«Ehi! Ma, lo sai che quest’anno si festeggiano i 700 anni trascorsi dalla dipartita del Sommo Poeta?» Oramai, io credo, anche la persona che in cuor suo, nel XXI secolo, avesse deciso di vivere nascosta, rispettando, nella maniera più ligia, i precetti della Scuola Epicurea, sarebbe al corrente del main event che continuerà ad essere al centro della riflessione culturale per la durata di tutto il 2021. Se ne sono scritte e dette di tutti i colori, sono stati organizzati incontri e cerimonie, sono stati realizzati spettacoli e letture no-stop (perlopiù virtuali ovviamente, date le circostanze)…

Insomma: Dante è entrato nella testa (anche solo come nome) di adulti e bambini, di nonni e di ragazzini, di (troppo spesso sedicenti) intellettuali e di maîtres à penser, di cuochi e persino di fabbricanti di giocattoli.

Per Dante quest’anno arriva anche il fumetto

Anche la redazione di Heraldo, in questo senso, si è data parecchio da fare e, a questo proposito, vi rimando alla micidial tripletta di articoli apparsi nella nostra sezione Cultura in occasione del 25 marzo, il cosiddetto Dantedì (ogni volta che pronuncio questo nome, scusatemi, ma non posso non sorridere almeno un poco…).

E perché fatto trenta non far trentuno? A quasi un mese di distanza, d’altronde, bisogna pur tener viva una fiamma che, una volta riportata dietro le quinte e lontana dai palcoscenici, tende già un poco, inevitabilmente, ad estinguersi. Oggi pertanto vi voglio parlare anche io del ghibellin fuggiasco.

“Il solito che predica bene e razzola male”, penserete ora (e, per certi versi, non a torto) voi lettori. Lo voglio fare, tuttavia, in un modo leggero e, spero, piacevole, cercando di regalarvi qualche spunto che possa istruire divertendo, e alleggerir il core da quelle pene che tanto lo fanno sospirar e spingevano il Maestro, fra Due-Trecento, e noi, oggi, a dir: ahi lasso! 

L’universo Disney al servizio del Sommo

La copertina della raccolta PaperDante, edito da Giunti, ©Disney

C’era una volta Dante, o meglio PaperDante (Giunti, 2021), e i più attenti avranno già capito a quale realtà e magico mondo voglio fare riferimento. Ebbene sì, la nona arte (comunemente chiamata Fumetto) e i mitici personaggi dell’universo Disney colpiscono ancora e riescono a farlo nel solito modo estremamente elegante e mirabilmente coinvolgente.

Nelle librerie e nei negozi specializzati nella vendita dei comics, fra le uscite del mese scorso, è stato distribuito il volume curato da alcuni fra i migliori autori e disegnatori che, negli anni, i fan hanno imparato ad amare grazie e soprattutto alle storie apparse sul settimanale Topolino: lo sceneggiatore Augusto Macchetto, la disegnatrice Giada Perissinotto, il colorista Andrea Cagol. Nella prefazione e nelle pagine extra contenute all’inizio del libro viene raccontata la genesi dell’opera e ci vengono presentati gli ingredienti base, essenziali nella creazione dei personaggi e nello sviluppo della storia.

Ma come è possibile raccontare ancora qualcosa sul Sommo Poeta che già non sia stato detto? E soprattutto come collegare due realtà in apparenza (ma appunto, solo in apparenza) distanti? Quello, cioè, dei Paperi disneyani e i complessissimi mondi dell’opera cardine della Letteratura Italiana?

PaperDante, un’infanzia piena di sogni

I tre artisti sono partiti da una fase della vita di Dante di cui, anche i più esperti, conoscono davvero pochissimo, ovvero la sua infanzia. Era fondamentale immaginare e narrare un episodio che fosse risultato così significativo da segnare per sempre la vita, la carriera poetica e l’uomo, o in questo caso il papero, in grado di lasciare ai posteri un capolavoro come la Divina Commedia.


Il giovane PaperDante e la piccola Bice Portinari, ©Disney

Giada Perissinotto è nota proprio per aver dato vita al personaggio di Paperino Paperotto, la versione bimbo-terribile (ma dal cuore d’oro e dalla già vulcanica personalità) dello Zio Paperino che tutti conosciamo e alle sue avventure con gli altri monelli presso la scuola e nelle campagne intorno a Paperopoli. E così anche Durante, come lo chiama lo Zio Alighiero (alias Paperon De’ Paperoni) nelle pagine del racconto si trasforma in un bimbo vispo e un po’ distratto con «la testa tanto piena di sogni, che a volte gli uscivano di bocca» e in grado di incantare e conquistare tutti grazie alla sua vitalità, alla sua fantasia, alla sua immaginazione.

In questa sede, è giusto e doveroso che gli spoiler non vengano forniti, ma proseguendo pagina dopo pagina, il lettore può ben comprendere l’intensa opera di pensiero e costruzione che si cela dietro al prodotto finale: nel testo, infatti, sono presenti davvero molte citazioni, spunti e riferimenti che chi ama il Sommo Poeta non può non cogliere e non apprezzare. La narrazione si integra perfettamente con le immagini dal tratto dolcissimo e le tinte color pastello estremamente raffinate: l’unione di tutti questi elementi dà vita alla prima storia illustrata e realizzata dal team di creativi Disney ispirata all’Alighieri. Storia che, come Lui avrebbe potuto dire, solo delicatezza e emozioni bellissime ha per confine.

L’inferno di Topolino e di Paperino, classici che non potevano mancare

A riprova del fatto che ogni autore in letteratura fonda le proprie opere sullo straordinario lavoro di coloro che l’hanno preceduto (e questo, si badi bene, vale tantissimo anche per Dante), il volume si arricchisce di altri due testi cardine della letteratura fumettistica: il primo è L’Inferno di Topolino di Guido Martina e Angelo Bioletto, pubblicato la prima volta fra il 1949/1950, considerato un classico intramontabile e de facto pietra d’angolo delle storie in chiave parodistica realizzate da Disney in Italia. Il secondo, L’Inferno di Paperino di Giulio Chierchini e Massimo Marconi del 1987, opera chiaramente ispirata alla precedente e altra grande ironica lettura della prima cantica della Commedia.

Dante/Topolino e Virgilio/Pippo alle prese con le Arpie ne L’Inferno di Topolino

Non posso qui soffermarmi su tutti i contributi che il mondo delle storie a palloncini ha regalato agli appassionati e continua a tributare al Poeta, sulla base dei suoi capolavori e delle straordinarie vicende che hanno segnato il suo travagliato e complesso cammino.

Alcuni però sono davvero notevoli (tanto per citarne uno, in libreria troviamo attualmente i volumi dell’Inferno e del Purgatorio, editi da Mondadori in una veste speciale e arricchiti dalle meravigliose immagini di Gabriele Dell’Otto) e testimoniano come l’eredità di Dante sia un qualcosa di unico, un tesoro prezioso e una fonte viva di ricchezza culturale per i più diversi campi artistici.

Essi dimostrano come Lui, Sol e guida, con la passione infinita riversata nei suoi testi, riesca sempre, e una volta di più, ad elevare l’anima dell’uomo e a far muovere davvero anche tutte l’altre Stelle.

© RIPRODUZIONE RISERVATA