Proseguiamo con l’analisi delle pagine social dei principali partiti che partecipano alla campagna elettorale a meno di una settimana dall’election day del 25 settembre: attraverso il focus sulle pagine Facebook e Instagram di Lega, FdI, PD e M5S, vediamo – rispetto alle settimane precedenti – come si siano sviluppati gli schemi propagandistici delle principali forze politiche.

La personalizzazione della politica

FB Bubbles – Divisione strategie advocacy di FB&Associatil, con dati aggiornati al 10 settembre 2002, mostra come le pagine personali di fatto siano non solo coincidenti con le pagine dei propri partiti ma in alcuni casi addirittura trainanti, a dimostrazione che la personalizzazione della politica è fatto oramai compiuto anche da questa parte dell’oceano. Se Salvini rimane incontrastato fenomeno social, notevole è pure la performance di Conte, ben al di sopra della pagina del proprio partito. Letta rimane ai margini ben staccato; su TikTok un contributo grottesco del Caimano è riuscito a diventare virale mentre il PD è seguito di nascosto dai ragazzini dei Parioli.

Lega – Salvini Premier. Follower FB 1,2 mln; Instagram 320mila.

Continua la campagna #Credo della Lega che, forse avendo notato le percentuali dei sondaggi (16 settembre, 12,1%), prova a spostarsi dal “credo, risorgerò” a una campagna espansiva sul modello del bio hashtag #25SETTEMBREVOTOLEGA. Ecco dunque, nel solito fiume di post della pagina, comparire la richiesta di partecipare con la propria immagine sia alla campagna #Credo sia alla kermesse di #Pontida2022. Tra tutte le pagine social, come detto la Lega si dimostra non solo la più produttiva in termini di post (anche se questo comporta un numero basso di like e condivisioni) ma anche nell’arruolamento attivo dei propri sostenitori nella campagna elettorale mostrando una spiccata capacità di motivare e una chiara volontà espansiva. Le proposte, tuttavia, si perdono nel mare magnum dei contributi e si riducono al pericolo sbarchi/immigrazione, quota 41 (con la consueta demonizzazione della Fornero) e Flat Tax. Tra gli avversari compaiono Letta e il PD; sostanzialmente ignorati M5s e il binomio Calenda/Renzi.

Fratelli d’Italia. Follower FB 444.012; Instagram 220mila.

La pagina di FdI è davvero priva di guizzi; in un certo senso, le minacce delle BR a Giorgia Meloni e le “infiltrazioni” alle manifestazioni hanno permesso di trovare un appiglio con l’attualità rilanciando il tema del “partito contro”. Nel concreto, scavando nella pagina, si trova qualche cenno ai fragili, agli sgravi fiscali, all’immigrazione, allo ius soli: di fatto però, specularmente alla pagina del PD, il conflitto si riduce a un fattore prevalentemente ideologico: Meloni – che appare davvero ossessivamente – è divisa tra il rassicurare e lo stigmatizzare la sinistra, evocandone i disastri in modo estremamente generico. Una linea social che viaggia sul sicuro ma che pare difficilmente attrattiva per un utente che non sia già fidelizzato.

Partito Democratico Follower FB 403.870; Instagram 134mila.

Mentre dal bunker di Sant’Andrea delle Fratte Cuperlo non dispera nella vittoria finale, nel frattempo perde frequenza la campagna #Scegli e si ridà spazio ai commenti, sia smentendo le dichiarazioni di Calenda (sempre molto critico nei confronti del PD) sia rilanciando, oltre a qualche questione economica (decreto aiuti, bollette e terzo settore) e il settore salute, il tema “diritti” e “pericolo destra”. Sembra in effetti che il PD, dopo un periodo in cui pareva facesse la corsa sulla pagina social del M5s, ora abbia virato decisamente contro la destra, forse per effetto del faccia a faccia con Giorgia Meloni. Ecco dunque il rilancio della legge ZAN, della questione femminile e della parità di genere, dei possibili legami tra Lega e finanziamenti russi. Una campagna che ora è un mix di ideologia, interventi di carattere economico (anche qui, nessun cenno alle coperture) e che identifica sostanzialmente un solo avversario. La quota di commenti negativi resta molto alta.

Movimento 5 stelle Follower FB 1,5 mln; Instagram 354mila.

Per il M5s il faccione rassicurante di Conte tratta temi a tutto campo sempre con il format #dallapartegiusta: superbonus, salario minimo, antimafia, matrimonio egualitario, ambiente, giovani, promettendo molte risorse senza però indicare da dove dovrebbero venire. Nella competizione social, interessanti due scelte recenti: tutti gli altri poli vengono stigmatizzati più o meno con la stessa frequenza, mostrando ora una certa equidistanza da tutti gli avversari; la campagna del PD #scegli viene in un certo senso ribaltata contro il PD stesso. La linea del contro, però, pur avendo moltissime condivisioni social, ha uno spazio molto ridotto rispetto alle date degli eventi pubblici della campagna elettorale e alle promesse.

Conclusioni

Una campagna elettorale che davvero, finora, ha mostrato quanto l’ideologia sia ancora parte preminente del dibattito politico a scapito non tanto delle idee quanto della concretezza nella proposizione delle stesse (quanto costano? Da dove verrebbero le risorse?). Notevole inoltre come la polemica per il dibattito escludente Meloni/Letta abbia condizionato le pagine social, con PD e FdI che sostanzialmente si posizionano come pagine “contro” l’una contro l’altra, ignorando sostanzialmente gli altri poli.

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