Il mare come terapia, la vita di comunità, lontani dai genitori, come pratica educativa. C’è molto di più nel progetto Flyin’ Hearts, ideato già nel 2015 dall’ospedale Villa Santa Giuliana di Verona cui prendono parte cinque giovani tra i 14 e i 20 anni, ragazzi e ragazze, con disagi psico-comportamentali e in fase di trattamento. Il luogo in cui si tiene l’esperienza terapeutica si trova in Sardegna, a Porto Pollo, in Costa Smeralda. Accanto ai due operatori della struttura veronese che accompagnano i ragazzi, gli istruttori della FH Academy fanno sperimentare il kitesurf, uno sport dinamico che si serve di una tavola e di un aquilone, con il quale si sfrutta la forza del vento come propulsore.

I ragazzi di Santa Giuliana

Villa Santa Giuliana è un ospedale per la cura e riabilitazione psico-sociale delle persone affette da disturbi psichiatrici. È l’unica struttura in Italia ad avere un reparto dedicato ai giovani con disagi psico-comportamentali. Alcuni degli ospiti manifestano sintomatologie marcate, che sfociano in patologie quali depressione, attacchi di panico, autolesionismo, disturbi dell’alimentazione, aggressività. «L’adolescenza è la cartina di tornasole di un’epoca – spiega lo psicologo Amedeo Bezzetto, responsabile dell’area riabilitativa adolescenti e referente del progetto -. Oggi abbiamo tanti ragazzi che sono pieni di digitale, che pensano in digitale, che vivono in digitale e questo sta trasformando le loro menti. Abbiamo perciò l’urgenza di trovare formule nuove ed efficaci per lavorare con gli adolescenti che non sono accessibili con la terapia classica». In questo, la wind therapy è un processo innovativo, che si colloca nell’ambito della medicina personalizzata per la salute mentale, per la quale oltre alla diagnosi è importante la prevenzione.

Perché il kitesurf

Questo sport ha la particolarità di essere profondamente emotivo: la sua connotazione adrenalinica spinge i ragazzi a sperimentare i propri limiti. I giovani arrivano in piccoli gruppi accompagnati dai terapeuti e vengono inseriti in un fitto programma di attività sportive, proposte da FH Academy, la scuola di kite con sede a Palau, in Costa Smeralda, che ha creato una didattica specifica per gli ospiti: kitesurf, windsurf, catamarano, trekking e attività di rilassamento quali yoga, musicoterapia, meditazione.

Un ragazzo con il suo istruttore durante la lezione di kitesurf per il progetto di wind therapy dell’ospedale Villa Santa Giuliana di Verona.

Attraverso questo approccio olistico praticato in totale sicurezza, i giovani che prima di partecipare erano bloccati emotivamente possono poi riattivare l’esperienza vissuta anche nella quotidianità della scuola, della socializzazione, della famiglia.

«È un trattamento intensivo con una programmazione a tempo pieno, che integra l’impegno sportivo e l’attivazione emotiva e psicologica – chiarisce Bezzetto -. Il percorso in progressione mette alla prova le capacità fisiche e motorie dei ragazzi, sostenuti dalla relazione di gruppo e dal supporto psicologico.»

L’università Cattolica studia la wind therapy

Le famiglie, che secondo il referente del progetto di wind therapy sono «testimoni e beneficiarie importanti del percorso rieducativo che riguarda, nello specifico, i figli adolescenti», non sono coinvolte direttamente nella parentesi dei cinque giorni di camp in Sardegna, ma sono destinatarie di un momento di restituzione successivo.

La lezione di kitesurf continua in acqua, per migliorare la percezione di sé e acquisire fiducia

Il progetto si integra anche con l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano che, a partire dal 2019, è impegnata in un lavoro di monitoraggio e raccolta dati. La ricerca è centrata sull’efficacia: oltre ai segni della remissione dei sintomi e ai cambiamenti che i ragazzi una volta tornati esprimono, si vuole analizzare anche da un punto di vista scientifico la ricaduta di questo metodo e intercettare gli elementi dell’esperienza più significativi, capaci di apportare un miglioramento.

Entro l’anno prossimo sarà raggiunta, grazie alle partecipazioni dei prossimi camp, la soglia dei 40 soggetti previsti per il campione di analisi. Dopo un’esperienza appena conclusa a inizio luglio, i due prossimi appuntamenti per questi “cuori volanti” si avranno nel mese di settembre. Come obiettivi, la ristrutturazione dell’attivazione emotiva, dell’identità e dell’esperienza relazionale.

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