Il sindaco di Verona Federico Sboarina cambia casacca, anche se non lo fa completamente. Passa a “Fratelli d’Italia”, a livello nazionale, mentre rimane in “Battiti” a livello locale. Con un opportunismo da “real politik” (che non è però piaciuto a tutti, soprattutto agli alleati della Lega) il sindaco ha preso la palla al balzo e, con le elezioni dietro l’angolo, si accasa con “Fratelli d’Italia”, il partito di Giorgia Meloni (in visita in città nei giorni scorsi) in forte crescita, ma per questioni di equilibri locali e della sua maggioranza, rimane ancora in “Battiti”, formazione che l’ha portato al governo della città.

Verrebbe da dire che il capitano è sempre l’ultimo a lasciare la nave ma in effetti, dopo i quasi trenta cambi di casacca da parte di esponenti della maggioranza, più che da una nave sembra l’abbandono di una zattera sfasciata da marosi interni.

Più che a “governare” la città, infatti, i componenti della maggioranza sembrano impegnati a posizionarsi nel miglior modo possibile rispetto alle ormai prossime elezioni amministrative del 2022. Qualche esponente, tra l’altro, ha compiuto pure un percorso di andata e ritorno. Alla fine di tutte queste piroette sarà difficile capire, per gli elettori veronesi, dove sia andato a “riparare” il proprio eletto in consiglio comunale, sempre se dovessero ricordare chi hanno votato nel 2017.

Come se invece di un’organizzazione politica con responsabilità di governo della città, si trattasse di un banale autobus, da cui salire e scendere. Come se, aggiungiamo, il mandato elettorale fosse poco più che un’indicazione, visto che tanto, una volta eletto, ognuno fa un po’ quel che gli pare. Comunque, nel caso in cui non fosse già piuttosto chiaro, il sindaco con questa mossa ha voluto ribadire a chiare lettere e ancora una volta la sua appartenenza alla destra, ben più che al centro-destra. Da qui l’approdo in Fratelli d’Italia è sembrata a tutti la sua naturale conclusione.

Certo ognuno è libero di posizionarsi dove meglio crede, in barba alla volontà degli elettori, ma il richiamo alla serietà e alla coerenza dovrebbe suonare d’obbligo in una città che oggi appare quasi rassegnata a farsi governare da una politica appiattita sugli interessi di pochi e non schierata con i veri interessi dei cittadini.

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