In vista della fine delle vacanze e il rientro a scuola degli studenti, parliamo con Beatrice Pellegrini, Segretaria generale provinciale Flc (Federazione lavoratori della conoscenza) di Verona, per capire la situazione in vista del ritorno alla normalità in un periodo caratterizzato ancora dalla pandemia.

Da febbraio 2021 il ministro dell’Istruzione è Patrizio Bianchi, che ha sostituito Lucia Azzolina. Sono passati oramai sei mesi dall’inizio del mandato: qual è l’impressione del sindacato?

«Questo ministro è preparato, di esperienza, l’interlocuzione è chiara e anche assidua; quando c’è bisogno di confrontarsi – a differenza della precedente gestione – riscontriamo un’ampia disponibilità. Il suo problema fondamentale è che nonostante i buoni propositi è ininfluente: il luogo dove effettivamente si stanno determinando tutte le politiche scolastiche è Palazzo Chigi. Il risultato è perciò che il patto siglato col ministero giovedì 20 maggio 2021, che con 21 obiettivi impegnava lo Stato al rilancio della scuola, alla valorizzazione del personale scolastico e alla promozione del protagonismo di tutte le sue componenti, al momento è ancora sulla carta e sul punto del reclutamento è rimasto disatteso, come dimostra il decreto Sostegni bis.

Il ministro del Miur Patrizio Bianchi durante l’European Week of Regions and Cities 2016, foto Flickr.

Il problema insomma non è il ministro, ma un governo di larga maggioranza, molto eterogeneo, forse troppo, nel quale il presidente del Consiglio Mario Draghi ha il compito di una sintesi non facile. Il suo ruolo, quasi da ragioniere, è quello di far quadrare i conti ed è spesso condizionato dai sottosegretari del ministero delle Finanze e Tesoro, che dettano le regole per la razionalizzazione delle spese.»

Ma per la politica la scuola non era una priorità per ripartire?

«La percezione è che la scuola, nell’agenda dei problemi di questo Paese, sia stata ricacciata molto, molto in fondo. Di fatto, anche quando faticosamente alcune proposte arrivano in Parlamento, a bocciarle sono proprio i partiti che a parole mettono la scuola, l’istruzione e il sociale al primo posto.»

La scuola e il green pass.

«Il sindacato Cgil, e anche ovviamente la Cgil Flc (il sindacato specifico per la scuola) non è contrario al green pass, anzi, siamo per la vaccinazione di massa (che a Verona è al 90% per il personale scolastico). Siamo invece contrari a questo obbligo vaccinale camuffato (che comporta per i trasgressori la sospensione dello stipendio dopo 5 giorni) che serve in realtà a nascondere la mancanza di investimenti per risolvere, ad esempio, il problema degli spazi, dei trasporti, del numero degli alunni. Per fare questo serve un piano complessivo e servono risorse e invece, se nel 2020 erano stati stanziati 2 miliardi, quest’anno si lavorerà con il residuo di quella cifra. Non sarebbe piuttosto il caso che il governo pensasse a garantire tamponi gratuiti e tracciamenti sicuri nel caso ci fossero contatti, considerato che studenti e famiglie non saranno tutti vaccinati?»

E le mascherine?

«Le norme per il rientro redatte dal nuovo Comitato tecnico scientifico non sono diverse rispetto a quelle dell’anno precedente, eccetto l’uso della mascherina che è raccomandata qualora nelle aule non sia possibile mantenere il metro di distanza, obbligatorio nelle situazioni di assembramenti e/o spostamenti. Al solito, una soluzione semplificatoria visto che non ci sono spazi adeguati e che finisce per scaricare su altri la responsabilità: chi decide se farle indossare o meno? Cosa rischia? La priorità dichiarata è quella di scongiurare, per le superiori, la didattica a distanza anche per il 2021, ma non è questo il modo. C’è bisogno di azioni concrete e non c’è più molto tempo. Si investa seriamente su organico aggiuntivo e trasporti.»

