Nel centenario della nascita, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona, Direzione Musei Civici ha organizzato un programma articolato di iniziative per ricordare Licisco Magagnato, direttore dei Musei e Gallerie d’arte veronesi dal 1955 al 1986.

A lui, ad esempio, è stato dedicato il catalogo della mostra diffusa Dante a Verona 1321 – 2021. Il mito della città tra presenza dantesca e tradizione shakespeariana, mentre dall’11 novembre alla Gam Achille Forti è in corso L’arte contemporanea nello sguardo di Licisco Magagnato (Vicenza 1921 – Venezia 1987): mostre veronesi e acquisizioni per la Galleria d’arte moderna. E si terrà domani, 9 dicembre dalle 9.30 alle 18 in Sala convegni del Palazzo della Gran Guardia, una giornata di studi “Licisco Magagnato tra storia dell’arte e politica culturale“, organizzata dal Museo di Castelvecchio, che ne ripercorre la figura non solo in dimensione locale ma con uno sguardo nazionale (la giornata sarà visibile anche sul canale Youtube I Muv – I musei di Verona).

Sabato 11 dicembre, inoltre, nella Galleria delle sculture del Museo di Castelvecchio sarà inaugurato Lapilli di Giorgio Vigna, un percorso ideato in collaborazione con la galleria Studio La Città, in occasione della donazione da parte dell’artista dell’opera Acquaria, realizzata dall’artista e donata a Castelvecchio proprio per il centenario di Magagnato. Il 17 dicembre infine vedrà la dedica del cortile della Piazza d’Armi del museo a Magagnato e a Carlo Scarpa, che con il restauro e il riallestimento di Castelvecchio segnarono insieme la storia della museografia del dopoguerra italiano.

Dal legame con Scarpa, la nuova funzione del museo

Gruppo scultoreo della Crocifissione di Tomba, attribuito al Maestro di Sant’Anastasia, nell’allestimento pensato da Carlo Scarpa.


Di Licisco Magagnato, storico dell’arte e direttore, si è detto e scritto tanto perché molto ha rappresentato per il patrimonio storico-artistico e culturale sia di Verona che dell’Italia intera. Con il suo operato ha infatti contribuito a definire la moderna visione di museo quale promotore del dialogo scuola-museo e luogo di formazione permanente, concretamente testimoniato a Verona dal restauro e il riallestimento del Museo di Castelvecchio realizzato tra il 1957 e il 1964 con l’architetto Carlo Scarpa, secondo un progetto d’avanguardia tra i più rappresentativi della museografia del Novecento.

L’impegno tra politica e cultura


Protagonista della resistenza vicentina, poi membro del Partito d’Azione e quindi del Partito repubblicano, Magagnato si dimostra sempre profondamente coinvolto nella vita politica, sociale e culturale dell’Italia contribuendo alla creazione del Ministero dei Beni culturali istituito nel 1974, nel quale nel 1977 viene nominato vicepresidente del Comitato di settore per i Beni artistici e storici. 
Licisco Magagnato è, indubbiamente, una figura determinante nella storia dei Musei Civici di Verona.

Intellettuale attento e sensibile, si distingue per un interesse profondo per la genesi dell’opera, l’indagine delle forme urbane, la salvaguardia dei beni culturali e il restauro, per l’insegnamento e il dialogo con gli artisti contemporanei per i quali cura e scrive testi per numerose mostre di arte contemporanea. 

Magagnato e l’arte contemporanea

Quest’ultimo aspetto della sua attività, coltivato a partire da un’esperienza giovanile come pittore, è ancora poco indagato e costituisce un tema di grande attualità per gli studiosi.
L’approccio di Magagnato all’arte contemporanea rivela il profilo di un appassionato intenditore, impegnato come critico d’arte e organizzatore, capace di utilizzare luoghi diversi, pubblici e privati, tra sale espositive e spazi all’aperto.
Dalle prime recensioni su giornali e riviste, alla redazione di testi critici, dalle mostre importanti su alcuni artisti italiani protagonisti della prima metà del secolo scorso, a quelle sull’astrattismo e i giovani concettuali, la presenza del contemporaneo è un filo rosso presente lungo tutto l’arco della sua vita, coltivato a fianco dell’impegno per la salvaguardia del patrimonio culturale e lo studio dell’arte del passato.

Questo bagaglio lo ha portato a dare un forte impulso all’incremento delle collezioni civiche del Comune di Verona confermando il suo interesse per artisti come Pio Semeghini, Filippo de Pisis, Emilio Vedova, Renato Birolli, Tancredi Parmeggiani, Bepi Romagnoni, Eugenio Degani.

Nella mostra “Passioni e visioni” un focus sul contemporaneo secondo Magagnato

Per offrire uno spazio di riflessione critica sull’operato dello studioso Magagnato nell’arte contemporanea, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti nella mostra Passioni e visioni: percorsi dalla storia della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti a cura di Francesca Rossi e Patrizia Nuzzo inaugurata lo scorso 11 novembre, dedica un dossier alla sua attività nelle collezioni civiche condotta tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, eredità portata avanti con una visione critica indipendente da Giorgio Cortenova, succedutogli alla direzione della Galleria civica (dal 1985 al 2008).

Mostre e acquisizioni dagli anni Cinquanta

Licisco Magagnato diede inizio ai progetti espositivi temporanei della Galleria d’Arte Moderna nel 1956, ospitando a Palazzo Forti un’iniziativa dell’Associazione degli Incisori Veneti guidati da Giorgio Trentin. Nello stesso anno, inaugurò a Palazzo della Gran Guardia la prima mostra realizzata con sua curatela: un’ampia monografia dedicata a Pio Semeghini, corredata da un saggio in catalogo dell’amico Carlo Ludovico Ragghianti e da una nota sui disegni di Giorgio Marchiori. Seguirono tra gli altri, progetti su Emilio Vedova (1961), Renato Birolli (1963), Tancredi (1968), Filippo de Pisis (1969).
I lavori monografici si alternavano a mostre collettive e a rassegne antologiche, tra cui, memorabile Verona anni Venti (1971), pietra miliare di un riordino storico-critico tracciato da Magagnato, ancora oggi di riferimento per l’interpretazione del contesto artistico del primo Novecento veronese astratto e stimolato dall’ambiente di Ca’ Pesaro, dalla Biennale di Venezia e, in modo particolare, dalla presenza prolungata in città di Felice Casorati.

Uno scorcio del nuovo allestimento della GAM all’interno della mostra Passioni e visioni, dedicato a Licisco Magagnato e alla sua visione dell’arte contemporanea.

Un’eredità per la cultura da non disperdere

Raccogliere il testimone di Magagnato a cento anni dalla nascita potrebbe essere uno stimolo di rinnovamento per la città, in un momento storico particolare e anomalo, in cui le relazioni umane sembrano da ricostruire e in cui l’arte, la cultura sembrano non rientrare nelle priorità nazionali, benché fondamentali per la crescita, l’evoluzione e l’innovazione di un ogni Paese.

La rilettura critica dell’impegno attivo di Magagnato nell’arte contemporanea, in particolare, potrebbe rappresentare il punto di avvio per la rivalutazione delle collezioni civiche, partendo anche da iniziative culturali ed espositive permanenti capaci di fornire suggestioni e riflessioni utili a indagare il presente, come l’arte contemporanea sa fare, e stabilire un dialogo continuativo con la città, oltre a diventare motivo di attrazione per un pubblico nazionale e internazionale, proprio secondo la moderna visione di museo promossa da Magagnato.

Leggi anche >> A passeggio con Carlo Scarpa

©RIPRODUZIONE RISERVATA