Secondo Motus-E, l’associazione italiana impegnata nella promozione della transizione energetica nel settore dei trasporti, al 30 giugno 2025 le auto elettriche full electric BEV circolanti in Italia sono 319.489 (5 auto ogni 1000 abitanti). Le immatricolazioni da inizio anno hanno raggiunto 44.774 unità, registrando un incremento del 29,7% rispetto allo stesso periodo del 2024.

In un mercato automobilistico complessivamente in calo (-3,56% nel primo semestre 2025), è positivo constatare che in Italia le vendite di auto elettriche crescono significativamente, sebbene la loro quota di mercato rimanga ancora limitata. Tuttavia, come evidenziato dalla tabella seguente, l’Italia registra la performance peggiore tra i sette principali Paesi europei.

Riduzione dei costi?

Anche per le auto elettriche, il costo principale è rappresentato dall’alimentazione. Le BEV si ricaricano tramite colonnine distribuite sul territorio, solitamente collegate alla rete elettrica pubblica o a una rete privata.

In Italia il numero dei punti di ricarica pubblici è aumentato del 16% in un anno: a giugno 2025 erano 65.992, corrispondenti a un punto di ricarica ogni cinque auto BEV circolanti.

Le colonnine si differenziano in base alla loro potenza, che determina la velocità di ricarica del veicolo: più alta è la potenza, più rapida è la ricarica e maggiore è il costo per kWh prelevato. In Italia, prevalgono le colonnine a bassa potenza (AC), con circa 50.900 unità, seguite da quelle a media potenza (DC) con poco più di 10.800, mentre le colonnine ad alta potenza (HPC) sono poco meno di 4.250.

L’installazione dei punti di ricarica è affidata ad aziende CPO (Charging Point Operator) che, tramite una piattaforma interconnessa, gestiscono e manutengono le colonnine. Questo consente a diversi EMSP (E-Mobility Service Provider) di offrire ai clienti finali, tramite app, i servizi di ricarica. I clienti possono scegliere tra le offerte commerciali e i prezzi di numerosi provider, sia italiani che internazionali. Enel X Way ed Eni Plenitude sono i principali installatori CPO in Italia.

Quanto costa un Kwh di ricarica?

In un mercato ancora giovane e poco regolamentato come quello della ricarica dei veicoli elettrici, risulta complesso individuare l’andamento dei prezzi dell’energia erogata.

Da alcuni mesi è attivo l’Osservatorio prezzi delle tariffe di ricarica della mobilità elettrica, promosso da Adiconsum APS, un’associazione impegnata nella tutela dei consumatori contro abusi, pratiche commerciali scorrette e frodi.

L’ultima rilevazione del prezzo medio per le tre categorie di colonnine AC, DC e HPC è relativa a maggio 2025.

Occorre considerare come riferimento il PUN (Prezzo Unico Nazionale) dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso, controllato dal GME (Gestore Mercato Elettrico). Il suo valore medio dello scorso Maggio è stato di 0.094 €/Kwh (Euro per ogni Kilowattora).

Alle colonnine AC quel Kwh acquistato al prezzo PUN è stato rivenduto mediamente a 0.610 €, alle colonnine DC a 0.730 € e a quelle HPC 0.760 €; prezzo massimo riscontrato 0,830 €/kWh.

Il prezzo del PUN è stato quindi moltiplicato per 6/8 volte.

Attualmente, la ricarica privata del veicolo elettrico presso l’abitazione, usufruendo delle tariffe domestiche, risulta notevolmente più conveniente rispetto alla ricarica pubblica.

Confronto con l’Europa

In Italia i proprietari di  veicoli elettrici con la ricarica  pubblica pagano tariffe fino a quasi otto volte più alte rispetto a quelli di Francia, Germania e Spagna.

È quanto emerge da un’indagine commissionata da Motus-E alla Afry Management Consulting, che ha confrontato le condizioni di vendita italiane con quelle dei principali Paesi Ue in diverse modalità di ricarica. In tutti gli scenari analizzati, i dati peggiori si registrano sempre in Italia.

Forse, gli alti prezzi delle ricariche offrono una spiegazione alle difficoltà del mercato delle auto elettriche a decollare in Italia rispetto agli altri Paesi europei.

«Alla luce di queste evidenze» denuncia Federconsumatori in un comunicato, «in Italia le auto elettriche risultano meno convenienti rispetto a tutte le altre tipologie di alimentazione». Si tratta di una «situazione paradossale, che rischia di minare la fiducia dei cittadini nella mobilità sostenibile e di ostacolare la transizione ecologica».

La reale, strutturale e definitiva convenienza economica nell’utilizzo dell’auto elettrica si ottiene solo combinando l’elettrificazione della mobilità con la produzione di energia rinnovabile, quando è possibile disporre di una ricarica domestica in configurazione di autoconsumo individuale o collettivo tramite una Comunità Energetica Rinnovabile (CER).

In questo caso, il costo marginale dell’energia utilizzata per alimentare l’auto sarà pari a zero Euro al KWh.

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