Come la Fenice, a Verona risorge dalle ceneri la discussione sul filobus, dopo un periodo di lunga quiescenza che, per le strade della città, ha lasciato come traccia tangibile una serie di pensiline e cantieri disseminati lungo la città. Cantieri che già il 14 maggio per il Sindaco Federico Sboarina si sarebbero dovuti chiudere a breve e invece, come ha dimostrato Verona In, ai primi di agosto erano ancora aperti, specie a Verona Sud. Poco male. AMT SPA, infatti, ha comunicato alcune settimane fa l’indizione e la convocazione della Conferenza di Servizi per procedere all’esame del progetto definitivo di variante.

Riparte quindi la procedura per portare a compimento il progetto del filobus, con il 30 settembre come termine ultimo per la presentazione delle determinazioni dei soggetti interessati prima della Conferenza di Servizi decisoria al Ministero nella prima metà di ottobre, dove finalmente si chiarirà se per il filobus si tratterà della posa della prima pietra o una pietra tombale; una decisione non banale, visto che la cifra impegnata si aggira attorno ai 150 milioni di euro. Sostanziose le modifiche proposte, di cui sintetizziamo le più impattanti sulla vita del cittadino e sulla viabilità.

Variante di tracciato via Pisano/Spolverini: rispetto al progetto già approvato, si decide che, nelle ore di punta, le vie saranno chiuse al traffico veicolare privato fatta eccezione per i residenti, in quanto la linea sarà sdoppiata su Pisano e via Spolverini poiché si è preso atto dell’impossibilità di creare ulteriori parcheggi compensativi sia per i residenti che per le attività commerciali.

Variante di tracciato ex Manifattura Tabacchi: il progetto, oltre che incidere sul tracciato del filobus, si caratterizza anche per una consistente riqualificazione immobiliare che cambierà la skyline visibile dal cavalcavia di viale Piave.

Variante galleria san Paolo: anche per le difficoltà poste dal recente vincolo della Soprintendenza sui tre immobili interessati dai lavori e che avrebbero dovuto subire pesanti interventi, salta la galleria prevista in via san Paolo, in Veronetta. Si ritiene di poter risolvere la situazione con su una semaforica intelligente e nuovi marciapiedi larghi almeno 1,25m per garantire l’incolumità dei pedoni.

Un cantiere legato al tracciato del filobus

Oltre che al percorso, ci sono modifiche legate all’adeguamento tecnico: nello specifico, una riduzione di 6mila metri di bifilare e dei pali e delle fondazioni connesse. Questo alleggerimento (anche estetico, “nere trame segnano il sereno” avrebbe detto Pascoli) riguarderà i tratti di via Mameli/Piazzale Stefani, un tratto di via Zeviani, un tratto dell’ex manifattura tabacchi, un tratto di via Città di Nimes e del collegamento con il casello autostradale. La proposta di cambiamento incide anche sui mezzi (39), 33 dei quali saranno lunghi 18,75 m e non più 18m (eccetto 6 che sono già stati realizzati). Non viene esclusa, in futuro, anche la possibilità di dotarsi di mezzi lunghi 25m – che attualmente la normativa italiana non autorizza alla circolazione – e pertanto le soluzioni tecniche tengono già conto di questo dato nella progettazione. Per accendere l’interesse dei complottisti molte pensiline saranno dotate di un router industriale 5G.

Ma è ancora presto per cominciare a programmare attacchi volti a boicottare le pensiline, sull’esempio di quanto avviene nel Tennessee (Stati Uniti). C’è tempo, incombe l’autunno, il cielo si fa sempre più freddo ma terso e un cantiere che non si sa bene se e quando comincerà ma, soprattutto, mai con certezza quando e se chiuderà, rassicura, in un certo senso, con un’aura di malinconica indeterminatezza, l’umarell che alberga in ciascuno di noi. A Verona, un cantiere – anche se rimane sulla carta, come il traforo – è per sempre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA