Messaggio dal futuro: «Cari genitori e nonni, non fate i furbi! Avete piena coscienza che il vostro modo di vivere, basato sull’uso dei combustibili fossili, è causa di un’ emergenza climatica che può diventare irreversibile attorno al 2050, mettendo a rischio la nostra vita. Lo spiegano i vostri scienziati. Disponete delle tecnologie alternative per evitarci questo disastro e avete manifestato con il Green New Deal  la volontà di applicarle azzerando per quella data le emissioni di CO2. Però nel piano delle azioni concrete dei vari PNRR (Piano Nazionale Ripresa Resilienza) lasciate a noi il maggior onere del cambiamento. Se ci volete veramente bene come dite, fate in fretta la vostra parte, assumetevi le vostre responsabilità» (*).

La Corte Costituzionale tedesca ha raccolto il messaggio e ha dato ragione alle generazioni future, rappresentate da alcune associazioni ecologiste tra cui Fridays for Future e Greenpeace. Con una storica sentenza, il 29 aprile scorso, ha parzialmente bocciato il Klimaschutzgesetz, la legge tedesca sulla protezione dell’ambiente, imponendo al legislatore di inserire obiettivi più ambiziosi per gli attuali abitanti della Germania.

La legge contestata includeva già il nuovo obiettivo europeo di ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030, ma i giudici di Karlsruhe hanno ritenuto che non fosse sufficiente per tutelare i cittadini e le cittadine di domani.

I giudici, con una presa di posizione “innovativa”, hanno anche indicato un percorso chiaro alla politica. Entro la fine del 2022, e non come precedentemente pianificato entro il 2025, il legislatore deve definire esattamente come la Germania intenda procedere dopo il 2030. Definire cioè i requisiti per il traffico, l’industria, l’agricoltura e il settore energetico in modo che il percorso verso la neutralità climatica al 2050 sia più veloce, migliore ed equilibrato fra le generazioni.

Da sinistra Line Niedeggen, Luisa Neubauer, Annalena Baerbock

Line Niedeggen, 23 anni, laurea in fisica a 20, rappresentante di Fridays for Future (FFF) in Germania festeggia: «La Corte Costituzionale conferma quello che gli scienziati dicono da anni: rimandare o fissare obiettivi insufficienti danneggia non soltanto la natura, ma anche il nostro diritto a vivere e ad avere un futuro».

Si è trattato di “un verdetto di giustizia intergenerazionale”, il primo nella storia, forse inizio di una nuova giurisprudenza che include nuovi soggetti di diritti, sicuramente una bomba lanciata nella campagna elettorale tedesca.

«Mancano 21 settimane alle elezioni federali e la protezione del clima è un diritto fondamentale» scrive Luisa Neubauer, 25 anni, la Greta Thunberg tedesca «chiunque voglia fare politica oggi deve proteggere le future libertà e diritti delle persone. Siamo più che pronti a lottare per una coalizione che contenga a 1,5 gradi l’aumento della temperatura media globale».

«Decisione storica» è il commento su Twitter della candidata cancelliera verde, Annalena Baerbock, 41 anni. «La protezione del clima tutela la nostra libertà e la libertà dei nostri figli e nipoti».

Quasi tutti i politici, alcuni mascherando sorpresa e disappunto, commentando la sentenza hanno cercato di garantire che ne avrebbero tratto le dovute conseguenze.

Da sinistra Markus Söder, Peter Altmaier, Svenja Schulze

Il presidente della Baviera e leader della Unione Cristiano Sociale (CSU) Markus Söder 54 anni, ha annunciato che capovolgerà la sua legge sulla protezione del clima e ne farà approvare una nuova con obiettivi più rigorosi. 

Anche  il ministro federale dell’Economia Peter Altmaier, 63 anni, Unione Cristiano Democratica (CDU) ha espresso entusiasmo: la sentenza oltre a essere «epocale per la protezione del clima e per i diritti dei giovani, garantisce la sicurezza della pianificazione per l’economia».

In una settimana, la CDU e la CSU hanno preso posizioni sulla politica climatica che in precedenza erano considerate inaccettabili.

Il ministro federale dell’Ambiente Svenja Schulze 53 anni, Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) vede la risoluzione della Corte come un «rafforzamento per la protezione del clima». Durante l’estate il ministero presenterà una proposta per inasprire la legge contestata, si vocifera che porterà la riduzione emissione CO2 entro il 2030 al 65%. Obiettivo ambiziosissimo.

Aver messo il futuro del paese al centro della discussione politica è un ulteriore risultato rivoluzionario da attribuire alla Corte Costituzionale Tedesca.

Nell’imminente campagna elettorale, quando i tedeschi decideranno chi dovrà succedere a Angela Merkel, il confronto fra i partiti sarà necessariamente e prevalentemente sulle azioni concrete da adottare per la transizione ecologica del paese al 2050. Da questo momento la propaganda e la polemica sterili stenteranno a trovare spazio e la Germania si prepara a diventare leader della transizione ecologica europea.

Anche Verona a breve entrerà in campagna elettorale per le elezioni amministrative del prossimo anno.

L‘attuale Giunta Comunale nel 2018 aveva aderito al Patto dei Sindaci e si era impegnata a elaborare un PAESC (Piano Ambientale Energia Sostenibile e Clima) che, perseguendo l’obiettivo di ridurre le emissioni cittadine di CO2 del 40% (ancora lontano dal 55% ora accettato dall’Italia) entro il 2030, avrebbe preparato una città sostenibile per i futuri veronesi.

A tre anni da quell’impegno il piano non è ancora pienamente disponibile, l’efficacia delle azioni ipotizzate non è stata verificata, i tempi di esecuzione e i loro costi sono ancora sconosciuti, il dibattito e l’approfondimento languono. Evidentemente i veronesi non hanno ancora compreso il messaggio mandato loro dal futuro.  

Eppure, vista l’importanza dell’argomento, ci si aspetterebbe almeno che, sull’esempio tedesco, il confronto fra i partiti, di conseguenza il giudizio degli elettori, avvenisse prevalentemente sulla visione di città da consegnare a figli e nipoti.

(*) per chi non lo sapesse si riducono le emissioni di CO2 nell’atmosfera riducendo l’uso di combustibili fossili, benzina, gasolio, metano, carbone, e derivati.

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