Cinque liste per Damiano Tommasi: il centrosinistra unito. Un campo largo, se vogliamo, da Azione a Sinistra in Comune. E poi c’è quella del Candidato Sindaco. Quanto spazio occupa quell’avverbio? Quanto “e poi”? Il nodo politico della Rete, rispetto all’esito della competizione, sta tutto lì. Chissà se al tavolo della coalizione, nell’estate dell’anno scorso, qualcuno dei partecipanti abbia mai posto la fondamentale domanda che tutti avrebbero dovuto porre: “perché riteniamo che Damiano Tommasi sia per noi un candidato sindaco ideale”? Perché è simpatico? perché piace al cristianesimo di base? perché è popolare?, perché è bello? Fare politica senza farsi domande politiche è un bel guaio. Si rischia di combattere senza sapere bene contro chi, perché e come. La risposta sarebbe stata semplice semplice: “perché è l’unico che può prendere voti da chi, a noi, non li darà mai”. Il resto sarebbe venuto di conseguenza.

I sondaggi, da mesi, continuano a dire la stessa cosa. Cambiano le cifre, i rapporti relativi, ma alla fine sempre lì si torna: in ordine decrescente, Sboarina, Tommasi, Tosi. Non si scappa. Perfino nel 2017, il centrosinistra, sciaguratamente diviso, sfiorò egualmente il ballottaggio: solo un migliaio di voti impedirono a Orietta Salemi di sfidare Sboarina. Non ci piove, amici, rilassatevi: sarà Damiano a doppiare la prima boa, questa volta.

Gli indecisi del centrodestra

Quindi la questione delle questioni, la vera questione, è cosa succederà, prima, agli indecisi del centrodestra; e dopo, al ballottaggio, agli elettori tosiani. Ora, ponetevi nei panni di un elettore medio di centrodestra, sui 30-50 anni, non appesantito dai residui ideologici della guerra fredda, legato ad una idea abbastanza semplice, ma realistica di società: vivere e lasciare vivere, un po’ d’ordine, un reddito da conquistare con la professione o il lavoro sul mercato, (ma, se si può, anche con un concorsino); attratto, in politica, da qualcuno che appaia con le idee chiare e di una certa personalità; abbastanza scaltro da capire che i furbacchioni ci sono anche dalla sua parte; infastidito, da sempre, dalle lezioncine di morale e bon ton che vengono dai compagni, pur sapendo che, a volte, hanno pure delle ragioni.

Bene, poniamo che costui, ragionando un po’ su questi anni, si stia dicendo: “però, siamo onesti…hanno avuto tutte le chances del mondo, Tosi per 10 anni di fila… l’altro era con lui, suo assessore… poi hanno litigato spartendosi gli amici e l’ex amico è andato lì a fare il sindaco non combinando nulla…Bibì e Bibò…quanto tempo dei veronesi buttato via… Flavio poteva tornare, è cambiato, avrebbe fatto meglio, ma ora è troppo tardi…basta…proviamo a cambiare, non cadrà il mondo….”

Si ma chi scegliere?

Il menu è quello che è. Demos, Volt, Europa Verde, Sinistra in Comune, Pd, Traguardi, Azione e Più Europa. Ossia il centrosinistra: Déjà vu. Costoro, diciamo la verità, faranno il pieno dei loro voti. Quelli di “appartenenza”. Anche Traguardi, bravi ragazzi, ma con un profilo politico ancora tutto da testare. Sembrano per molti aspetti la costola moderna del Pd. Azione-Più Europa: promettenti, ma siamo al concepimento e attenti alla pillola del giorno dopo. Il minestrone è questo qua.

“E poi?” dicevamo. Poi c’è Damiano Tommasi e la sua lista civica. L’unica vera novità di questa tornata elettorale. “Civica”. Anzi, supercivica: non solo non è espressione di alcun soggetto politico preesistente, ma, addirittura, non ha accolto nessuno, dicasi nessun superstite di altre esperienze politiche. Che magari – manuale della politica in mano – avrebbe anche potuto fare comodo. Che so, un pezzo di Italia Viva dissidente; un fuoriuscito forzista che ci vuole riprovare; un ex-leghista centrifugato dal suo partito; un cattolicone nauseato dallo sbaciucchiamento pagano dei crocefissi o dai preti ortodossi filoputiniani del Congresso della famiglia… Nessun riciclato. Tutti esordienti. E tuttavia con adeguato pelo nello stomaco nelle professioni, sul mercato, nel tessuto sociale e culturale cittadino. Persone in gamba. Una bella lista, senza dubbio. 

Avrà successo?

Le altre liste se la fanno sotto temendo l’effetto-Damiano. Vorrebbero che la Lista del Sindaco si appiattisse sulle loro, si mimetizzasse tra le loro. Si omologasse alle loro. Temono di essere sacrificate: non pensano alla vittoria, no; pensano al posizionamento relativo al primo turno, quello che distribuisce i seggi comunali. Legittimo, certo: per chi è abituato a perdere. Ma Tommasi non è entrato in ballo per testimoniare: è un campione di razza, vuole andare ai Mondiali, vivaddio! Più questa sua Lista civica sarà percepita come tale, politicamente autonoma dalla coalizione che la appoggia, più la coalizione avrà possibilità di vittoria.

Più sarà chiaro che Damiano e i suoi boys sono altra cosa dai ragazzi del muretto, più a quei 30enni-50enni indecisi di centrodestra verrà l’acquolina in bocca per una scelta fino a pochi mesi fa impensabile. Più Damiano Tommasi si dimostrerà in queste tre settimane il vero leader della coalizione, caratterizzando la campagna elettorale con il suo sorriso, la sua determinazione, i suoi programmi, la sua autonomia (prevista anche dalla ratio della legge elettorale) più sarà attrattivo per quella parte attentissima ma indecisa della città che lo sta valutando: e che potrebbe fare entrare il pallone nella Rete!

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