Sabato 17 giugno, alle 9 della mattina, parte da viale Europa a Negrar la nuova marcia di protesta che il Comitato Salviamo Parona e Arbizzano ha deciso di replicare, dopo quella del 25 marzo a Parona.

L’appello di partecipare è diretto agli aderenti e a tutti i cittadini della provincia di Verona che hanno a cuore ambiente, salute e territorio per una nuova testimonianza, che porti nel cuore del comune della Valpolicella il grido di dolore e indignazione di chi per anni ha sopportato i disagi della convivenza con lo stabilimento del Salumificio Fratelli Coati.

Un insediamento produttivo dalle dimensioni spropositate, al quale vanno uniti gli effetti dell’incendio devastante del 9 febbraio scorso, tra i quali il ritardo nel dissequestro dell’area da parte della magistratura (avvenuto il 7 marzo, dopo quasi un mese dall’evento, ndr) e l’inizio dei lavori di bonifica e asportazione dal sito del materiale in putrefazione rimasto sotto le macerie.

I tempi della bonifica non sono pubblici

All’assemblea del comitato indetta il 10 maggio abbiamo presentato agli aderenti il risultato degli accessi agli atti presso il Comune di Negrar e l’Ulss 9 e le considerazioni che l’esame delle carte suggeriscono, alla luce delle domande inevase che erano già state poste, su questo giornale, nell’articolo del 10 febbraio.

Gli interventi dei partecipanti all’assemblea hanno ribadito le lamentele che da marzo si succedono tra abitanti delle frazioni circostanti e lavoratori dell’area industriale: odori nauseabondi intermittenti, che diventano costanti quanto più si è vicini al sito; invasione di mosche, inaccettabile per un paese civile, che rende lo stazionamento all’aperto insopportabile quanto indispensabile dotare tutte le aperture dei vani di appositi apparati per impedire che invadano gli spazi interni; preoccupazione per i tempi della bonifica in assenza di informazioni pubbliche sullo stato dell’avanzamento dei lavori. In quell’occasione si è deciso con schiacciante maggioranza di organizzare il corteo di domani.

A Negrar per smuovere l’indifferenza

È vero che il Comune di Negrar ha aperto una pagina dove pubblica con regolarità i risultati delle analisi delle acque e dell’aria eseguiti da Arpav e Acque Veronesi, ma rimangono molte preoccupazioni per il futuro prossimo e quello remoto.

Quindi la marcia ha lo scopo di smuovere l’indifferenza del resto della popolazione di Negrar che, vivendo a nord e lontano dalle conseguenze, ha archiviato gli attimi terribili del 9 febbraio come un fatto di cronaca inevitabile, convinti che l’annuncio dei lavori sia una soluzione a prescindere, inconsapevoli se gli escavatori, dedicati ai lavori di demolizione delle strutture, siano destinati in egual misura a ridurre le dimensioni dei cumuli di macerie e materiale putrescente.

Senza contare che i camion diretti alle discariche per lo smaltimento imperversano da settimane sulla viabilità locale, malgrado i divieti di transito per i mezzi pesanti.

Il rischio della ricostruzione

L’esame delle carte ha sollevato ulteriori dubbi sull’efficacia delle procedure di valutazione e autorizzazione degli enti competenti per stabilimenti di questa dimensione, a tutela della sostenibilità rispetto al territorio e alla tipologia di insediamenti abitativi circostanti, che verranno valutati con esperti a cui, secondo le risorse che riusciremo a raccogliere, chiederemo come possiamo difenderci.

Siamo preoccupati per il pozzo privato situato nell’area dello stabilimento, che preleva dalla stessa falda da cui attinge quello pubblico del Terminon, poco oltre il confine con l’area di rispetto prevista dalle normative nazionali.

Siamo preoccupati per l’erezione di una gru che ha tutte le caratteristiche per essere usata per la ricostruzione delle strutture e l’ampliamento verso il ciliegeto confinante a nord della proprietà, stante la proroga concessa dall’amministrazione per aderire alla richiesta di convenzione proposta dalla ditta Coati.

La gru eretta allo stabilimento Coati per le operazioni di smaltimento delle macerie. Foto comitato Salviamo Parona e Arbizzano.

Una delegazione dal sindaco Grison

Siamo preoccupati che tutto riprenda come prima e quello che abbiamo patito per anni si riproponga inevitabilmente, nell’indifferenza delle istituzioni che dovrebbero tutelare vivere civile, lavoro e salute pubblica.

Siamo indignati perché chi ha subito più di tutti i disagi ha dovuto ricorrere all’intimazione di un legale per vedere garantita la sorveglianza e la disinfestazione delle situazioni più gravi, mentre altre segnalazioni cadono nell’immobilismo delle burocrazie comunali.

E questo lo ripeteremo al sindaco Roberto Grison, quando riceverà una nostra delegazione al termine del corteo, in un documento che gli consegneremo con tutte le domande in attesa di risposta.

*Sergio Cucini, presidente del Comitato Salviamo Parona e Arbizzano.

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