Il 21 luglio, mentre in Italia cadeva il Governo Draghi, il Re del Belgio nel suo discorso in occasione della festa nazionale richiamava all’unità nazionale per affrontare le attuali crisi economica, sanitaria ed energetica, paventando un inverno freddo a seguito della sfida della Russia che rallenterà i piani per una società più sostenibile ed un’economia più verde. Ma le notizie in Belgio in questi giorni insistono soprattutto con il riscaldamento della terra e i cambiamenti climatici.

Un allarme viene lanciato visto che si prevedono dei giorni con “canicule”, ovvero le temperature previste dovrebbero arrivare localmente sopra i trenta gradi. Guardo il termometro della mia auto che segna 18,5 gradi centigradi e non posso fare a meno di trattenere un sorriso sardonico che si riflette sulle gocce di pioggia del parabrezza. Ma come è possibile parlare di canicola con questo freddo? È proprio vero: paese cha vai, usanze che trovi.

La consapevolezza dei belgi

Non che i belgi siano ignari che il tempo da queste parti sia freddo e piovoso, soprattutto quando in autunno le perturbazioni atlantiche si susseguono una dietro l’altra e può piovere una intera settimana senza sosta. Infatti, migliaia di pensionati belgi affollano il sud della Francia, le Baleari, l’Andalusia e anche l’Italia. Quando possibile, il belga non organizza il proprio “buen retiro” nei dintorni di Bruxelles (mentre da queste parti deve ancora giungere notizia di qualche italiano che si trasferisce in Belgio per la propria pensione). Inoltre, lamentarsi del meteo è sport nazionale e si ammette senza vergogna la migliore fortuna del clima mediterraneo o di altri Paesi.

Eppure negli ultimi anni le varie ondate di caldo che hanno interessato la Francia (che i belgi osservano sempre molto da vicino) ma anche la penisola iberica e l’Europa del sud ha inorgoglito qualcuno che ha iniziato a pensare che forse non è poi così male avere un’estate costantemente sotto i 30 gradi. In effetti, a seguito del cambiamento climatico, in Belgio – ad esempio – si è incominciato a coltivare la vite e a fare vino (anche se con risultati, ad esser generosi, modesti). Le spiagge del Mare del Nord sono più frequentate che una volta. Le petroliere che arredano l’orizzonte dei bagnanti sono ancora tutte lì, ma sai che vantaggio nel risparmiare dieci ore di coda sulle autoroutes francesi o di ammassarsi all’aeroporto per salire su un volo low-cost?

In fondo è solo una sparuta minoranza di persone che se ne rallegra, visto che il Belgio è una nazione con una forte coscienza ecologica, consapevole delle sfide ambientali che attendono il futuro e ben coscienti che il riscaldamento climatico è un argomento su scala planetaria e non certo limitato al loro piccolo paese.

Inondazioni in Vallonia nel 2021 (foto Rainews)

Ancora non si è spento l’eco delle inondazioni del luglio 2021 (che colpirono anche la Germania), quando interi paesi della Vallonia vennero letteralmente spazzati via dalla furia delle acque, presentando il conto di danni immensi e di numerose vite umane spezzate. Una cosa mai vista non solo a memoria d’uomo, ma anche a livello di ricerca storica. Certo, inondazioni non sono mancate da queste parti, ma sempre come risultato di giorni di piogge intense, mai a seguito di poche ore di pioggia torrenziale e fortissimi temporali. È infatti molto inusuale avere temporali dal momento che l’aria è sempre fresca e non ci sono mai i forti contrasti termici a cui siamo – ahimè – sempre più abituati in Italia.

Un futuro paradossale

Alla fine dunque, non ci si rallegra più di tanto del fatto che con il riscaldamento climatico si possono godere inverni più miti ed estati più calde, ma piuttosto si nota come – anche se è ovviamente un problema relativo –nel 2022 le piogge sono ai minimi storici e si osserva con preoccupazione a cosa avviene in altri paesi, come ad esempio lo scioglimento dei ghiacciai alpini (grossa impressione ha suscitato la frana sul ghiacciaio della Marmolada quest’estate) o agli incendi ed alla siccità in Francia.

Una giornata di sole a Bruxelles: un evento sempre meno raro

Alla fine, consapevole che il Belgio può fare la sua piccola parte ma che la risoluzione ai problemi ambientali dipende invece da altre grandi nazioni, il belga medio sfrutta questa situazione aumentando il numero dei barbecue nel suo giardino di una delle innumerevoli villette delle Fiandre e della Vallonia, dicendo che se in passato ogni belga sognava il sole per un barbecue nel proprio giardino, ora questo sogno si sta in effetti realizzando.

E chissà che tra qualche tempo il Belgio non diventi meta di turisti e pensionati del sud Europa alla ricerca di refrigerio ed un buon bicchiere di rosso durante le bollenti estati anticicloniche del Mediterraneo!

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