Avevamo lasciato il triangolo Olimpiadi 2026, Cortina e pista da bob a giugno, quando era stato eletto il nuovo sindaco di Cortina d’Ampezzo.

Il sindaco sconfitto Gianpietro Ghedina era soprannominato il “sindaco delle Olimpiadi”, perché con Zaia, presidente della Regione Veneto, si era battuto per portare le Olimpiadi invernali nella città in provincia di Belluno.

Il nuovo sindaco Gianluca Lorenzi della lista civica Vivere Cortina invece, aveva subito messo le mani avanti dicendo che avrebbe rivisto tutta la documentazione relativa ai Giochi Olimpici e si sarebbe speso per far sì che i cittadini di Cortina potessero finalmente esprimersi in merito.

A un mese dalle elezioni Lorenzi è sembrato avere già le idee chiare: avrebbe seguito punto per punto la linea del suo predecessore e del presidente Zaia. Secondo Lorenzi infatti tutte le opere approvate sono coerenti con la sua idea di sostenibilità e soprattutto, porteranno grandi vantaggi all’economia di Cortina.

Riassunto delle puntate precedenti

Le cose, però, non sono così chiare e lineari come il nuovo sindaco vuole presentarle. Cerchiamo di fare un breve e semplice riassunto dei fatti più eclatanti.

Già a maggio il il presidente del Cio (Comitato Olimpico Internazionale) Thomas Bach e il direttore generale Christophe De Kepper, avevano scritto alla Regione Veneto e al presidente Luca Zaia per convincerli a non realizzare la nuova pista da bob, ritenuta troppo costosa, inutile e non in linea con i dettami dell’Agenda Olimpica 2020 che punta a ridurre i costi e a non creare cattedrali nel deserto.

La lettera di fatto non ha scosso i destinatari, che hanno continuato a progettare la nuova pista da bob affidando lo studio dell’opera alla stessa ditta che aveva realizzato la pista anche per le Olimpiadi di Torino del 2006 (e che ora giace inutilizzata) e le varie altre “opere necessarie”, nonostante le numerose proteste dei gruppi ambientalisti locali e non solo.

Si apprenderà poi che nuova pista da bob costerà non più i famosi 60 milioni di euro, già di per sé un’enormità, ma con l’aumento generale dei prezzi si arriverà alla somma complessiva di ben 85 milioni di euro.

Foto di Tobias Bjørkli, pexels.com

A luglio ecco un altro colpo di scena: la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Βelluno, Padova e Treviso fa partire la procedura per la dichiarazione di notevole interesse della storica pista “Eugenio Monti”, al fine di preservarne il carattere storico e culturale.

Cosa significa? Per la costruzione della nuova pista bisogna demolire la vecchia. Se la cosa è ovvia per Zaia, Ghedina e per Luigi Valerio Sant’Andrea, il Commissario straordinario di Infrastrutture Milano-Cortina 2026, non lo è ugualmente per le Belle Arti che mettono un grosso freno all’entusiasmo di quanti vogliono già iniziare a demolire, scavare, costruire. Quasi che fossero ostaggi della sindrome da Bob Aggiustatutto, personaggio dei cartoni animati per bambini che risolve tutto con scavatori, rulli e autobetoniere.

Nemmeno questo ostacolo sempre preoccupare i paladini del cantiere a tutti i costi. Lorenzi non tarda ad affermare che questi sono solo “passi obbligati di una procedura normale”. Zaia non ci sente e va avanti.

Cristina Guarda, consigliera di Europa Verde della Regione Veneto, commenta il tutto accusando queste Olimpiadi di aver già stabilito un record: avere i conti in rosso ancora prima di iniziare.

Per tappare i buchi la Regione Veneto, assieme alla Lombardia, avrebbe pensato di usare i fondi destinati per le Paraolimpiadi, e chiedendo al Governo di entrare a far parte della organizzazione dell’evento. Il che significa usare soldi pubblici che ora dovrebbero servire allo Stato per ripianare le emergenze energetiche, ambientali e sanitarie.

Agosto, sostenibilità non ti conosco

E infatti il 9 agosto, nel Decreto aiuti-bis viene inserito un intero articolo dedicato alle Olimpiadi di Milano-Cortina. Per la realizzazione delle opere vengono stanziati ulteriori 400 milioni di euro, in aggiunta al miliardo di fine 2019 e alle altre risorse autorizzate negli anni. A supporto di questa revisione dei prezzi viene portata la crisi internazionale e l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime.

Non solo. Il Governo si auto inserisce tra i membri della Fondazione Milano-Cortina 2026, acquisendo il potere di nominare l’amministratore delegato che salverà le Olimpiadi invernali.

Non c’è da preoccuparsi nemmeno per il ritardo della consegna dei lavori (che sarebbero già dovuti iniziare da tempo ma con tutte queste lungaggini burocratiche italiane, gli intoppi e gli ambientalisti di mezzo, non sono mai partiti).

Lo scoiattolo imbavagliato usato come simbolo dai comitati di protesta

Infatti spunta una lettera di fine maggio di Sant’Andrea, in cui si precisa che le opere ritenute “essenziali” dal Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, potranno essere “consegnate anche dopo lo svolgimento dei Giochi“. Sospiro di sollievo.

Il 25 agosto al Palazzo Municipale di Cortina viene indetta una riunione segreta, visto che non viene invitato praticamente nessuno e comunque ai presenti è vietato porre domande, allo scopo di presentare la nuova pista da bob.

Alcune associazioni ambientaliste si danno appuntamento in piazza per un sit-in di protesta, presentando un nuovo logo ironico per le Olimpiadi 2026: uno scoiattolo fasciato e imbavagliato. Iniziano però una nuova raccolta firme, e così arriviamo ai giorni nostri.

La nuova puntata

Giovedì 15 settembre, Thomas Bach, presidente Cio, e Giovanni Malagò, numero uno del Coni, sono stati ricevuti da Mario Draghi. Bach è infatti a Roma per ritirare il prestigioso premio del Panathlon International: il Flambeau d’Or. Celebrazione che avverrà oggi, venerdì 16 settembre.

A lui il Comitato Civico Cortina ha inviato una lettera firmata da quasi 1200 cittadini, chiedendo di bloccare ciò che viene definito “un disastro ambientale ed economico” e di imporre alla Regione Veneto, al Comune di Cortina e alla Fondazione Milano-Cortina 2026 di rinunciare alla costruzione dell’opera.

Come andrà a finire lo sapremo nelle prossime puntate di “Bob Aggiustatutto e lo strano caso della pista da bob.” Cacofonico vero?

© RIPRODUZIONE RISERVATA