Nella giornata mondiale in cui si ricorda  la proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, (1948), il Movimento civico Traguardi, in stretta collaborazione con la rete In difesa Di, ha rilanciato una mozione già presentata all’approvazione del Consiglio Comunale,  affinché Verona diventi “Città rifugio” dei difensori dei diritti umani. In Difesa Di è una rete nazionale di oltre trenta organizzazioni tra cui l’Università di Verona e l’Ordine degli Avvocati di Verona, che nasce per promuovere iniziative rivolte all’opinione pubblica  e alle istituzioni italiane per chiedere l’impegno a sviluppare strumenti di protezione per difensori/e dei diritti umani. La presentazione della mozione, promossa dal consigliere comunale Tommaso Ferrari, ha visto la partecipazione di rappresentanti della rete In difesa Di, Barbara Bonafini, avvocata di Strada e coordinatrice della Commissione Diritti Umani dell’Ordine degli Avvocati, ed Emanuela Gamberoni, Alessandra Cordiano e Isolde Quadranti del Dipartimento Scienze giuridiche dell’Università di Verona.

Secondo la Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1998, i  difensori dei diritti umani (Human Rights Defenders) sono persone che  promuovono i diritti umani nel mondo, subendo minacce e persecuzioni, mettendo a rischio la vita, l’integrità fisica e psicologica, propria e delle loro famiglie. Sono quindi soggetti che necessitano di tutela e protezione. Si calcola che nel 2019 oltre trecento di loro siano stati uccisi e Barbara Bonafini indica in 503 i casi attualmente aperti nel mondo, in questo 2020. «Insieme all’ateneo veronese negli ultimi due anni e mezzo sono stati organizzati alcuni convegni con la partecipazione diretta o in videoconferenza di difensori dei diritti umani, i quali hanno raccontato la propria testimonianza – ha spiegato –. Per quanto riguarda il mondo dell’avvocatura la nostra attenzione, in Italia e in Europa, si inserisce in un quadro di iniziative volte a promuovere un livello di allerta nei confronti di chi – difensori dei diritti umani – sono vittime di violenze e minacce nel mondo. Per molti di loro risulta fondamentale ricorrere ai programmi di “riprotezione” promossi da enti locali e organizzazioni delle società civile che possono garantire un alloggio temporaneo al di fuori del proprio paese. Questo per potersi vedere garantito un periodo di riposo e tregua e per poter poi riprendere le proprie battaglie nel proprio paese quando le minacce sono cessate».

Da sinistra: Barbara Bonafini, Emanuela Gamberoni, Tommaso Ferrari,
Alessandra Cordiano e Isolde Quadranti

A farne le spese sono attivisti, avvocati che si impegnano per la protezione dell’ambiente e la difesa della terra, per la libertà di espressione e i diritti LGBT , principalmente nei Paesi dell’America Latina. L’iniziativa Città Rifugio (Shelter City) fu lanciata per la prima volta nel 2012 nei Paesi Bassi. Prevede che i difensori dei diritti umani, se seriamente minacciati, possano richiedere alloggio temporaneo in città olandesi allo scopo di ottenere riposo e tregua (rest and respite), al di fuori del loro paese, per poter riprendere la lotta nonviolenta a minacce cessate. In Italia hanno già aderito all’iniziativa città  come Torino, Padova e Trento e anche  comuni come Asiago, Montegrotto Terme, Noventa Padovana.

La Mozione presentata nel corso della conferenza stampa è il risultato di una collaborazione con il territorio dove altre significative esperienze attive  meriterebbero approfondimento e maggiore conoscenza da parte dei cittadini. Isolde Quadranti ha parlato della Rete Scolar at risk (1999), a cui aderiscono 450 università per la libertà di espressione in ambito accademico e di Rete Università Inclusiva per il diritto allo studio dei giovani rifugiati con borse di studio e campagne ad hoc per sensibilizzare la comunità, oltre che promuovere la ricerca e la formazione sui diritti umani: «In difesa di è una rete nazionale nata per impegnare gli stati a tutelare i difensori in collaborazione con la società civile. L’Università vi ha aderito nel 2018 al fine di contribuire alla sensibilizzazione e informazione, ma anche per istituire tutte quelle iniziative volte a promuovere la difesa dei diritti umani. Questa nostra presenza è per testimoniare la necessità di un dialogo con quegli enti presenti sul territorio attenti alla difesa dei diritti umani e la mozione presentata è il risultato di una collaborazione con la partecipazione di altri network». Emanuela Gamberoni, infine, ha riferito del coordinamento universitario per lo sviluppo sostenibile, mentre Alessandra Cordiano ha annunciato  la costituenda rete UNIPACE fra gli Atenei che vogliono promuovere una responsabilità sociale e collettiva delle Università.

©️ RIPRODUZIONE RISERVATA