Presentato lo scorso sabato nell’auditorium della scuola elementare di Negrar, in Valpolicella, David Sassoli. La forza di un sogno (ed. In Dialogo, 2023) scritto dal giornalista Gianni Borsa, racconta il profilo dell’ex presidente del Parlamento europeo dal luglio 2019 al gennaio 2022, attraverso le persone che lo hanno conosciuto e affiancato durante la sua carriera come giornalista e successivamente come politico.

«Non nasce come biografia, per quella occorrerebbe mettere mano a tutto il suo archivio, che è sterminato, la possibilità di avere accesso alla sua corrispondenza, cosa che non è ancora disponibile. Nasce un po’ da una promessa che ci si era fatta con Sassoli al termine del suo mandato di presidente. L’idea era un libro intervista, invece lui è mancato una settimana prima. A me era rimasto il desiderio di raccontare la sua vita», spiega Borsa, corrispondente dell’agenzia di stampa Sir a Bruxelles e presidente di Azione Cattolica Milano per il triennio 2020-2023.

Dalla carriera giornalistica alla politica

Figlio d’arte di padre giornalista, David Sassoli nasce a Firenze nel 1956. Intraprende in maniera del tutto naturale e semplice la carriera di giornalista, per intraprendere nel 1992 il concorso in Rai e diventare poi speaker del telegiornale delle 20 nel 1999. «Mi pare di intravedere dentro la sua vicenda personale un filo rosso di continuità, di stili e di valori. Una figura seria e al contempo amichevole, familiare, che fa il suo mestiere, e ti vuole coinvolgere in quello che ha da dire senza essere invadente», prosegue Borsa. Una carriera che intraprenderà fino al 2009, anno in cui parteciperà alle elezioni europee come capolista, su spinta del segretaria del Pd Dario Franceschini, per la circoscrizione Centro.

Il corrispondente da Bruxelles per l’agenzia di stampa Sir Gianni Borsa, durante l’incontro a Negrar di Valpolicella per la presentazione di David Sassoli. La forza di un sogno (ed. In Dialogo, 2023)

Il cantiere aperto di Sassoli

David Sassoli aveva una sua precisa idea di Europa, che ha cercato di mettere in pratica durante la sua carriera politica e poi come presidente del Parlamento europeo, eletto con una preferenza di quasi 400 voti. Un’idea che, come racconta Gianni Borsa nel suo libro, si divide in alcune parole chiave: «Aveva in mente che il processo di integrazione europea doveva essere un cantiere aperto. Aveva un’idea molto forte, chiara, decisa della storia, un’idea che aveva maturato negli anni giovanili. La politiche e le istituzioni stanno dentro il flusso della storia, e perciò devono saper stare dentro i cambiamenti del tempo. Se le istituzioni si fermano, perdono il treno, l’aggancio con i cittadini, con la nostra vita. Se le istituzioni riescono a stare dentro il fluire degli avvenimenti, allora tentano di dare delle risposte ai nuovi ostacoli e ai cambiamenti che la storia propone».

Fino ad arrivare a un concetto di unità: «Sassoli coglie da subito un’idea che cercherà di rendere concreta da presidente del Parlamento europeo. Siamo in uno scenario globale in cui abbiamo come attori globali la Cina, la Russia, gli Stati Uniti, il Brasile. In quanto piccoli Paesi europei da soli non contiamo nulla, dobbiamo costruire una casa più grande».

La Conferenza sul futuro dell’Europa

Dal libro di Borsa emerge la figura di un uomo attento, preciso, puntiglioso anche se necessario, che cercava di avvicinarsi il più possibile alle persone, di conoscere le loro idee e rispettarle anche se diverse, che non mancava della sincerità di chi è in grado, senza sminuire, di esprimere la propria opinione. Con il progetto della Conferenza sul futuro dell’Europa, tenuta da maggio 2021 a a maggio 2022, in accordo con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europa, comprende la necessità di avvicinare l’Europa ai cittadini, mettendo a disposizione una serie di progetti a disposizione dei singoli governi di ciascuno Stato membro.

«Sassoli comprende che il Parlamento europeo deve avviare una riforma interna che controlli le lobby, dentro un registro scritto. E rendere il Parlamento europeo un luogo accessibile anche ai cittadini, che possono vedere come lavorano i deputati e partecipare alle sessioni plenarie. Una strada imboccata oggi dalla sua succeditrice, Roberta Metsola».

Il peso della pandemia

Il mandato di presidenza di Sassoli prende in pieno uno dei periodi più bui e complessi degli ultimi anni: la pandemia da Covid-19. A fronte di un’Europa ferma, lui comprende la necessità di mantenere il Parlamento europeo una casa aperta: «Sassoli chiama i massimi esperti di smart working per impostare una linea che mantenga attivo il lavoro del Parlamento europeo, che assicuri la segretezza del voto e degli atti parlamenti non pubblici». Ma non solo, continua Borsa: «fa aprire gli edifici del Parlamento europeo ai senzatetto e in particolare a donne sole o con bambini che non hanno possibilità di una casa. E fa in modo che le mense del Parlamento europeo di Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo, dove c’è una terza sede degli uffici amministrativi, faccia dei pasti per chi non ha da mangiare e per i medici e personale sanitario. Per farlo bisognava vincere le resistenze».

Il rapporto con la Russia

In politica estera, a partire dalla Russia, quasi presagì gli avvenimenti che hanno caratterizzato l’ultimo anno e che sono ancora in corso. Nel maggio 2021 aveva dichiarato che «Il sistema politico russo è tecnicamente violentato da una dittatura della maggioranza, mentre la democrazia si fonda sui diritti delle minoranze. Questo fa la differenza fra l’Europa e la Russa di Putin. Quando i sistemi autoritari sono in difficoltà hanno bisogno di nemici per cercare di placare il disagio sociale interno».

Daria Navalnaya, figlia del dissidente Alexej Navalny, riceve per conto del padre, il premio Sacharov 2021 al Parlamento europeo. Foto @EP.

Anche per una serie di discorsi duri rispetto alla democrazia che manca in Russia, Sassoli viene dichiarato persona non gradita dal governo di Mosca. Come ultimo gesto pubblico, fa assegnare il premio Sacharov per la libertà di pensiero al dissidente russo Aleksej Navalny, e accoglierà la moglie a Strasburgo il 15 dicembre 2021 per la consegna del premio», prosegue Borsa.

Inquietudini da rendere fertili

Un David Sassoli verso cui Gianni Borsa si sente di avere una certa reverenza «ma credo che non bisogni neanche farne un santino, perché avrebbe un po’ fatto anche ridere lui. Semmai ci invita a ricordarci quanto queste sue convinzioni, coerenze e aperture oggi possano dire alla politica, all’Europa, a noi stessi come cittadini. Ad avere le stesse inquietudini, le stesse capacità di cogliere che questo è un tempo nel quale occorre seminare anche un po’ di speranza, che alla politica si può credere, che della democrazia abbiamo bisogno, di dialogo aperto abbiamo bisogno, anche magari facendoci scappare qualche sorriso in più».

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