto originario.

Non è escluso che, una volta completato il restauro, la Giovinetta possa affiancare il Giovinetto in mostre internazionali, rafforzando l’immagine della Sicilia come terra capace di custodire e rivelare ancora oggi capolavori dimenticati.

Per gli archeologi e gli appassionati di arte classica, la scoperta della Giovinetta non rappresenta soltanto un ritrovamento raro, ma anche un potente simbolo della capacità della Sicilia di far rivivere, secoli dopo, le meraviglie del suo passato.

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