Anche il calcio deve fare la sua parte nella sostenibilità ambientale. Le società sportive devono essere sempre più attente nella loro gestione e negli eventi a ridurre i fattori che causano i cambiamenti climatici, ma devono anche sensibilizzare i tifosi a comportamenti poco impattanti sull’ambiente.

È enorme la quantità di rifiuti prodotti dallo spettacolo calcio: in Italia circa 300 tonnellate ogni anno, con una media di un chilogrammo ogni quattro spettatori. Da una ricerca effettuata, si è riscontrato che 1,5 tonnellate di rifiuti sono composti da bottigliette di plastica. Queste grandi quantità di rifiuti possono essere facilmente riutilizzate tramite l’uso di eco-compattatori, come quello installato presso il Centro tecnico di Coverciano – casa delle Nazionali di calcio – in grado di riconoscere le tipologie di plastica e permetterne il riciclo e il riuso. Oppure utilizzati per recuperare microplastiche da destinare alla produzione di seggiolini da stadio di nuova generazione. 

L’impatto ambientale di uno stadio incide in maniera significativa, basti pensare che in un anno vengono consumate in media un milionedi Kwh, l’equivalente di quanto consumano 2600 famiglie composte da quattro persone.

Oltre al dispendio energetico, c’è anche quello idrico: si calcola infatti che uno stadio consumi 100.000 metri cubi di acqua, corrispondente a 40 piscine olimpioniche.

Sensibile a questi temi, la Figc (Federazione italiana giuoco calcio) è passata dalle parole ai fatti coinvolgendo 98 società appartenenti della Lega Serie A e B, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti nella Carta sulla sostenibilità ambientale del calcio stilata in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e condivisa con le altre componenti federali. L’iniziativa rientra nell’attività di legacy del progetto “Life Tackle” sulla sostenibilità ambientale del calcio, co-finanziato dal programma Life dell’Unione Europea e supportato dalla Uefa al quale oltre alla federazione italiana hanno partecipato anche quella svedese e romena.

«Al fine di ridurre l’impatto ambientale degli eventi sportivi, la Carta ha individuato delle macro aree di azioni», racconta Barbara Moschini, responsabile progetti UE per la Figc, «quali la governance ambientale, la gestione di stadi e infrastrutture, la gestione degli eventi e il coinvolgimento dei tifosi, partners e stakeholders. Le Società di calcio italiane che hanno aderito alla Carta sulla sostenibilità», prosegue, «non hanno sottoscritto degli obblighi, in quanto la sottoscrizione è su base volontaria, ma sarà richiesta una verifica dei progressi conseguiti, delle attività in corso e delle iniziative che intendono intraprendere per migliorare la gestione ambientale. Inoltre, abbiamo già istituito dei tavoli di lavoro per individuare le priorità delle società calcistiche aderenti».

Moschini, in pratica cosa vi attendete dalle società calcistiche che hanno aderito?

Barbara Moschini – Foto da LinkedIN

«È auspicabile che le società calcistiche adottino tecniche di bio-edilizia e edilizia sostenibile nella progettazione e realizzazione di nuovi stadi e infrastrutture sportive, riducano i consumi elettrici favorendo l’installazione di tecnologie a led per l’illuminazione, ma anche adottino misure volte alla produzione in loco di energia elettrica da fonte rinnovabile come pannelli fotovoltaici sulla copertura dello stadio e sistema di accumulo.

E ancora. Riducano al minimo l’utilizzo di combustibili ad alto impatto ambientale come il gasolio e limitino i consumi idrici, preservino le aree verdi e tutelino la biodiversità dell’ambiente naturale in prossimità dello stadio e delle strutture sportive anche con iniziative di riqualificazione urbana, riforestazione e rigenerazione dell’ambiente naturale nelle aree urbane limitrofe allo stadio. Infine, adottino piani di gestione della fase di fine vita dello stadio e delle strutture sportive, che considerino anche il conferimento e riciclo dei manti erbosi artificiali».

Fondamentale sarà anche coinvolgere i tifosi…

«Nella Carta sulla sostenibilità il coinvolgimento dei tifosi è stato ritenuto un elemento essenziale, non solo per l’impatto che essi generano partecipando agli eventi sportivi, ma anche per comprenderne le abitudini di vita, raccogliere indicazioni utili a determinare possibili mutamenti o miglioramenti nelle modalità di proposta e fruizione dell’evento sportivo. La partecipazione dei tifosi è uno dei punti fondamentali della Carta: attraverso l’adesione alle campagne di sensibilizzazione possono offrire un contributo fondamentale per indirizzare la società civile verso scelte più sostenibili.

I tifosi saranno indotti a fare delle scelte sempre più responsabili in merito alla mobilità, alle abitudini alimentari (meno sprechi, attenzione agli incarti dei cibi, riciclo adeguato dei rifiuti), quando seguono gli eventi sportivi e soprattutto nella vita quotidiana. Per Euro 2032 le tematiche socio-ambientali rappresenteranno un cardine essenziale della competizione e i tifosi saranno gli attori chiave nonché il fulcro dell’implementazione delle politiche di sostenibilità, benessere e inclusione».

Restando in tema di Euro 2032, la sostenibilità ambientale è uno dei punti fondamentali della candidatura dell’Italia a ospitare la fase finale del campionato europeo. In che cosa si caratterizza il progetto italiano?

«Il Bid Dossier è ancora al vaglio della Uefa e purtroppo non possiamo fornire dettagli specifici. Possiamo però sottolineare come la sostenibilità energetica degli stadi e l’implementazione di poli “green” in ogni città ospitante rivestano una parte rilevante in uno dei tre ambiti fondamentali su cui poggia il capitolo “Sostenibilità” predisposto dalla Figc».

Altra figura da coinvolgere è quella del calciatore/calciatrice…

«Gli atleti “Ambassador” rappresentano da sempre un punto di riferimento e un modello capace di ispirare soprattutto le giovani generazioni – ma non solo loro – attraverso azioni e messaggi positivi. Il coinvolgimento dei calciatori e delle calciatrici delle Nazionali è stato un elemento chiave nella promozione e disseminazione del messaggio proposto da “Life Tackle”.

Molti di loro hanno inoltre condiviso sui propri profili social il visual “La passione per il calcio è infinita, la natura non lo è: ricicla!” riscuotendo un notevole successo».

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