«Sono felice di essere qui, a sostenere due candidati di valore come Giampaolo Trevisi ed Elisa La Paglia», ha esordito Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico, sabato 18 ottobre a Corte Molon, a Verona. L’incontro, organizzato per lanciare la campagna elettorale in vista delle regionali venete, ha assunto il tono di un discorso programmatico, in cui Zan ha delineato la visione di un centrosinistra “che parte dal basso” e “rimette al centro le persone, non i calcoli di potere”

«Siamo orgogliosi – ha detto – di aver avviato questa campagna con un metodo diverso da quello della destra, che ha usato il manuale Cencelli per spartirsi anche il Veneto come se fosse una proprietà. Noi, invece, abbiamo scelto di partire dai territori, dai contenuti e dai volti di chi ogni giorno si mette al servizio delle comunità. Il nostro candidato presidente, Giovanni Manildo, nasce da questo percorso dal basso, non da un accordo di vertice».

Sanità pubblica al centro del programma

Uno dei punti più forti dell’intervento è stato quello dedicato alla sanità, tema centrale anche nelle parole dei candidati democratici veronesi. «Il Veneto è sempre stato considerato un’eccellenza sanitaria, ma oggi non è più così. Le disuguaglianze crescono, le persone rinunciano a curarsi perché le liste d’attesa si allungano e chi chiama il CUP per una gastroscopia si sente dire che dovrà aspettare un anno. Se non hai soldi per andare nel privato, resti indietro. Questo è inaccettabile, perché la Costituzione garantisce il diritto alla salute come diritto universale».

Zan ha poi ricordato l’impegno di medici e infermieri durante la pandemia: «Erano gli eroi del Covid, quelli a cui dicevamo “andrà tutto bene” mentre restavamo chiusi in casa. Senza la sanità pubblica, in quei mesi sarebbe stato un disastro. Eppure oggi quegli stessi medici e infermieri se ne vanno: sono stremati, sottopagati, e si trovano accanto colleghi gettonisti che guadagnano tre volte tanto. Così il sistema implode».

Per Zan, la battaglia per la sanità pubblica è una delle ragioni d’essere della sinistra. «Occuparsi di chi è più in difficoltà, di chi fa più fatica: questo è il senso stesso dell’essere di sinistra. Se la sinistra smette di farlo, perde la sua ragione d’essere. La sanità pubblica, come il diritto allo studio e al lavoro, sono conquiste nate insieme alle grandi battaglie civili degli anni Settanta. Quando si attacca un diritto, si attaccano tutti i diritti: sociali, civili, ambientali».

“La nuova legge sicurezza criminalizza il dissenso”

Alessandro Zan

Il deputato padovano ha poi collegato questo discorso alla deriva autoritaria che, a suo dire, attraversa oggi il Paese. «Con la nuova legge sicurezza – ha spiegato – non si potrà più manifestare davanti ai luoghi di lavoro senza il rischio di essere schedati o portati in questura.

Lo stesso vale per gli studenti universitari: le università dovranno comunicare i nomi di chi è considerato “particolarmente attivo”. È un provvedimento che criminalizza il dissenso. Ma se non c’è più dissenso, se non c’è più protesta quando le persone stanno male, allora non c’è più democrazia».

Zan ha ricordato anche le mobilitazioni studentesche degli ultimi mesi, dai ragazzi delle tende contro il caro affitti alla protesta per Gaza. «Quei giovani non chiedono privilegi, chiedono giustizia. Gli studenti che hanno protestato davanti alle università lo hanno fatto non per sé, ma per chi non poteva permettersi di pagare 500 o 700 euro al mese per una stanza. E come sono stati accolti? Con risatine e derisione. Invece meritano ascolto. Il diritto allo studio è legato a doppio filo al diritto alla casa: se non puoi pagarti un affitto, rinunci a studiare. E un Paese che costringe i suoi giovani a rinunciare all’istruzione non ha futuro.»

“Dal Veneto può ripartire un’altra idea di politica”

Il tema dei giovani è stato uno dei fili conduttori del suo discorso. «Oggi le nuove generazioni vivono in un’Italia che offre poco: stage non retribuiti, contratti precari, stipendi insufficienti. È normale che tanti scelgano di andare all’estero. Ma non possiamo rassegnarci. Serve una politica che restituisca dignità al lavoro e opportunità ai ragazzi. È questo che Giampaolo Trevisi ed Elisa La Paglia rappresentano: una nuova classe dirigente radicata nel territorio, con idee e coraggio».

Zan ha infine chiuso con un invito alla partecipazione e alla fiducia: «Dal Veneto può ripartire un’altra idea di politica, fatta di ascolto, di diritti e di uguaglianza. Non una politica dei privilegi, ma delle persone. Perché la sinistra o si occupa di chi resta indietro, o non è più sinistra.»

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