Nella mattinata di ieri, 6 giugno, si è tenuto un convegno sulla legalizzazione della cannabis – un tema certamente divisivo tanto per il panorama legislativo nazionale, quanto per gli impatti sul tessuto locale.

Ad organizzarlo, nel quadro della campagna elettorale che entra nella sua ultima settimana prima delle votazioni del 12 giugno, il candidato di +Europa-Azione Giorgio Pasetto, sostenuto dalla presenza del Deputato nazionale e Presidente di partito, Riccardo Magi.

Al tavolo anche il medico Eugenio Cavallo e il candidato Lorenzo Dalai. A moderare, la componente della segreteria nazionale di +Europa, Anna Lisa Nalin.

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I componenti del tavolo sulla cannabis: Nalin, Magi, Pasetto, Cavallo e Dalai (da sx a dx)

Un tema, quello della cannabis, che è stato trattato attraverso lenti diverse, portando ai presenti un’attenta analisi sui benefici che un uso normato dei principi attivi THC e TSH potrebbero portare a livello terapeutico, economico e ambientale.

«Lo stigma sulla cannabis si combatte solo con dati scientifici, informazione e sensibilizzazione”

«Dovremmo arrivare a scardinare la demonizzazione e lo stigma che aleggiano intorno alla canapa e ai suoi derivati – ha esordito Magi – puntando al superamento di questioni ideologiche grazie ai risultati scientifici e agli studi di mercato che, in questi ultimi anni, stanno dimostrando le perdite a cui il proibizionismo ci ha indotti.»

Queste affermazioni hanno, alla base, considerazioni legate all’attuale monopolio della coltivazione di canapa, a titolo del Ministero della Difesa nell’officina militare di Firenze, esclusività che risulta nella necessaria importazione di grandi quantità a prezzi ben oltre il valore di mercato per coprire le effettive richieste di una larga fascia di pazienti e utenti.

«Come ogni farmaco, andrebbe assunto previa prescrizione medica -continua il medico specialista, dottor Cavallo- Ma la sua coltivazione, dall’impollinamento alla raccolta delle influorescenze, sarebbe attentamente controllata e attuata in ambienti preposti, perché i principi attivi THC e CBD prodotti dovrebbero sottostare a rigide percentuali e specifiche chimiche di purezza.» Senza contare che gli usi sarebbero davvero ampi – oltre all’olio per massaggi decontratturanti e al decotto per infusi attualmente disponibili, si avrebbero analgesici per il dolore cronico alla sclerosi multipla, per la limitazione di sindromi neuropatiche o nervose come Tourette; prodotti di contrasto di nausea e vomito da chemio e radioterapia, alla stimolazione dell’appetito in caso di anoressia nervosa o AIDS o cure oncologiche. Inoltre, i pazienti sembrano accettare e sopportare meglio il dolore, cosa che non avviene con la morfina o altri palliativi o narcotici.

Legalizzare e regolarizzarne i traffici, inoltre, leverebbe dal mercato nero degli stupefacenti ingenti somme, e andrebbe a limitare la microcriminalità, con l’effetto di alleggerire carceri strabordanti di reclusi per reati minori, che potrebbero essere gestiti in altre sedi e con altre modalità. Si pensi solo che, attualmente, questi corrispondono ad un terzo dei detenuti totali in Italia.

Magi e Pasetto

«Le conseguenze sociali ed economiche di manovre di legalizzazione sono rilevanti -prosegue Pasetto – ed è importante che se ne parli ora che stiamo per decidere del futuro della nostra città”. Collegati a questo macro-tema abbiamo infatti la riqualificazione di interi quartieri, la cui fama paga il pegno di traffici illeciti o dell’essere base di negozi di vendita della CBD o cannabis leggera – negli ultimi anni bollati come espressione di malcostume e degenerazione. Un mercato che conterebbe sui 10.000 addetti in Italia e che potrebbe sviluppare nuovi ruoli specialistici, medici e didattici – un po’ com’è successo con il vino e i suoi sommelier. “Per quanto potenzialmente nocivo, il vino non è screditato, ma addirittura inserito nella dieta mediterranea. E sì che l’alcol ubriaca – ma è una questione di consapevolezza e moderazione.»

«I risvolti positivi per il nostro territorio sarebbero significativi, tanto in termini economici, che sociali ed ambientali»

 A chiudere la sequenza, l’intervento di Dalai, che ha ricordato come le piantagioni di canapa, storicamente esistite e abbondanti sul territorio veneto e veronese, rappresenterebbero un’alternativa alla monocoltura di vite che ormai ha il sopravvento nei nostri campi, con finalità non solo tessili, maanche per la produzione sostenibile di pannelli fonoassorbenti e isolanti. «Processo innovativo che porterebbe ad attrarre investimenti e menti brillanti – un’apertura che parla ai giovani e che mostra che Verona non vuole essere soltanto un paese per vecchi» – ha concluso il coordinatore del gruppo veronese di +Europa, candidato per la prima circoscrizione.

«Quello che manca davvero – ha glissato Magi – è il diritto alla conoscenza, che sta alla base dell’approccio libertario che +Europa ha sempre sostenuto. Purtroppo l’ignoranza è una soluzione più facile perché non richiede energie per ricerca e studio, ma basta alzare i toni e usare paroloni per diffondere fobie senza fondamento.»

Verrebbe da commentare che i politici dimenticano un po’ troppo spesso la responsabilità e l’onestà che devono agli elettori e alle persone che rappresentano. Ma anche da dire che Verona merita di poter essere critica e libera. I veronesi meritano di poter fare scelte consapevoli.

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