Verona non fa ancora pace con i diritti civili, e se in tante città del mondo le grandi manifestazioni targate Pride sono mosse da memoria storia, festa e celebrazioni di chi negli anni si è speso per la causa Lgbtqi, nella “città dell’amore” si combatte sempre per traguardi ancora messi in discussione. Negli ultimi 25 anni sono state tante le mozioni transomofobe e nel 1995 è nato il Comitato “Alziamo la testa” che torna a manifestazione, “Piazza Pride”, nel cuore del centro storico, in piazza Bra, sabato 18 luglio dalle 17 alle 21.

Laura Pesce di Pianeta Milk,
foto di Michele Vaccari

«In Italia, il cammino verso una piena uguaglianza e dignità per le soggettività Lgbtqi è ancora lungo, siamo scandalosamente in ritardo rispetto agli altri paesi europei – ci spiega Laura Pesce di Pianeta Milk Verona Lgbt* Center (Comitato Territoriale Arcigay
e circolo Arci) -. A Verona, maggiormente che altrove, gli attacchi alla comunità arrivano dalla stessa amministrazione locale, che tenta, con ogni mezzo, di ostacolare il percorso verso un Paese più giusto e inclusivo.»

Piazza Pride ricorderà tutte le vittime di omolesbobitrasfobia, ultima forse in ordine di tempo l’attivista egiziana Sarah Hegazi suicidatasi un mese fa a Toronto dopo che aveva ottenuto asilo politico in Canada a seguito della persecuzione nel paese natale per il suo attivismo. Tantissimi gli organizzatori dell’evento visibile anche online sul canale Facebook del Comitato.

Giovanni Zardini del Circolo Pink

«C’è bisogno di scendere in piazza un’altra volta ancora perché è storicamente da sempre l’unica arma che il popolo ha per farsi sentire al di là delle rappresentanze a livello istituzionale. Il popolo deve parlare per se stesso e deve imparare ad autorappresentarsi – spiega Giovanni Zardini del Circolo Pink Verona -. Se non ti fai sentire diventi invisibile e se non hai voce vuol dire che non esisti. Ma noi tutte e tutti esistiamo e non molliamo.»

«Dal 1995 a oggi decine e decine di mozioni e provvedimenti hanno reso purtroppo  Verona famosa: non più città dell’amore, ma laboratorio di intolleranza e odio omobitransfobico – continua Laura Pesce -. Non possiamo non scendere in piazza, non possiamo essere silenziosi di fronte a tanta violenza: rispondiamo con la bellezza dei nostri corpi e la diversità delle nostre esistenze. Rispondiamo con la potenza delle nostre voci, anche per chi non ha più voce: per tanti e tante attiviste che hanno lottato per noi e con noi e hanno pagato con la vita.»

L’ultima mozione targata Andrea Bacciga presentata il 10 giugno e approvata dal Consiglio comunale scaligero il 9 luglio non sembra essere l’oggetto della manifestazione “Piazza Bra”. «Vogliamo manifestare perchè la maggioranza dei politici votati e scelti dal popolo continua a legittimare questo tipo di proposte, e se nuovamente l’attuale amministrazione conferma il volere delle ultime amministrazioni presenti negli ultimi 25 anni vuol dire che Verona non è cambiata – conclude Giovanni Zardini -. Andiamo contro chi ha paura di confrontarsi con la comunità Lgbtqi, ci sarà anche il deputato Alessandro Zan al nostro fianco ma la nostra attenzione non è tanto sull’attuale ddl in discussione a sua firma con Scalfarotto, ma rimane sempre sulla nostra città, Verona.»