Una Gran Guardia gremita per l’incontro di mercoledì 11 maggio con Toni Capuozzo, giornalista ed inviato di guerra che ha raccontato le sue esperienze anche e soprattutto alla luce dell’odierno conflitto in Ucraina. Organizzato da USacli di Verona dal titolo “Ritorno all’Inferno”, in dialogo con la giornalista Silvia Beltrami. l’ospite ha infatti spiegato come, dal suo punto di vista, non ci sia la volontà di fermare questo conflitto né tantomeno addivenire ad una tregua armata, concludendo con un accorato appello di pace.

I primi segnali

A differenza dei cosiddetti Stati “di mezzo” tra Russia e NATO, l’Ucraina è sempre stata teatro di esercitazioni militari, proprio delle truppe dell’organizzazione atlantica, non viste di buon grado dalla Russia. Capuozzo ha poi proseguito spiegando il ruolo dell’Europa attraverso i suoi principi costitutivi come il mantenimento della pace e l’abbattimento dei confini, sottolineando come l’invio di armi in Ucraina abbia fatto perdere la possibilità di aprire i negoziati con la Russia.

Le reazioni degli Stati

Capuozzo ha poi espresso un giudizio negativo sull’operato del governo italiano, che non avrebbe ancora espresso una posizione definita nel conflitto, mandando comunque armi in Ucraina, appoggiando le sanzioni in Russia ma sperando in un possibile tavolo di trattative.

Ha parlato anche degli Stati Uniti e del loro “know how” nell’esportazione della democrazia, inglobando anche i premier europei e il loro immobilismo sul piano delle mediazioni – che avrebbero potuto aprire fin da subito trovandosi principalmente una posizione privilegiata. Non ha risparmiato nemmeno l’attuale pontefice, che nonostante l’offerta di una visita a Putin, ogni suo appello alla cessazione sembra essere una cattedrale nel deserto e non ha la forza per smuovere la politica.

Ha poi analizzato la figura di Putin, a detta di tutti un pazzo. Fosse davvero coì, secondo Capuozzo, gli altri Stati (comprendendoli tutti dagli USA al Medioriente) non dovrebbero stuzzicarlo o ignorare le sue richieste, senza dimenticare che la Russia è un paese dotato di armamenti nucleari. La deduzione allora diventa facile: se si crede che davvero il capo del Cremlino non sia in grado di ragionare, occorrerebbe trattare in modo da farlo desistere dalle sue imprese folli. Se invece l’additarlo come tale è solo un pretesto per giustificare la corsa all’armamento dell’Ucraina, allora ogni paese è complice fautore di questo conflitto e della sua durata.

Le esperienze sul campo

Il dibattito è poi tornato alla sua esperienza personale, di quante guerre abbia documentato con il suo lavoro e di quanta angoscia ci sia (stata) in ciascuno. E così, direttamente da fatti vissuti, ha argomentato la sua fervida opposizione alla guerra, spiegando di come vite e sogni vengano improvvisamente spezzati, di quanto dolore ci sia per la perdita o la scomparsa di familiari, di quanto dolore fisico e atrocità ci siano in ogni battaglia o bomba lanciata e di quanto rancore rimanga anche a conflitto concluso. Ha raccontato di come nessuna guerra abbia mai di fatto risolto le questioni per le quali è iniziata e che, anzi, alla fine la soluzione è sempre arrivata da altre parti. Ma soprattutto di come niente torni più come prima.

Il suo “ritorno all’Inferno”

Sono stati poi mostrati un paio di spezzoni del suo documentario “1992-2022 Ritorno all’inferno”, nel quale, assieme al suo cameraman dell’epoca, ha rivissuto nei luoghi precisi in cui era stato durante i 10 anni di conflitto a Sarajevo. Immagini forti ed emozioni a tratti insopportabili, ma anche tanta solidarietà ed umanità nelle persone incontrate. In questa cornice ha così parlato di Kamal, il bambino bosniaco che ha portato in Italia a pochi mesi di vita, vittima dei bombardamenti serbi. Orfano di madre, senza una gamba per le granate, gli fu affidato dal padre e dalla nonna. E così il giornalista decise di portarlo in Italia ed occuparsi delle sue cure. Ha precisato che in tutti questi anni è tornato spesso da quelle parti e di quante amicizie si siano create e mantenute. Per l’importante anniversario, ha però voluto rivivere alcuni precisi momenti e raccontarli in video.

Immagine del mercato. Foto di Valentina Sartori

Partendo dalle immagini, ha confrontato con la situazione odierna le persone e i luoghi in cui è stato durante l’assedio. Di come fosse il mercato durante gli attentati e di colme attualmente sembri un luogo mai attraversato da tali atrocità. Di come ora sia l’hotel nel quale alloggiavano i giornalisti e di quanto siano apparentemente cambiati quei territori. Di come diventi tutto assurdo, imprevedibile e fuori da ogni logica durante la guerra, e del fatto che quello che rimane poi per sempre è il dolore. Di quanto a volte basti poco per accendere la miccia, e di come si sarebbero potuti interpretare i segnali ed evitare molti massacri. E questo vale sia per la guerra nei Balcani che per l’attuale alle nostre porte.

Le “rose” di Sarajevo: ricostruzioni delle macchie di sangue a seguito della strada costellano tutt’oggi il pavimento del mercato

Speranze per il futuro

Le conclusioni hanno riguardato il futuro. Capuozzo ha parlato ancora di pace, di come l’Italia si dovrebbe prodigare per ottenerla e di come si sappia distinguere proprio per le missioni di pace nel mondo, più che per imprese di guerra. Di come l’Europa dovrebbe sostenere l’Ucraina con la solidarietà umanitaria e contribuendo con trattative con l’oppressore, senza più inviare armi. Ha continuato invocando l’intervento di persone terze che potrebbero attivarsi nell’apertura di tavoli di confronto, quali Antonio Guterres, capo delle Nazioni Unite, o Barak Obama. Non è mancato il momento nostalgico, ricorrendo ad esempi di personaggi quali Kennedy, Kruscev e Papa Giovanni che, per quanto nel mezzo della guerra fredda, hanno saputo mantenere un equilibrio. Soprattutto ha però ricordato l’irreversibilità di ogni cattiva azione e di come dopo ogni guerra il mondo sia peggiore.

Il parco dei bambini: in onore dei 521 bambini che hanno perso la vita durante l’assedio della città

Link al documentario: https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/19922022ritornoallinferno/1992-2022-ritorno-allinferno_F311831101000101

Link al video della serata:

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