La pandemia ha messo l’Europa di fronte a una serie di sfide strutturali, che da tempo l’Unione doveva considerare per affrontare le sfide globali del prossimo futuro. La Conferenza sul Futuro dell’Europa è lo strumento predisposto dalla Commissione europea per ascoltare direttamente dai cittadini quali temi siano più urgenti. E proprio sulla Conferenza d’Europa si è svolto lunedì scorso un interessante convegno online organizzato dall’ufficio Europe Direct della Provincia in collaborazione con la sezione della Valpolicella del MFE – Movimento Federalista Europeo e aperto a tutti i cittadini.

Moderato da Christian Verzè dell’Europe Direct della provincia di Verona ha visto la partecipazione del professor Antonio Padoa Schioppa dell’università di Milano, del vice capo di Gabinetto per le Relazioni esterne Carlo Corazza dell’ufficio del Parlamento Europeo in Italia, del coordinatore di Europe Direct Alessandro Giordani. In chiusura le testimonianze della professoressa Caterina Fratea dell’università di Verona e della segretaria del Movimento federalista europeo Valpolicella Anne Parry.

L’evento era rivolto principalmente ai giovani – specialmente studenti, che hanno posto domande via chat ai relatori – perché come ha sottolineato Padoa Schioppa «una delle finalità della conferenza è valutare quale siano le aspettative delle giovani generazioni sul futuro dell’Europa. Forse per la prima volta l’opinione dei millennials e non solo ha acquistato un peso notevole nell’agenda politica.»

L’esempio di Greta Thunberg

«L’esempio di Greta Thunberg – ha spiegato Antonio Padoa Schioppa – ha obbligato le classi politiche e il mondo delle imprese a prendere molto sul serio problemi noti da anni ma che venivano diluiti nel tempo. Clima, ambiente, ma anche diseguaglianze specie nel terzo mondo, migrazioni e guerre sono problemi evidenti ai giovani più attenti, che chiedono di condividere le decisioni con chi detiene le leve del potere politico ed economico. E un’Europa coesa e unita in tutti i settori sarebbe in grado di fronteggiare le decisioni dei Paesi più importanti come Usa, Urss e Cina.» 

Il portavoce del Parlamento europeo Italia Carlo Corazza ha evidenziato come sia necessario ridurre lo spazio a nazionalismo e populismo incentivando la partecipazione dal basso. «Con la pandemia – ha affermato il deputato – l’Europa ha accettato alcuni cambiamenti, come la mutualizzazione dei debiti. Il Recovery Plan è un debito europeo garantito da risorse proprie, ed è stato voluto proprio dal Parlamento europeo. La stessa sanità è diventata una politica fondamentale, che al netto degli errori fatti ha permesso all’ Unione europea di garantire i vaccini a tutta la popolazione.»

Coinvolgere tutti i cittadini

Il capo unità della comunicazione e responsabile per gli Europe Direct in Europa Alessandro Giordani ha rimarcato nel corso del suo intervento la necessità di coinvolgere tutti i cittadini per arrivare alle prossime elezioni del 2024 con una partecipazione attiva da parte dei cittadini. «Per la prima volta ,in risposta alla pandemia, è stato predisposto un debito pubblico europeo per beni pubblici europei.  Oggi abbiamo 27 Pnrr nazionali, ma se un domani si potesse concentrare in un unico Pnrr tutto il debito pubblico europeo, avremmo una capacità fiscale compiuta europea, con una tesoreria europea». Un altro chiarimento importante è arrivato in merito al Pnrr: «L’italia è sotto il mirino perchè è il Paese più bisognoso a causa della pandemia, ha ricevuto più fondi di Francia e Germania messe insieme. E ha la possibilità di mettere in pratica riforme abilitanti che toccano ad esempio la legge sulla concorrenza, sul mercato, sulla scuola, sugli incentivi, sulla giustizia». «Inoltre – ha concluso Giordani – per tutto il 2022 si discuterà della riforma del patto di stabilità, congelato fino al 2023 quando dovrà riprendere efficacia ma sulla base di presupposti diversi rispetto a quelli precedenti la pandemia. Per la prima volta i cittadini potranno intervenire sulle 3 P ( piattaforma, panels, plenarie) ovvero far arrivare ai rappresentanti delle isituzioni le loro domande e riflessioni che si trasformeranno in indicazioni e direttive».

Un’Unione più forte passa per una politica estera più forte

A seguire la testimonianza della professoressa Caterina Fratea dell’Università di Verona e direttore del centro di documentazione europea d Verona. «Abbiamo organizzato iniziative su alcuni temi su cui la conferenza si è concentrata. Il primo che abbiamo organizzato ha riguardato la voce dell’Europa nel mondo, abbiamo preferito partire dal ruolo dell’Europa nel mondo. Un’Unione più forte passa per una politica estera più forte, forse è il tema più lontano rispetto ad altri ma è anche quello dove è più urgente un cambio di paradigma.

Durante la pandemia, l’Europa ha dimostrato di avere la volontà politica di porre in essere iniziative importanti. Per altri temi come l’unione fiscale sarà necessario un cambio di paradigma, passando sicuramente attraverso la riforma dei trattati. Mi auguro che la Conferenza dia impulso al superamento del particolarismo delle competenze, trattenute dai singoli Paesi membri».

«Lo scorso novembre il recesso del Regno Unito e la pandemia hanno rappresentato due crisi molto importanti per l’Europa, che hanno toccato il tema della libera circolazione dei cittadini, uno dei presupposti fondanti dell’Unione europea. La risposta degli studenti ci ha dato la motivazione per organizzare altri eventi, in modo da coinvolgere la maggior parte possibile di cittadini, giovani in primis». Secondo la docente la conferenza sul futuro dell’Europa – che si chiuderà il prossimo 9 maggio – è uno strumento utilissimo per sollecitare la partecipazione dal basso e un campanello d’allarme per le istituzioni, chiamate a dare risposta alle istanze dei cittadini.

Anne Parry, insegnante di inglese e segretaria del Movimento federalista europeo per la sezione Valpolicella.

A chiusura, la presidente del Mfe Valpolicella Anne Parry ha presentato le proposte caricate sulla piattaforma, per la democrazia europea, abolire il diritto di veto e attribuire poteri diretti al Parlamento europeo in materia di fiscalità europea e di politica estera.  E ha illustrato il manifesto per una Valpolicella sostenibile, firmato da 14 associazioni che hanno caricato sulla piattaforma le rispettive proposte (per esempio sulla biodiversità, sull’inquinamento dell’aria nella pianura padana, sulla produzione biologica) che verranno discusse nei consigli comunali della Valpolicella.

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