Il tributo che Verona riserva a Ugo Zannoni non è solo un dato di memoria, ma un riconoscimento a una figura che dell’arte ha fatto un’eredità. Domani aprono al pubblico le sale della Galleria d’arte moderna Achille Forti al Palazzo della Ragione con la mostra “La mano che crea. La Galleria pubblica di Ugo Zannoni (1836-1919). Scultore, collezionista e mecenate”, che resterà aperta fino al 31 gennaio 2021.

Nel titolo stesso c’è la ricchezza di un personaggio che non solo ha consegnato un importante contributo artistico a Verona, ma ha dato il via a molte collezioni pubbliche. Si pensi che tra il 1905 e il 1918, Zannoni donò ai Musei Civici la sua collezione personale composta da 200 opere d’arte, che fu uno degli apporti fondamentali per costituire una galleria di arte moderna cittadina.

E fu questo il contributo fondamentale per arricchire il patrimonio veronese di opere del secondo Ottocento, tra i cui autori si annoverano Domenico Induno, Mosè Bianchi, Filippo Carcano, Julius Lange, Luigi Nono, Leonardo Bazzaro, Angelo Morbelli, accanto ai veronesi Angelo Dall’Oca Bianca, Francesco Danieli e Giuseppe Zannoni. Artisti che lo scultore aveva frequentato o i cui lavori erano stati acquisiti per ricerca, sia nelle arti plastiche sia pittoriche, nel pieno di una stagione italiana che aveva trovato nel realismo, nella poetica risorgimentale e nelle ricerche sulla luce le sue principali modalità espressive.

Il progetto espositivo curato dalla direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi e dal comitato scientifico composto da Maddalena Basso, Camilla Bertoni, Tiziana Franco, Sergio Marinelli, Elena Casotto, Pietro Trincanato e Patrizia Nuzzo, fa rivivere una figura che con l’arte ha espresso anche il suo impegno civile a favore della cultura, un senso civico che proprio in quell’epoca ha connotato la società veronese e veneta, spinta a costruire un’identità solida della nuova nazione nata dalle tre guerre d’indipendenza.

Nell’ampia quarta sala della galleria l’esposizione ripropone l’atelier dello scultore e la collezione dell’artista, per dare un assaggio di come fosse composta la tipica galleria privata dell’Ottocento. Ulteriore immersione nel passato è proposta dall’allestimento della prima esposizione civica di arte moderna che per trent’anni trovò spazio nelle cosiddette sale Zannoni all’interno del Museo Civico a Palazzo Pompei, dal 1908 al 1938.   

La mostra è pure occasione per conoscere da vicino la realizzazione di un monumento fortemente simbolico per la città, la statua di Dante Alighieri in piazza dei Signori, collocata in direzione di quei palazzi Scaligeri dove il Sommo fu accolto durante l’esilio da Firenze. La scultura è in realtà un’opera giovanile di Zannoni, che si aggiudicò la vittoria di un concorso promosso in occasione del VI centenario della nascita dell’Alighieri, ed è possibile vederne esposto il bozzetto in bronzo.

La concomitanza con l’apertura dell’anno dedicato alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, prevista il prossimo settembre, è un omaggio ulteriore al lavoro di Zannoni per Verona. L’ambiente culturale e sociale che rese fertile l’attività dello scultore e collezionista è quindi ben rappresentato in una mostra che valorizza il patrimonio storico a artistico cittadino, in anni in cui anche il mecenatismo sta dando importanti contributi alla crescita della cultura veronese, proprio grazie a figure di mecenati contemporanei che stanno mettendo a disposizione della città opere e pensiero. Due su tutti, Giorgio Fasol, che ha donato in comodato d’uso 80 sue opere all’Università di Verona per avvicinare i giovani al contemporaneo, e Luigi Carlon, che ha addirittura aperto una casa-museo in Palazzo Maffei, dove ha messo a disposizione dei veronesi la sua collezione di arte antica e moderna.

La mostra è visitabile da martedì a domenica dalle 11 alle 17. Sabato 27 e domenica 28 giugno il biglietto d’ingresso è ridotto a 1 euro.