Nel match di Pasqua la Virtus Verona di Gigi Fresco affronterà – sabato 8 aprile alle 17.30 allo stadio Gavagnin-Nocini – l’Albinoleffe, ex nobile decaduta, che in passato ha vissuto un decennio, dal 2003 al 2012, in Serie B.

Una sfida delicata quella contro la squadra di mister Foscarini, che naviga in cattivissime acque, nei bassifondi della classifica, e ha assoluto bisogno di punti. Un “animale ferito”, dunque, che arriva a Verona con l’intenzione di trovare punti-salvezza. Si troverà, però, al cospetto di una squadra che a sua volta, dopo un’incredibile serie di risultati utili consecutivi, ha subito la prima sconfitta dopo oltre due mesi nell’ultimo turno, a Sesto San Giovanni contro la Pro Sesto, per un gol subito in pieno recupero.

La formazione di Borgo Venezia ha quindi tutta l’intenzione di riprendere il cammino, anche perché con tre giornate da giocare e nove punti ancora in palio non è ancora certa di aver staccato il ticket per i play-off. Che sono diventati, dopo aver acquisito la matematica salvezza, il nuovo obiettivo dei rossoblù.

Tante squadre in pochi punti

Analizzando la classifica ora Danti e compagni viaggiano in sesta posizione a quota 51, quattro punti dietro al Vicenza quinto, e un punto davanti al Padova e due davanti al terzetto formato da Arzignano Valchiampo, Renate e Juventus Next Generation. Curiosità vuole che queste ultime due squadre siano proprio – dopo la sfida ai bergamaschi – le successive avversarie della Virtus, che chiuderà quindi con due scontri diretti la sua regular season.

Anche per questa ragione assume particolare importanza riuscire a cogliere i tre punti nella sfida di domani, contro una compagine che avrà sicuramente molte motivazioni dalla sua parte, ma che allo stesso tempo non ha certo dimostrato grandi valori tecnici e atletici in questo campionato se, a tre giornate dalla fine, si ritrova a 37 punti, terz’ultima, con due punti da recuperare dal Mantova e quattro dal Sangiuliano.

L’alchimia di squadra

Fresco nelle ultime uscite ha spesso proposto il 3-4-1-2, con una difesa formata dal trio Faedo-Cella-Ruggero, che hanno dimostrato grande coesione e affidabilità, un centrocampo che si affida all’estro di Lonardi e all’atletismo di Tronchin, oltre che alle incursioni sulle fasce di Daffara e Manfrin o Talarico, e un attacco che vede spesso Danti dietro le due punte Casarotto e Juanito Gomez, o in alternativa Fabbro. Valide alternative per la zona d’attacco sono poi Nalini e il rientrante Kristoffersen, il “lungagnone” norvegnese, tenuto a lungo lontani dai campi a causa di una tallonite e ora pronto a dare nuovamente il suo contributo alla causa virtussina.

Gigi Fresco

Il vero jolly degli ultimi tempi, però, risulta quasi sempre Casarotto, giocatore arrivato all’inizio di questa stagione a Verona e proveniente dalle serie inferiori e a lungo oggetto misterioso del roster rossoblù.

All’improvviso, dopo la funambolica gara di Mantova di inizio febbraio, quando sotto di due reti e di un uomo la Virtus riuscì a portare a casa l’intera posta in palio grazie a due assist e a un pregevole gol a tempo scaduto dello stesso Casarotto, l’attaccante di Fresco ha ritrovato fiducia nei propri mezzi e quella personalità che serve come il pane a questi livelli.

Le sue giocate, spesso spettacolari e comunque quasi sempre efficaci, sono per il pubblico del Gavagnin-Nocini motivo di grande soddisfazione. Il giocatore, brevilineo, è determinato a sfruttare il suo momento e dare il massimo per la causa della sua squadra.

Dal canto suo va sottolineata anche la duttilità di capitan Danti, che si mette sempre a disposizione dei suoi compagni e grazie alle proprie capacità tecniche riesce a dare, nella posizione di trequartista, una mano sia al centrocampo sia all’attacco, in un estenuante lavoro “ad elastico” che però sta pagando moltissimo.

Pazienza, la “virtus” dei forti

Il recordman Gigi Fresco, che ha da poco compiuto gli anni, ha saputo trovare, dopo vari esperimenti, le giuste alchimie di squadra e al di là dell’ultimo risultato, figlio più che altro della casualità insita nel gioco del calcio, vedere giocare questa Virtus è un vero e proprio piacere per gli occhi. L’ennesima dimostrazione che con la fretta difficilmente si riesce a ottenere qualcosa.

In una squadra “normale” l’allenatore di una formazione che ottiene solo sette pareggi nelle prime tredici giornate di campionato sarebbe stato quasi sicuramente sostituito. Nella Virtus invece, dove presidente e allenatore casualmente coincidono, questo non può avvenire ed è stato un bene. Con sapienza, calma, saggezza – sapendo che il campionato sarebbe stato lungo e avrebbe dato ai suoi ragazzi la possibilità di riscattarsi – Fresco è riuscito a trovare la quadra e ora nel mirino vede i play off. Che sia chiaro, vanno ancora conquistati e non sarà facile. Ma visto com’era iniziato il campionato rappresenta già questa una vittoria importante.

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