Dopo meno di un mese dal devastante incendio che ha distrutto lo stabilimento Coati di Arbizzano, ieri sera diversi cittadini si sono riuniti nella sala civica di Parona, per pianificare la creazione di un comitato che ne tuteli gli interessi. Il timore emerso dal confronto è che a breve ci si ritrovi davanti alla replica di un film, che negli anni ha visto diventare l’area artigianale al limite del comune di Negrar il polo industriale della lavorazione della carne suina.

Di fatto, il rogo scoppiato il 9 febbraio ha suonato il de profundis di un calvario, che per anni ha condizionato la vita degli abitanti delle vie limitrofe allo stabilimento. Da una chat Whatsapp si è giunti a creare una rete di persone che si è assembrata nella sala civica della seconda circoscrizione, presente la sua presidente Elisa Dalle Pezze. A discutere si sono trovate almeno 120 persone, e molte altre non hanno potuto prendere parte alla discussione per la poca capienza dello spazio.

In cerca di risposte

«Vogliamo un maggiore dialogo tra i Comuni di Verona, Negrar e San Pietro Incariano, perché ancor prima dell’incendio sono state fatte diverse segnalazioni per l’impatto della struttura produttiva sul traffico, la vivibilità della zona compromessa dal continuo via vai di mezzi pesanti, gli odori e i rumori notturni» ha evidenziato Alfredo Serafin, tra i promotori dell’iniziativa. «Per questo crediamo che occorra costituirsi in comitato per fare da interlocutori con le amministrazioni. Finora non c’è stato ascolto delle istanze dei cittadini, ma dopo l’incendio è urgente essere sempre a conoscenza di tutte le analisi che dovranno essere fatte su acqua, aria, suolo, perché sono state emesse sostanze tossiche che rimarranno per anni. E quando sarà ora di bonificare ci saranno altri problemi di sicurezza da monitorare».

Alta la partecipazione dei cittadini per il costituendo comitato “Salviamo Parona e Arbizzano”. Presente anche la presidente della seconda circoscrizione, Elisa Dalle Pezze (a destra nella foto).

A inquietare la popolazione è la presenza di uno stabilimento industriale a ridosso di un’ampia zona residenziale, che ha ottenuto anche la possibilità di ampliare le proprie strutture nelle vicinanze dell’impianto andato a fuoco. «Chiediamo un incontro con i sindaci anche per conoscere quali progetti insistono su quell’area e per consegnare le nostre rimostranze. A breve daremo anche un segno tangibile con una manifestazione pubblica. Tempo di avere le autorizzazioni, poi verso fine mese, forse il 25 marzo, saremo in piazza e ci faremo sentire”, ha concluso Serafin.

In attesa di incontrare i sindaci

L’intervento della presidente della seconda circoscrizione Dalle Pezze ha confermato la disponibilità dei sindaci di incontrare il comitato, attraverso i suoi delegati, e di mettere a disposizione per un altro incontro civico gli spazi di Villa Albertini ad Arbizzano. I cittadini presenti hanno quindi testimoniato le difficoltà a cui sono andati incontro durante la settimana di incendio. C’è chi ha dovuto andarsene per tutelare la salute del marito con gravi affezioni polmonari, chi invece si è trasferito in bed and breakfast con il figlio piccolo per proteggerlo.

In molti hanno lamentato l’anarchia con cui i mezzi pesanti inforcano illecitamente via Valpolicella, ora un vicolo cieco, seguiti da automobilisti ignari per assenza di segnaletica e della polizia locale a regolare il traffico. A preoccupare con urgenza sono le operazioni di smaltimento delle macerie e delle carcasse sepolte in zone pericolanti. Di giorno in giorno chi abita nella zona lamenta un crescente odore di decomposizione del materiale rimasto e ancora di difficile estrazione, perché non è ancora stato possibile sgomberare il sito, posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica.

Il supporto del comitato Asma

A dare supporto al dibattito c’è stato l’intervento di Maurizio Framba, portavoce del comitato Asma, impegnato dal 2017 a contrastare la costruzione nell’area ex Bam di un complesso residenziale formato da quattro torri. È intervenuto anche un portavoce di Medici per l’ambiente che ha sottolineato la tematica della tutela della salute. Sul tavolo, le domande urgenti riguardano la bonifica delle zone limitrofe, vista la presenza non solo di polveri ma anche di frammenti plastici conseguenti all’incendio, di cui si continuano a fare ritrovamenti, complici anche le forti correnti d’aria degli ultimi giorni. «Mi chiedo quale protocollo di sicurezza sia stato adottato dalle istituzioni per gestire la situazione – si è chiesto un cittadino -. Siamo certi che si sia fatto tutto ciò che era necessario?».

Nasce il comitato

Con un applauso di approvazione, l’assemblea ha quindi dato mandato a Laura Vinco, Alfredo Serafin, Giampaolo Ceradini, Mirco Pellegrini, di rappresentare la comunità e costituire formalmente il comitato. L’obiettivo è anche di «verificare le modalità per eventualmente potersi costituire parte civile in base a come evolveranno le indagini in corso» ha evidenziato Francesco Di Prisco, consulente di analisi di rischio industriale, che ha preso parte al dibattito con alcune indicazioni di natura legale.

Da sinistra, Laura Vinco, Alfredo Serafin, Giampaolo Ceradini, Mirco Pellegrini, componenti del costituendo comitato di cittadini “Salviamo Parona e Arbizzano”.

L’assemblea è terminata con l’impegno a nuove convocazioni, per impedire che dalle ceneri fumanti risorga uno stabilimento più grande e fastidioso di prima, in previsione della partecipazione al prossimo tavolo di concertazione tra prefettura, sindaci e organi di monitoraggio e controllo. In attesa di incontrare i sindaci, l’appuntamento all’orizzonte è quindi al 25 marzo, per una manifestazione aperta anche altri comitati e associazioni, che testimoni il bisogno di chiarezza e dia il via a un piano di tutela della popolazione.

(Ha collaborato Fabiana Bussola)

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