Il 19 giugno di quest’anno è stata celebrata una data significativa: il 400º anniversario della nascita di Blaise Pascal, uno dei più grandi filosofi, matematici e scienziati della storia. Nonostante il suo lavoro risalga al XVII secolo, le sue riflessioni e le sue idee sono sorprendentemente attuali, soprattutto quando si tratta di temi come il senso della vita, il divertissement e il vuoto interiore. In un’epoca dominata dai social media, dalle challenge e dalla ricerca dell’edonismo sfrenato, le parole di Pascal possono offrire una prospettiva preziosa per comprendere il modo in cui, ad esempio, i giovani affrontano e cercano di sfuggire a queste domande esistenziali.

Divertissement, ovvero la fuga dalla realtà

Uno dei concetti chiave di Pascal è quello del “divertissement” (intrattenimento), inteso come una forma di fuga dalla realtà e dalle domande profonde che affliggono l’animo umano. Pascal sosteneva che le persone spesso si impegnano in varie attività superficiali al fine di evitare di affrontare le grandi questioni della vita. In altre parole, ci stordiamo per sfuggire alla finitezza e limitatezza umana illudendosi di sconfiggerla. Questa tendenza è particolarmente evidente tra i giovani di oggi, che spesso si rifugiano in un mondo virtuale per sfuggire al senso di vuoto che li attanaglia.

I social media e le sfide online hanno assunto un ruolo predominante nella vita dei giovani, offrendo una via di fuga dalla noia e dall’insoddisfazione che possono sperimentare. Tuttavia, spesso ciò che sembra una distrazione piacevole può mascherare un profondo senso di vuoto interiore. Gilles Lipovtesky ha chiamato, appunto, e senza tanti giri di parole, la nostra come l’era del vuoto (L’ere du vide). Pascal grande umanista e moderno pensatore lo aveva capito quasi 400 anni prima.

In un mondo connesso digitalmente, i giovani sono costantemente bombardati da una moltitudine di stimoli e da infodemia, la loro sete di significato e di scopo autentico rimane insoddisfatta. Quell’insoddisfazione viene colmata con un’illusione da eccesso di performance, divenuta un clima culturale che rende sudditi. Spingersi al limite, fino a 50 ore in una Lamborghini o  lanciare pallini da pistole ai professori, tanto per ricordare alcuni episodi recenti di cronaca per diverse ragioni, sembra inebriare e rendere invincibili.

Tutto, ovviamente, da immortalare (cioè, letteralmente, “rendere immortale”) nei video e immediatamente da postare.  Velocità, immediatezza, performance per colmare il vuoto, allontanando senza neanche più sensi di colpa la responsabilità verso gli altri, sé stessi e verso quel profondo che prima o poi toccheremo. Quello che Pascal ricorda scaturisce dalla grande questione umana: “Quale il senso della vita?”

La consapevolezza del vuoto

Pascal non condannava l’intrattenimento in sé, ma invitava le persone a prendere consapevolezza del vuoto che cercano di riempire e a porre domande esistenziali più profonde. La sua sfida è ancora più rilevante oggi, poiché invita i giovani a riflettere sul significato della loro esistenza, a confrontarsi con le proprie emozioni e a cercare un equilibrio, oggi potremmo dire tra il mondo digitale e la sfera interiore.

Il messaggio di Pascal può essere un richiamo per i giovani di oggi a ripensare le proprie priorità e ad approfondire la ricerca di senso e significato. Piuttosto che sfuggire alle domande esistenziali tramite le sfide online o i social media, è fondamentale dedicare del tempo per esplorare sé stessi, le proprie passioni e il proprio scopo nella vita. Pascal ci incoraggia a spingerci al di là della superficie, a coltivare le relazioni autentiche, a esplorare le arti, la filosofia, la spiritualità e a trovare un equilibrio sano tra il mondo, “virtuale” o meno e la nostra dimensione interiore.

Una sfida per l’estate

Blaise Pascal, nonostante i secoli che ci separano, rimane una voce significativa nella comprensione della condizione umana e delle sfide che affrontiamo nel mondo postmoderno.

E allora se parliamo di challenge ve ne proponiamo una, per giovani e non giovani: vediamo chi riesce a leggere i “Pensieri” di Pascal questa estate!

Non riceverete tanti like ma sicuramente appagamento e un pizzico di serenità. E non è poco.

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