Quasi diecimila persone, un palco vibrante e un’artista che, a trent’anni dal suo disco d’esordio, ha dimostrato di avere ancora tutto: voce, forza, presenza. Ieri sera a Villa Manin di Codroipo, Alanis Morissette ha regalato un concerto intenso, viscerale, a tratti struggente, per celebrare Jagged Little Pill, album che nel 1995 sconvolse la musica pop con la sua urgenza, la sua rabbia, la sua sincerità.

La cantante canadese-statunitense è salita sul palco con venti minuti di ritardo rispetto all’orario previsto, ma l’attesa si è sciolta subito nelle prime note di Hand in My Pocket che hanno fin da subito illuminato la calda serata friulana. Poi è stato un esplodere di energia pura: corse, salti, piroette – da sempre parte del “repertorio” della cantante – e soprattutto una voce cristallina che non ha perso nulla del suo fenomenale impatto e che l’aveva aiutata a creare il mito, trent’anni fa.

I brani si sono susseguiti senza pause forzate (alcuni in medley, altre intervallati da qualche breve parola con il pubblico), scegliendo con intelligenza e coerenza dal suo repertorio più noto. Il pubblico, composto in gran parte da chi negli anni Novanta era adolescente o ventenne, ha cantato ogni parola, partecipando con devozione al rito sciamanico.

Non si trattava, ovviamente, di sola nostalgia: era appartenenza, era riconoscersi in una voce che ha saputo raccontare dolori privati con parole dirette e universali e dar voce a un’intera generazione di ragazzi e ragazze. Soprattutto ragazze. Non è un caso se poi ha saputo a suo modo ispirare, per loro stessa ammissione, altre grandi cantanti dell’Olimpo musicale internazionale, come Shirley Manson dei Garbage, Beyoncé o Taylor Swift.

I suoi testi, spesso veri e propri pugni nello stomaco, affrontano i fantasmi con cui ha combattuto — depressione, disturbi alimentari, violenze subite — e invitano chi la ascolta a reagire e a guardare avanti con riscatto. Una testimonianza di forza interiore che ha reso ancora più potente ogni parola cantata.

Il “cuore” acustico

All’evento organizzato magistralmente dai promoter locali Vigna PR e FVG Music Live, Alanis non era ovviamente sola. Accanto a lei una band di livello altissimo. Ognuno con una lunga carriera alle spalle, ognuno pienamente al servizio del suono e della visione della cantautrice. La chimica tra i musicisti era evidente, la resa sonora impeccabile: compatta nei brani più ruvidi, delicata nei momenti di pausa. Nessun eccesso, solo mestiere e passione. Perché alla fine la protagonista era lei e solo lei e nell’esigenza di supportarne la voce nessuno ha sforato.

A metà serata Alanis ha cambiato passo. Ha fatto avvicinare i musicisti fra loro, creando un piccolo cerchio sonoro, quasi domestico. Una chitarra acustica, una batteria ridotta, poche note di pianoforte e un basso acustico: bastava questo per far emergere ancora di più la sua voce, ora più fragile, ora tagliente. I testi, già intensi, sembravano farsi ancora più personali. La luna, proiettata sul maxi schermo, che si illuminava a intervalli regolari, a sottolineare lo scorrere del tempo. E dei nostri sogni, con lei.

Un momento sospeso, raccolto, che ha tenuto il pubblico in silenzio assoluto per diversi minuti. Era come ascoltarla per la prima volta. Nuda e vera.

Il palco non era solo musica. Ogni canzone era accompagnata da un universo visivo sullo schermo che non imponeva immagini. Le suggeriva. C’erano fiori che si aprivano, fuochi che esplodevano, mani che si tendevano. Non c’era ridondanza, solo una costruzione poetica che arricchiva i brani, rendendoli ancora più “gustosi”.

La voce che ha fatto la differenza

Tra i brani più acclamati della serata, quelli più attesi in fondo dal pubblico, Right Through You, You Learn, Mary Jane, Head Over Feet, Everything, Are You Still Mad. E poi l’intramontabile Ironic, cantata con Michele, fan emozionatissimo salito sul palco per duettare – come da tradizione dei concerti di Morrisette – tra applausi e commozione.

Il concerto si è chiuso con You Oughta Know, vera esplosione di grinta, prima dei bis che hanno lasciato il segno: Uninvited e la dolcissima Thank You, accompagnata da un pubblico finalmente libero di alzarsi e avvicinarsi alla propria eroina.

Prossime tappe: Lucca e Roma a luglio

Alanis tornerà in Italia fra un mese per un doppio appuntamento al Lucca Summer Festival il 23 luglio e Roma (Parco della Musica) il giorno dopo. Saranno altre due occasioni per ritrovare la “memoria” di quegli anni ruggenti, ma soprattutto veri e propri atti di resistenza artistica. Perché Morissette non si è mai limitata a cantare: ha sempre raccontato, condiviso, lottato. Anche stavolta, sarà così. E chi sarà lì, lo sentirà addosso. Come una confessione, come una carezza, come un grido. Trent’anni dopo, ancora. E ancora con la stessa forza.

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