Una riflessione aperta nel cuore del quartiere di Veronetta ha messo a fuoco sabato 11 ottobre nell’ambito del Veronetta Festival il valore della partecipazione civica facendo parlare direttamente chi ogni giorno, tra associazioni, cittadini e istituzioni, contribuisce a costruire comunità.

«Noi come Comune di Verona abbiamo una lunga relazione con la sussidiarietà, che parte dal 2016 – ha dichiarato Jacopo Buffolo, assessore alle Politiche giovanili e di Partecipazione, Pari opportunità, Memoria Storica e Diritti Umani -. È un modello che sta dimostrando tutta la sua funzionalità nel generare relazioni e attivazione di comunità: ringrazio tutti coloro che si prendono cura dei beni pubblici, rendendoli veri beni comuni. Dobbiamo continuare in questa direzione e migliorare ancora».

Con queste parole l’assessore ha aperto l’incontro, sottolineando l’importanza di un modello partecipativo capace di consolidarsi nel tempo e di generare fiducia collegiale. A seguire, è toccato a Lisa Lanzoni, responsabile della sussidiarietà del Comune, tracciare la mappa degli strumenti e delle opportunità che rendono accessibile il protagonismo dei cittadini:

“Abbiamo lavorato molto per semplificare il modo in cui i cittadini si relazionano con l’amministrazione. Diventare cittadini attivi è semplice, via canale digitale o di persona: qualsiasi progetto che aumenti il benessere collettivo può diventare un patto. Ad oggi abbiamo 209 patti siglati e 93 attivi, che generano continuamente nuova partecipazione.”

Esempi concreti: le testimonianze dei cittadini attivi

Da qui si è sviluppato un vivace scambio di esperienze concrete, che ci riportano nei quartieri, nei parchi, negli spazi che erano abbandonati e oggi sono ritornati a essere occasione di incontro, cultura e cura condivisa.

Ripartire dallo skatepark

Nel quartiere di Viale Galliano, l’area che un tempo era parcheggio abbandonato è oggi il “Parco cultura urbana Smaroboante”. L’idea nasce dal gruppo che gestiva lo skatepark dal 2007, poi in difficoltà; grazie al patto di sussidiarietà con il Comune è ripartito un progetto più ampio: non solo lo skate, ma laboratori, eventi, una “casetta” di presidio, relazioni con cooperative e associazioni. Ciò che era degrado oggi è fiducia: lo spazio è visibile, trasparente, aperto.

Edicola Buone Nuove: dal giornale alla piazza

Una storica edicola degli anni ’40 ha assunto un ruolo nuovo nel tessuto urbano: grazie al patto, si è trasformata in presidio sociale e culturale nella piazza del quartiere. Nata da un nucleo di associazioni, la gestione volontaria si è rafforzata con il progetto “Buone Nuove”, sostenuto dalla Fondazione Cariverona, che porta una presenza operativa e programmi partecipativi: radio, laboratori, cultura. Uno spazio che invita ogni cittadino a “metterci la firma” come abitante, non come spettatore.

Volontariato e tradizione: Porta Vescovo viva

Nel quartiere attorno a Porta Vescovo, il tradizionale carnevale si fa motore di comunità: grazie al patto del Comitato Carnevale Venedico, si unisce la valorizzazione del patrimonio (la porta del 1520) con l’impegno volontario quotidiano – visite, incontri, iniziative. Il volontariato, spiegano, «è la spina dorsale della città»: non serve solo la festa, serve custodia, presenza, cura.

Centro culturale di quartiere: Le Fate Onlus

In un centro che ospita ludoteca, biblioteca, chiosco partecipato e nuove progettualità per famiglie, giovani e territorio, il patto di sussidiarietà ha fatto da leva per attivare comunità. Il progetto ha trasformato un edificio sottoutilizzato in un luogo vivo di scambio, rete, cultura – e ha fatto del “Banco di Comunità” esempio di come beni, competenze e relazioni possano ricostruirsi insieme.

Nel quartiere alle Golosine, lo spazio ABC nasce per contrastare l’isolamento e costruire relazioni intergenerazionali e interculturali: un patto che parte dalla sala per una festa ma si amplia alla conversazione, al caffè, al semplice “essere insieme”. I volontari raccontano che donare tempo – una risorsa scarsa – è la chiave di una pratica che vince la solitudine e rigenera il territorio.

Verso nuove forme di partecipazione

Alla luce di queste esperienze, Lisa Lanzoni ricorda che «semplificare ulteriormente le procedure” resta una priorità: un ente pubblico ha molti passaggi, ma è possibile renderli più agili. Dall’altro lato, l’assessore Buffolo afferma che la sussidiarietà è uno strumento per riaccendere la partecipazione e costruire «comunità più solidi, negli spazi e nelle relazioni”.

«Viviamo in una società in trasformazione: la sussidiarietà offre nuovi strumenti per ricostruire fiducia e partecipazione civica. È un modo per dire ancora “I care” e costruire una comunità più solida, negli spazi e nelle relazioni».

Una riflessione, dunque, che non resta teorica: la città appare nei racconti come un laboratorio aperto, dove le relazioni paritetiche tra cittadini e istituzioni trovano concrete declinazioni nei quartieri, dove l’abbandono può diventare opportunità e la partecipazione non è uno slogan, ma una prassi quotidiana.

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