Tra l’imbarazzo dovuto al momento storico e l’immobilità di certe scelte politiche, stupisce molti veronesi e non solo che il Consiglio comunale di Verona abbia revocato la cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano durante la seduta ordinaria del 23 dicembre 2020. La richiesta era stata presentata un anno fa dal consigliere comunale leghista Alberto Zelger e la mozione di revoca, dopo essere stata riproposta a febbraio ma bloccata “perchè era improprio parlarne in quel momento”, è passata con 20 voti a favore, 7 contrari e un astenuto. 

Per il primo firmatario «Saviano è diventato molto provocatorio in particolare con le istituzioni e alcuni personaggi politici, in primis Matteo Salvini e Giorgia Meloni, e per questo non è più degno della cittadinanza onoraria di Verona. Non la merita, tanto più che non ha mai sentito la necessità di ringraziare la città». 

Zelger era tra l’altro tra i firmatari della delibera n. 72 dell’11 dicembre 2008, che concesse il titolo allo scrittore per i suoi meriti nella denuncia dei crimini della camorra attraverso la pubblicazione di alcuni suoi libri.

Nel 2010 Saviano fu padrino della nascita della Fondazione Nigrizia, invitato dai comboniani per una conferenza alla Gran Guardia. In quella occasione, più unica che rara vista la condizione di vita sotto scorta del napoletano 41 enne, nella prima fila del grande auditorium pieno zeppo di persone facevano bella vista le poltrone vuote con la scritta “riservato Comune di Verona” rimaste totalmente inutilizzate. Una bella occasione persa anche per ribadire la stima della città per la visita appunto difficile da replicare. 

Il pubblico della Gran Guardia. Foto di C. Deste, Fondazione Nigrizia onlus

Per il consigliere Michele Bertucco si tratta di «una rappresaglia di carattere politico, copiata con le stesse motivazioni da uno dei consiglieri del Comune di Torino. Nel 2008 si è voluto rendere omaggio a un uomo coraggioso che in forza soltanto della sua dignità e del suo amore per la giustizia è diventato il simbolo per la lotta all’attività camorristica-mafiosa». Se tutto questo non è cambiato, e non è cambiato, la proposta per il consigliere di minoranza appare insensata.  

Gli fanno eco tutti gli altri consiglieri, da Alessandro Gennari del Movimento5Stelle a Federico Benini del PD, passando per Elisa La Paglia che si è rivolta alla maggioranza con queste parole: «Nella difesa dei vostri simboli e dei vostri partiti (Lega e Fratelli d’Italia, ndr) citati nella motivazione di questa mozione, esponete la città di Verona nell’imbarazzo di non stare dalla parte giusta. Si può stare solo da una parte: ossia con chi lotta contro la criminalità organizzata.» 

Foto di C. Deste, Fondazione Nigrizia onlus

Tramite una nota stampa unitaria anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Verona Stefano Facci, Giampaolo Veghini e Stefano Gottardi, hanno espresso il loro disappunto a nome delle rispettive organizzazioni sindacali:

«A questa maggioranza, a questa Giunta, poco importano i segnali che vedono anche la nostra città essere oggetto non solo di attenzioni – si legge nel comunicato –, ma anche di conclamate presenze facenti riferimento a cosche impegnate in affari illeciti e criminali che minacciano la normale vita civile ed economica».

In mattinata è arrivato il commento di Roberto Saviano via social, in particolare sottolineando il dispiacere nei confronti dei veronesi e la stonatura della decisione in questo fine anno segnato dall’emergenza Covid-19 che non sta risparmiando la città, anzi: «[…] Questo provvedimento non riguarda solo me ma vuole zittire ogni spinta contraria al pensiero unico dei consiglieri di maggioranza e del loro partito. Un’ideologia che vuole ottundere il pensiero critico e mettere al bando ogni ragionamento e proposta su temi controversi. “Non è nostro concittadino chi non la pensa come noi”, ecco cosa vuole dire.

Ma Verona è molto meglio dei guitti che la rappresentano ora in Consiglio comunale. Esiste una città che so essere aperta e plurale, contrariamente a come certe amministrazioni si sforzino di rappresentarla. Ed è drammatico che questa delibera arrivi mentre le altre attività del Consiglio, forse prioritarie, sembrano essere bloccate da giorni, e mentre Verona è l’ottavo comune italiano per numero di contagi».

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