Foto di due scolari, Kelly Sikkema, Unsplash

I dati dicono che la Dad non ha fatto bene ai nostri studenti…

«Come sindacato lo abbiamo denunciato da subito: la Dad poteva essere una soluzione temporea ed eccezionale, solo per il lockdown e invece l’anno scorso abbiamo sacrificato le scuole secondarie causa trasporti… I dati Ocse non sono destinati a migliorare perché mancano degli interventi strutturali, si pensi per esempio che per quest’anno sono stati previsti insegnanti aggiuntivi ma con contratto fino al 30 dicembre (nemmeno al 31, così da far loro finire l’anno). Si potrebbe obiettare che un insegnante in più per classe aumenterebbe l’affollamento e l’assembramento, ma con i residui delle risorse – a cui accennavamo prima, circa 350 milioni – se va bene avremo un insegnante per istituto destinato al recupero delle carenze, ovvero corsi di recupero. Davvero poca cosa.»

A proposito di spazi: cos’è cambiato per le superiori in termini di aule? La Dad è davvero scongiurata?

«La situazione rispetto all’anno scorso, se possibile, è peggiorata. A luglio e metà agosto 2020 abbiamo spinto per la convocazione di tavoli tecnici di coordinamento con tutti gli attori per fare il punto della situazione, dandoci piani e scadenze. Col nuovo decreto, quest’anno i sindacati, a livello territoriale, sono stati esclusi visto il loro ruolo scomodo. Il risultato è che a Verona la cabina di regia coordinata dal Prefetto e composta dalla Provincia, da Atv e dall’Osservatorio provinciale scolastico, coordinato da Sebastian Amelio, il nuovo dirigente scolastico provinciale di Verona, non si è ancora riunita. E siamo a poche settimane dall’inizio della scuola.»

Per i dirigenti scolastici, insomma, la situazione rimane complessa…

«Di più: quest’anno avranno funzioni di controllo sanitario e saranno i responsabili del controllo dei green pass di insegnanti e amministrativi e potranno essere multati con un’ammenda tra 400 e 1.000 euro in caso di mancato controllo. Possono delegare certo qualcuno a questo ruolo.»

Immagino toccherà a un docente…

«Sicuramente chi ha pensato alla norma immaginava che sarebbe spettato al personale scolastico, in ottica di contenimento dei costi, ma noi come sindacati chiediamo un’autorità esterna specializzata, ovvero del personale sanitario. Possiamo davvero pensare di delegare un accertamento sanitario a un docente o a un Ata? E perché tutto nel mondo della scuola deve essere a costo zero? Prendiamo un altro esempio, l’aggiornamento dei docenti: c’è qualche risorsa sulla formazione, ma solo per i formatori, il personale scolastico al solito deve invece formarsi gratis e pure fuori dall’orario di servizio. Dove altro accade questo?»

Retropensiero: non è che si stia di fatto aspettando il calo demografico anche alle superiori in modo che la questione si risolva da sé e, intanto, prendono tempo?

«Spero proprio di no. Certo, è stato detto da qualcuno, Bianchi compreso, che gli studenti delle superiori caleranno. Di fatto il Piano nazionale di ripresa e resilienza non prevede né un aumento dell’organico né un intervento significativo di ampliamento e aggiornamento dell’edilizia scolastica. C’è qualcosa sulla ristrutturazione e sull’antisismica, ma è poca cosa e noi abbiamo l’edilizia scolastica più vecchia dell’Ue. I nostri edifici hanno, mediamente, 70 anni».

Se non ricordo male a maggio 2021 il Ministro Bianchi immaginava 1000 nuovi edifici per il 2026.

«Il fatto è che non ci sono investimenti nemmeno per coprire l’organico necessario per gestire l’ordinario. Così, recuperare il danno della Dad, certificato dall’Ocse di Pisa, è pura utopia.»

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